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L’emicrania è una forma di mal di testa molto comune e dolorosa, che in genere interessa solo un lato del cranio, da cui il nome (dal greco “hemi” metà e “kranìon” teschio). Appartiene alla famiglia delle cefalee, colpisce in particolar modo le donne e si manifesta con un dolore acuto, pulsante, che può aumentare di intensità e peggiorare con il movimento.

Altri sintomi correlabili all’emicrania sono:

- nausea;
- vomito;
- sensibilità alla luce e ai suoni
;
- vertigini;
- irritabilità;
- sudorazione;
- dolori addominali.

Gli attacchi di emicrania possono essere preceduti da improvvisi lampi di luce. Questo sintomo indica un’emicrania con aura, che può accompagnarsi ad annebbiamento della vista, formicolio agli arti, rigidità del collo e difficoltà nel parlare.

Che cosa può scatenare un attacco di emicrania?

Le cause non sono del tutto note. Si ipotizza che l’emicrania sia dovuta a una predisposizione genetica o a fattori di tipo neurologico. Tuttavia, ci sono alcune condizioni che possono favorire l’insorgere del disturbo, quali:

- alterazioni ormonali (estrogeni in particolare);
- consumo di alcuni cibi e bevande (tra cui insaccati e alcool);
- ansia e depressione;
- fumo;
- riposo insufficiente;
- esposizione prolungata a luci e rumori forti.

L’emicrania può durare da poche ore ad alcuni giorni. Nel caso in cui si protragga per almeno 15 giorni al mese per tre mesi consecutivi, è definita cronica.

Come si cura?

Per chi soffre di sintomi che vanno da lievi a moderati si consiglia l'assunzione di semplici analgesici come i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS). Per coloro che presentano un dolore da moderato a grave o per quelli con sintomi più lievi che non rispondono agli analgesici semplici, si raccomandano i farmaci della classe dei triptani. Gli ergotaminici sono tra i primi farmaci ad essere stati prescritti per l'emicrania e si mostrano ancora efficaci per i casi più debilitanti.

Si segnala inoltre una terapia innovativa che mira alla prevenzione dell’emicrania e che si basa sugli anticorpi monoclonali. Essi vengono somministrati per via sottocutanea una volta al mese, e finora questo trattamento si è rivelato efficace nel 60-70% dei pazienti che hanno visto gli attacchi di emicrania ridursi di oltre il 50%.

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