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Lo stress da pandemia ha colpito i medici italiani più di altri colleghi europei. Quasi un quarto dei camici bianchi ha sofferto di ansia e oltre un quinto di depressione, secondo quanto emerge da uno studio inglese pubblicato sulla piattaforma pre-print 'medRxiv', che ha indagato l'impatto di Covid-19 sulla salute mentale di oltre 5mila medici tra Italia (più di 2.500, 50% donne e 50% uomini), Catalogna e Regno Unito, nei periodi giugno 2020 e novembre/dicembre 2020.

I tassi di ansia e depressione sono risultati superiori fra i medici italiani (24,6% e 20,1%, giugno 2020), rispetto ai colleghi catalani (24,6% e 17,4%, giugno 2020) e inglesi (11,7% e 13,7%, giugno 2020). In tutti e 3 i Paesi il rischio era maggiore tra le donne, gli under 60, gli operatori che si sentivano più esposti e vulnerabili sul lavoro, e quelli in cattive condizioni di salute. Non sono state riscontrate differenze nei due periodi di raccolta dati, il che porta gli autori - scienziati delle università di Exeter, Cambridge e Glasgow - a non escludere che le ripercussioni della pandemia sulla salute mentale dei camici bianchi possano essere tuttora "persistenti".

I ricercatori hanno valutato anche la percezione di sicurezza che i medici vivevano sul luogo di lavoro, e anche in questo caso arriva dall'Italia il dato più rilevante: circa la metà di 162 camici bianchi interpellati sul tema non si sono trovati d'accordo con l'affermazione "il mio posto di lavoro mi sta fornendo i necessari Dpi, dispositivi di protezione individuale". Un dato che in dicembre è sceso, restando comunque intorno al 30%.

09/07/2021

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