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Il diabete di tipo 2 è una patologia molto diffusa e in Italia interessa circa il 5 % della popolazione, quindi oltre 3 milioni di persone.
A questi numeri si aggiungono le persone che ancora non hanno consapevolezza della malattia e, inoltre, i casi di prediabete, una condizione che, se non arginata, può facilmente portare a sviluppare il diabete (dati Ministero della Salute).

Quali sono i segnali del prediabete

Una persona che soffre di prediabete ha i livelli di glucosio nel sangue superiori alla norma, ma non così tanto da determinare un diabete conclamato, ed elevati livelli di insulina circolante (insulino-resistenza e iperinsulinemia). Lo stato di prediabete viene identificato da un livello di glicemia nel sangue compreso tra 100 e 125 mg/dl.

A rendere complessa la diagnosi è il fatto che, nella maggior parte dei casi, questa condizione non determina sintomi particolari. A volte, può essere riscontrato:

  • aumento della sete;
  • minzione frequente;
  • fatica;
  • visione offuscata.

Questi segnali devono mettere in allerta, soprattutto se presenti in concomitanza con i seguenti fattori di rischio:

  • età maggiore di 45 anni;
  • sovrappeso;
  • familiarità con diabete di tipo 2;
  • valori elevati di pressione.

Come ottenere una diagnosi di prediabete

In presenza di sintomi e fattori di rischio è raccomandato rivolgersi al medico per verificare l’eventuale presenza di prediabete. Come per il diabete, vanno anche in questo caso effettuati specifici esami per misurare lo zucchero nel sangue:

  • esame del sangue, per valutare la glicemia a digiuno;
  • esame per glicemia plasmatica occasionale, anche non a digiuno;
  • test di tolleranza al glucosio orale.

Le conseguenze del prediabete

Valori elevati di glicemia comportano con buona probabilità l’insorgenza di diabete di tipo 2, che può essere ritardata o anche evitata adottando adeguate e tempestive misure preventive, che riguardano soprattutto lo stile di vita.

Inoltre, il prediabete stesso può essere correlato alla presenza di problematiche relative al sistema cardiovascolare e al loro peggioramento, determinando di frequente aumento di pressione e di peso, con accumulo di grasso sull’addome. I danni a lungo termine tipici del diabete iniziano già nella condizione di prediabete, in particolar modo al cuore e al sistema circolatorio, in maniera spesso silenziosa.

Come gestire il prediabete

Nella maggior parte dei casi, la gestione del prediabete passa da un cambiamento dello stile di vita e dall’adozione di comportamenti più salutari, come praticare esercizio fisico e curare l’alimentazione.

La dieta, anche in ottica di raggiungere e mantenere il peso corretto, dovrebbe seguire queste indicazioni di base:

  • favorire il consumo di frutta e verdura;
  • privilegiare pane, pasta e cereali integrali;
  • limitare grassi, zuccheri aggiunti e alcol;
  • preferire tipologie di cotture leggere, come griglia, vapore o forno;
  • evitare la frittura;
  • assumere liquidi a sufficienza.

Inoltre, è importante definire orari regolari per pasti e spuntini, in modo da tenere meglio sotto controllo la glicemia.

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