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Peggiora la salute degli italiani. Le malattie cardiovascolari, come infarto e ictus, causano circa il 44% dei decessi nel nostro Paese: hanno ucciso più del Covid-19, anche tra i più giovani, "ma il vaccino non c'entra", hanno affermano gli esperti dell'Anmco, Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri nel corso di un evento promosso a Milano da Motore Sanità. In Italia nel 2020, ogni 100.000 abitanti, le malattie cardiovascolari hanno causato 281,14 decessi, le morti per tumore 227,01 e quelle per Covid 100,72 (dati Eurostat).

“Viviamo un momento storico particolare, stiamo uscendo in maniera lenta e faticosa dalla fase pandemica - afferma Furio Colivicchi, presidente di Anmco - portandoci dietro un carico di problematiche legate al fatto che, nei 3 anni della pandemia Covid-19, le malattie cardiovascolari sono state curate in moltissime realtà in maniera inadeguata”. Nell'anno in cui è scoppiata la pandemia, il Covid-19 è stata la terza principale causa di morte nell'Ue, con un totale di quasi 439mila decessi a fronte di 1,7 milioni di persone che hanno perso la vita a causa di malattie cardiovascolari.

Le malattie cardiovascolari - è stato ribadito durante l’incontro - rappresentano un problema sanitario che durante l’emergenza sanitaria non è andato certo migliorando, a causa dei minori controlli, delle mancate diagnosi, della perdita di aderenza terapeutica, sulle quali l’ipercolesterolemia ha un’incidenza ancora troppo rilevante. Ma perché questo accade nonostante le terapie a disposizione, tutte estremamente efficaci?

Al fine di richiamare l’attenzione della popolazione sui rischi molto seri correlati alle malattie cardiovascolari, per evitare anche che queste creino problemi di sanità pubblica. Le "malattie cardiovascolari determinano una disabilità importante in chi sopravvive a un evento di ictus e infarto, incidendo in maniera significativa sulla qualità di vita di queste persone e delle loro famiglie", ricorda Fabrizio Giovanni Oliva, Direttore Struttura complessa Cardiologia 1-Emodinamica-Unità di Cure Intensive Cardiologiche, ospedale Niguarda Milano e presidente designato Anmco.

Come se non bastasse, in questi ultimi 3 anni sono aumentati i fumatori, la sedentarietà (anche per colpa dello smart working), l’incidenza dell’obesità e di eccesso di peso più in generale. Fattori che, nel tempo, causano problemi al cuore. Analisi condotte sul consumo di tabacco e suoi derivati attestano un incremento significativo di fumatori, che supera il 10% rispetto ai livelli pre-pandemici.

"Questo ci fa dedurre – rimarca Colivicchi - che non solo sono aumentati i fumatori, ma anche che chi già fumava adesso fuma di più. Sappiamo inoltre che le persone si sono curate di meno. Nel periodo più pesante della pandemia, c’è stato un crollo delle vendite nelle farmacie dei farmaci per la cura dell’ipertensione e dell’ipercolesterolemia di oltre il 20%. Questo si rapporta a un peggioramento complessivo della gestione di questi due fattori di rischio. Lo abbiamo visto anche nelle attività di pronto soccorso: per lo scompenso cardiaco, che è la fase finale di sviluppo della malattia, gli accessi sono aumentati di oltre il 25% e la mortalità in ospedale dei pazienti scompensati è salita al 15-20% (nel periodo della pandemia era triplicata)”.

22/03/2023

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