Il cambio delle abitudini imposto dalla pandemia ha influito anche sulla sessualità dei giovani. "Un ragazzo su tre (33,1%) ha ridotto le relazioni affettive per colpa delle restrizioni. Il 28,2% invece dichiara di non aver avuto cambiamenti, il 20,8% di aver avuto più relazioni affettive rispetto a prima della pandemia, mentre il 17,9% attualmente non ha relazioni affettive. I più giovani (11-14 anni) hanno aumentato la ricerca di porno online". È quanto emerge dall’indagine curata dall’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss). Al questionario, pubblicato sul sito Skuola.net, hanno risposto 3.500 ragazzi fra gli 11 e i 24 anni.
I risultati sono suddivisi in quattro aree tematiche: la prima riguarda le relazioni, sia sessuali sia affettive, e l’uso che i giovani hanno fatto di internet e delle App di incontro. L’indagine completa verrà presentata in occasione del convegno dell’Osservatorio previsto a giugno 2022, promosso dalla Federazione. "I risultati mostrano come il virus abbia inciso nelle relazioni affettive e sessuali dei ragazzi più giovani o nei giovani adulti, spingendoli ancora di più all’uso di applicazioni o della rete internet per incontrare gli altri. Obiettivo dell’indagine condotta dall’Osservatorio è sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni gli effetti che un evento mondiale come la pandemia ha generato sulla generazione”, spiega Salvo Caruso, professore associato di ginecologia all’Università di Catania, sessuologo clinico e presidente Fiss.
Forse condizionati dal Covid, i ragazzi hanno ritardato il momento della 'prima volta'. "Metà degli intervistati afferma infatti di non aver mai avuto rapporti sessuali - evidenzia l'indagine - E anche fra chi ha già avuto rapporti, il 40% non ha avuto relazioni sessuali da quando è iniziata la pandemia, il 20% le ha avute ma in misura ridotta. Solo il 22% ha continuato come prima e il 18% ha invece aumentato i contatti sessuali". "Sono emerse differenze significative in base all’età, ma non all’orientamento sessuale e al genere. I ragazzi più grandi hanno avuto una maggiore riduzione dei contatti sessuali, rispetto ai più piccoli che dichiarano, per la maggior parte, di non aver avuto mai rapporti o non aver avuto relazioni sessuali nel periodo della pandemia - afferma Piero Stettini, psicoterapeuta e sessuologo clinico di Savona e vicepresidente Fiss - L’esperienza sessuale sembra aver risentito dell’impatto del Covid-19. La metà dei ragazzi del campione totale non ha mai avuto rapporti e su questo il virus con le sue limitazioni ha sicuramente influito nel rimandare l’inizio dell’attività sessuale".
Secondo la maggior parte (61%) dei partecipanti all’indagine, il Covid-19 "non ha avuto impatto sull’uso di internet nell’attività sessuale dall’inizio della diffusione del virus". Uno su quattro (25%) ammette "di aver aumentato l’uso del web mentre il 14% dichiara addirittura di averlo diminuito". Sono principalmente i maschi (33,1%) ad aver aumentato l’uso di internet collegato al sesso e chi ha un orientamento omosessuale (40,2%) e pansessuale (31,8%).
Dall'indagine "sono emerse differenze significative in base all’età e all’orientamento sessuale, ma non in base al genere. Sono infatti i ragazzi più grandi, tra i 19 e i 24 anni (36,8%), e i ragazzi che si definiscono asessuali(43,4%) ad aver avuto una riduzione maggiore delle relazioni affettive a causa del Covid-19, mentre i pansessuali (31,9%) dichiarano maggiormente di aver avuto più relazioni affettive rispetto a prima". Con la pandemia, il 46,6% dei giovani "non ha modificato l’uso di internet per le proprie relazioni affettive", ma il 40% dichiara di aver "aumentato l’uso di internet a questo scopo rispetto al periodo precedente alla pandemia e il 13,4% di averlo diminuito". Specie nella fascia tra i 15 e i 18 anni (41,4%) e i giovani di orientamento omossessuale (52,5%) e pansessuale (55,2%) "hanno aumentato il tempo speso online per portare avanti la propria relazione affettiva".
Durante il periodo di isolamento, alcuni ragazzi (29,1%) "hanno aumentato l’uso di internet per procurarsi materiale porno", di cui il 9,1% dichiara di aver "aumentato molto il ricorso a internet per questo scopo". Il 26% invece non riporta nessun cambiamento rispetto a prima e il 37,2% dice di non averlo mai visionato. “Durante l’isolamento, i ragazzi che hanno aumentato l’uso di internet per accedere a immagini o video porno sono per lo più i più piccoli, tra gli 11 e i 14 anni (13,9% ‘molto aumentato’), i maschi (16,1% ‘molto aumentato’) e i ragazzi con orientamento omosessuale (17% ‘molto aumentato’)”, conclude Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa, direttrice dell'Istituto di sessuologia clinica di Roma e past president Fiss.
25/03/2022
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