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Tampone molecolare (Pcr), test salivare, tampone rapido, test antigenico, test sierologico. Non mancano i metodi per scovare il virus del Covid. Sin dall’esordio della pandemia i sistemi per tracciare il da coronavirus Sars-Cov2 hanno avuto un ruolo principale. Del resto, fin dalla prima ondata del Covid-19 si è parlato dell'importanza delle 3T (Tracing, Testing, Treating) ossia della capacità del Sistema sanitario di agire sui tre fronti: tracciare i positivi e i loro contatti stretti; fare tamponi e altre indagini sierologiche sui sospetti positivi e trattare i pazienti in base all’intensità di sintomi e gravità dell’infezione, dal domicilio sino ai ricoveri in ospedale.

Il tema dei tamponi e dei test è diventato particolarmente rilevante, anche nel dibattito pubblico, da ottobre 2021, da quando cioè il green pass, ottenibile anche con test negativo, è diventato necessario per lavorare e, più ancora, nelle settimane successive, con l’arrivo della variante Omicron, molto più contagiosa delle precedenti.

Esistono varie modalità per svolgere gli esami fondamentali per stabilire la presenza del virus nell’organismo, ma sul campione - che può essere naso-faringeo o salivare - si possono fare due tipi di analisi: molecolare, che individua frammenti del materiale genetico del virus (Rna), e antigenico, che verifica la presenza di proteine del virus.

I primi, i test molecolari, sono stati introdotti all’inizio della pandemia, a marzo 2020, sono i tamponi Pcr, che si basano sull’identificazione dell’Rna virale, e utilizzano la Pcr (Polymerase Chain Reaction) per amplificare i frammenti di materiale genetico presenti in un campione naso-faringeo e confermare così la presenza del virus. I secondi, i tesi antigenici, sono invece test che cercano Sars-Cov-2 utilizzando degli anticorpi che possono riconoscere delle proteine (antigene) presenti sulla superficie del virus. Tendono a essere meno precisi - o meglio sensibili, cioè individuano più facilmente di falsi negativi -, ma sono molto più rapidi nel fornire un responso, e non necessitano di un laboratorio di analisi. Alcuni test rapidi, che si acquistano anche al supermercato, sono di autoanalisi, ma non sono riconosciuti per scaricare il green pass. Solo i test eseguiti negli hub, in farmacia e in laboratori medici permettono di scaricare il pass.

Tampone molecolare

È il primo test messo a punto, il più affidabile ed attendibile per la rilevazione dell'infezione da Sars-Cov2 (sensibilità ≥90% e specificità ≥97%) perché individua il materiale genetico (Rna) del virus nell'organismo. Un po’ fastidioso, visto che il campione è raccolto con un tampone naso-faringeo, dà il responso nel giro di 24-48 ore perché l’analisi utilizza metodi molecolari Rt-Pcr (Real time-Pcr) in laboratori specializzati.

Tampone antigenico o test rapido

Sono i test rapidi che si eseguono in farmacia e negli hub o anche in autonomia (si comprano in farmacia o al supermercato). Il test è in grado di identificare componenti proteici del virus (antigeni) nei campioni respiratori che vengono raccolti con la stessa modalità dei tamponi molecolari (naso-faringeo). I tempi di risposta sono nell’ordine dei 15-20 minuti: da qui il termine rapido visto che per il molecolare servono anche 48 ore. Sensibilità e attendibilità dei test rapidi però sono decisamente inferiori rispetto a quelli molecolari: a seconda della tipologia possono dare falsi negativi (quindi non identificare positivi, soprattutto se c’è bassa carica virale) in circa il 30% dei casi, contro il 3% del molecolare. Sulla base del contesto epidemiologico, l’esito del test deve essere confermato con test molecolare o con altra tipologia di test antigenico. Grazie all’uso dei test rapidi si riesce ad intercettare comunque un rilevante numero di contagiati, soprattutto se hanno alte cariche virali, che non sarebbero stati individuati in altro modo. Oltre ad essere contenuto nei costi, il test è utile in situazioni - come le scuole o gli aeroporti - dove è necessario testare con rapidità molti soggetti.

I tamponi o test salivari

Meno invasivi e più facili da eseguire, perché il campione è raccolto con il metodo lollipop, cioè con una specie di lecca-lecca, anche i test salivari si distinguono in due categorie: antigenici e molecolari. I risultati ottenuti con i test molecolari salivari, pur essendo paragonabili a quelli nasofaringei, non sono riconosciuti per ottenere il green pass. Attualmente, sono disponibili nel nostro paese entrambi i tipi. Gli antigenici rapidi su saliva sono economici (partono dai 4-6 euro), e forniscono un responso in appena 15-20 minuti. Ma a differenza dei tamponi antigenici rapidi nasofaringei - come si legge nella circolare del ministero della Salute di settembre - “non raggiungono i livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità”.

I test salivari trovano particolare impiego nei bambini perché sono meno invasivi e più facili da ottenere.

Test sierologici qualitativi e quantitativi

Sono dei test che, a differenza dei precedenti, non cercano il virus, ma la presenza nell'organismo di anticorpi contro il virus Sars-Cov2. Non sono in grado di confermare o meno un'infezione in atto, ma solo se è avvenuto il contatto con l’agente virale. Con questi test quindi si registra l'esposizione di un soggetto al virus e sono quindi importanti per la valutazione epidemiologica della circolazione virale. L'Istituto superiore di sanità (Iss) raccomanda l'utilizzo solo di quelli che hanno una specificità non inferiore al 95% e una sensibilità non inferiore al 90%.

Il test sierologico si effettua attraverso un prelievo venoso per i test sierologici quantitativi (si valuta presenza e livello degli anticorpi prodotti), con una goccia di sangue dopo un prelievo capillare per quelli qualitativi (si valuta solo la presenza di anticorpi).

Nello specifico, tali test valutano la presenza di due tipi di anticorpi: le immunoglobuline IgM e le IgG. Le prime vengono prodotte subito dopo il primo contatto con il virus, le seconde (IgG) indicano che si è instaurata una memoria - almeno temporanea - e che quindi l'infezione è avvenuta da diverso tempo. A differenza dei tamponi molecolari, che fotografano la situazione in tempo reale, i test sierologici sono in grado di dare informazioni sulla diffusione dell'infezione nella popolazione e quindi hanno un significato non tanto nelle ondate pandemiche, ma per una questione epidemiologica, per definire il livello di immunità di una popolazione.

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