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Lo scompenso cardiaco, o insufficienza cardiaca, è una sindrome che indica l’incapacità del cuore di pompare sangue e fornire ossigeno in modo efficace a tutti gli organi. Tale patologia può verificarsi a tutte le età. Le cause di un’insufficienza cardiaca vanno ricercate nelle patologie cardiache (si verificano quando le arterie che forniscono sangue al cuore si intasano e possono causare un attacco cardiaco), angine (dolore toracico causato dalla riduzione del flusso sanguigno al cuore) e nell’ipertensione arteriosa. Tutti fattori e condizioni che indeboliscono o irrigidiscono il cuore, rendendo più difficile espellere il sangue in tutto il corpo.

Quali sono i sintomi?

All’inizio, lo scompenso cardiaco può presentarsi in forma asintomatica o con sintomi lievi, quali l’affanno durante uno sforzo intenso. Tuttavia, essendo progressiva, la malattia è destinata a provocare malessere e a presentare sintomi via via più evidenti quali:

- fiato corto;
- stanchezza; 
- gonfiore alle caviglie, alle gambe e all’addome;
- perdita di appetito;
- improvviso aumento di peso;
- battito cardiaco accelerato;
- umore alterato;
- perdita di memoria e senso di disorientamento.

Lo scompenso cardiaco colpisce un milione di persone in Italia (circa l’1-2% della popolazione). Una persona su 5, sopra i 40 anni, svilupperà tale condizione nel corso della vita. Non solo: lo scompenso cardiaco è la prima causa di ricovero nelle persone sopra i 65 anni e le ospedalizzazioni rappresentano dall’1 al 2% del totale dei ricoveri. Uno su 10 pazienti muoiono entro i 30 giorni successivi al ricovero. Ogni anno lo scompenso cardiaco costa all’economia italiana 3 miliardi di euro. La spesa media per la gestione di un paziente con tale patologia è di oltre 11.800 euro l’anno. Per questo motivo è necessario aumentare la capacità delle persone di riconoscere i sintomi dello scompenso cardiaco, nonché di aiutare i pazienti a vivere più a lungo e in modo migliore.

La gravità della malattia è comunemente valutata in base a una classificazione da 1 a 4, dove 1 corrisponde al paziente asintomatico (assenza di dispnea o affaticamento durante attività fisica normale), 2 a scompenso cardiaco lieve (dispnea o affaticamento durante attività fisica moderata), 3 a scompenso cardiaco da moderato a grave (dispnea o affaticamento durante attività fisica minima) e 4 a scompenso cardiaco grave (astenia, dispnea o affaticamento anche a riposo).

Come si diagnostica?

Gli esami necessari a una diagnosi di scompenso cardiaco sono:

- esame obiettivo;
- esami del sangue;
- elettrocardiogramma;
- ecocardiogramma;
- esami clinici completi.

Come si cura?

Lo scompenso cardiaco progredisce anche in assenza di sintomi evidenti di peggioramento. La terapia farmacologica rappresenta l’arma principale per rallentare l’evoluzione della malattia, aumentare la sopravvivenza, ridurre i ricoveri ospedalieri e ridurre i sintomi per migliorare la qualità di vita del paziente. Le opzioni di trattamento vanno dalle modifiche dello stile di vita, alla terapia farmacologica a quella chirurgica, all’impianto di dispositivi cardiaci.

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