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Secondo i dati forniti dalla Società Italiana di Urologia (SIU), solo il 10/20% degli uomini si sottopone ad una visita urologica di prevenzione e 9 maschi su 10 effettuano un controllo solo in caso di gravi patologie. Sono dati che devono farci riflettere sull’importanza delle campagne di sensibilizzazione sulla salute maschile, come Movember, iniziativa promossa nel mese di novembre e dedicata alla prevenzione del tumore alla prostata.

Perché la prevenzione rimane fondamentale per permettere la diagnosi precoce e quindi l’intervento tempestivo in caso di neoplasie, ma si stanno compiendo importanti passi avanti anche in ambito diagnostico e terapeutico.

Partendo dall’esperienza nei tumori neuroendocrini (NET) numerosi studi internazionali, molti dei quali ancora in corso, hanno valutato il potenziale impiego dei radioligandi in ambito diagnostico (RLI) e terapeutico (RLT) in diversi tumori solidi e non, come il tumore della prostata, della mammella e del pancreas, il melanoma, il carcinoma polmonare ma anche in patologie ematologiche come il linfoma e il mieloma multiplo. La RLT è attualmente destinata a un numero ristretto di tumori neuroendocrini gastro-entero-pancreatici (GEP-NET) e rappresenta il primo radiofarmaco teragnostico approvato e a cui è stata riconosciuta l’innovatività piena da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

La teragnostica, ovvero la combinazione tra RLI e RLT, è infatti uno degli esempi più innovativi e promettenti della medicina di precisione, grazie alla quale si stanno individuando strategie di intervento sempre più mirate ed efficaci, un prossimo utilizzo vedrà impiegata la teragnostica in pazienti con la patologia a più alta incidenza nella popolazione maschile, ovvero il tumore della prostata.

La teragnostica è il concetto più innovativo in medicina nucleare, poiché è capace di combinare le potenzialità dell’imaging diagnostico con quelle della terapia. Lo stesso radiofarmaco, infatti, viene somministrato al paziente per eseguire sia le procedure diagnostiche che per il trattamento di patologie oncologiche, ottimizzando in tal modo la gestione clinica del paziente. Durante la fase diagnostica, spesso effettuata con apparecchiature PET/TC, è possibile migliorare la stadiazione, la selezione dei pazienti responsivi e definire le successive terapie nonché il follow-up.

L’individuazione diagnostica dei pazienti maggiormente capaci di beneficiare di questo trattamento si fonda sull’identificazione di specifici target espressi dal tumore che rappresentano quindi il bersaglio molecolare di questa terapia mirata.

La teragnostica può essere perciò un utile supporto per una medicina moderna e personalizzata che tiene conto e analizza, in maniera integrata, le peculiarità del singolo paziente e le caratteristiche biologiche specifiche della sua malattia. In questo approccio risiede il valore intrinseco e la più alta espressione della teragnostica come medicina di precisione.

L’offerta terapeutica contro il tumore della prostata avanzato resistente alla castrazione (mCRPC), una malattia sfuggita al controllo della terapia di deprivazione androgenica, si è arricchita negli ultimi anni di trattamenti che hanno dimostrato efficacia in termini di controllo di malattia e un vantaggio in sopravvivenza e trattata ad oggi con farmaci chemioterapici o ormonali di nuova generazione. Restano tuttavia necessarie e di prioritaria importanza nuove terapie in grado di migliorare la sopravvivenza e la qualità della vita, in una patologia in cui modifiche nell’androgenoresistenza (mCRPC) giocano un ruolo fondamentale.

La terapia RLT con un approccio medico-nucleare avanzato ha le potenzialità per migliorare notevolmente le possibilità di cura di malattie oncologiche, proprio perché rilascia radiazioni a scopo terapeutico direttamente nelle cellule neoplastiche ovunque siano presenti, agendo in modo altamente specifico e con estrema precisione. I radioligandi infatti agiscono in maniera selettiva sulle cellule malate, senza danneggiare le cellule sane. L’isotopo radioattivo svolge l’attività diagnostica e/o terapeutica ed è associato a un ‘ligando’, una molecola in grado di riconoscere e legarsi alle cellule tumorali. Ligandi diversi permettono di trattare carcinomi diversi.

Negli ultimi anni molti studi hanno valutato nuove terapie del tumore alla prostata resistente alla castrazione mCRPC, fra cui nuovi trattamenti sistemici in grado di controllare la malattia, con particolare attenzione all’utilizzo di combinazioni che associassero i trattamenti standard a farmaci di recente utilizzo come gli inibitori di PD-L1 e PD-1, gli inibitori di PARP e della via di segnale PI3K/Akt/mTOR.

La ricerca nel campo della RLT è molto attiva, sia per definire al meglio le applicazioni dei radiofarmaci già disponibili, sia per validarne di nuovi. Basti pensare, ad esempio, alle opportunità terapeutiche offerte dal radioligando 177Lu-PSMA nell’ambito del trattamento dei tumori della prostata. Nei pazienti con carcinoma prostatico progressivo metastatico e resistente alla castrazione, i risultati dei primi studi indicano che gli uomini trattati con questo tipo di RLT, in aggiunta al migliore standard di cura, hanno ottenuto un significativo vantaggio in sopravvivenza globale e libera da progressione. Anche in questo caso si parla di teragnostica, dato che i pazienti da sottoporre alla RLT sono selezionati sulla base di un esame diagnostico PET positivo all’antigene di membrana specifico della prostata (PSMA).

In questo contesto i risultati ottenuti dallo studio di fase III VISION sulla RLT, recentemente aggiornati da nuovi dati di tollerabilità e qualità di vita al congresso europeo di oncologia ESMO 2021, rappresentano nell’immediato futuro un elemento cruciale nella scelta terapeutica.

Rispetto al miglior standard di cura da solo, gli uomini trattati con il radioligando specifico in aggiunta al miglior standard di cura hanno ottenuto una riduzione del 38% del rischio di morte, con un beneficio medio di sopravvivenza globale di 4 mesi, e una diminuzione del 60% del rischio di progressione della malattia rilevata radiograficamente o di morte, con un beneficio medio di sopravvivenza libera da progressione di malattia di 5 mesi.

Inoltre, l’analisi della qualità di vita legata alla salute (HRQoL) ha mostrato, in aggiunta allo standard di cura, una riduzione stimata del 54% del rischio di peggioramento della HRQoL - rispetto al solo standard di cura.

I risultati ottenuti nei pazienti con tumore in fase metastatica e pesantemente pretrattati come quelli dello studio VISION rendono legittimo attendersi l’utilizzo del radioligando in una fase più precoce di malattia. A tale proposito sono in corso diversi studi.

28/11/2022

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