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L’asma è una patologia molto diffusa, ma, nonostante ciò, la sua conoscenza nella popolazione è spesso vittima di falsi miti e pregiudizi, che alimentano comportamenti errati e ostacolano un corretto controllo dei sintomi.

Secondo la Global initiative for asthma (Gina), in tutto il mondo si registrano 300 milioni di persone affette da questa malattia e oltre 30 milioni solo in Europa. Un fenomeno importante, per una patologia infiammatoria che determina sintomi come tosse, affanno, respiro sibilante e senso di costrizione toracica, in forma anche molto severa e in grado di impattare pesantemente sulla qualità della vita dei pazienti.

Proviamo a sfatare nel dettaglio i falsi miti più diffusi relativi all’asma e capire quali siano i criteri di valutazione della gravità dell’asma e le raccomandazioni più importanti per evitare eccessive limitazioni nella quotidianità dei pazienti.

Asma e sport non vanno d’accordo: falso

Uno degli errori più comuni riguarda la impossibilità di svolgere attività sportiva da parte dei malati di asma. Questo atteggiamento non ha reali motivazioni a livello medico ma è dettato da una tendenza iperprotettiva, presente in particolar modo nei confronti dei pazienti pediatrici. La questione però va ribaltata, come sottolinea Fulvio Braido, Direttore dell’Unità di Area Critica per L'Insufficienza Respiratoria Cronica e i Disturbi Respiratori notturni presso l'Ospedale Universitario e di Ricerca “San Martino”di Genova: “in linea di principio, l’asma non dovrebbe precludere nessuna attività sportiva. È anzi dimostrato che l’attività fisica dovrebbe far parte di un piano terapeutico del paziente asmatico e che l’allenamento costante aiuta a potenziare tutta la muscolatura, compresa la muscolatura respiratoria”. Una prospettiva quindi del tutto diversa, che non vede nello sport una minaccia allo stato di salute del paziente, ma un supporto importante all’interno del processo di cura. L’attività fisica va pianificata insieme al medico specialista, che valuta il livello di controllo della patologia, ed effettuato tenendo sempre a disposizione il farmaco adatto in caso di attacco.

Sono possibili reazioni negative a seguito di attività sportiva, ma generalmente vanno imputate più che alla patologia stessa ad un suo cattivo controllo. L’asma da sforzo, come viene chiamata, è infatti un campanello d’allarme dell'inefficacia della terapia in uso, che deve essere riverificata.  In questo caso, è raccomandata quindi una visita di controllo dallo specialista.

Uno degli sport più indicati per pazienti asmatici è il nuoto, che si può arrivare a praticare anche ai massimi livelli, come testimoniano le numerose medaglie d’oro conquistate alle Olimpiadi proprio da parte di nuotatori affetti da questa malattia, come lo storico campione Mark Spitz.

L'asma è controllabile solo con steroidi ad alte dosi: falso

Un’idea molto diffusa è che per riuscire a tenere sotto controllo i sintomi dell’asma in maniera efficace l’unica soluzione sia ricorrere a farmaci steroidei ad alto dosaggio, ma le indicazioni terapeutiche affermano il contrario. In molti casi, infatti, l’asma può essere gestita attraverso steroidi per via inalatoria a basso dosaggio. Inoltre, i farmaci biologici sono diventati ufficialmente una valida opzione nei casi più gravi e si rivelano efficaci a controllare l’infiammazione, permettendo una riduzione della terapia steroidea, che determina maggiori rischi di effetti collaterali.

In assenza di sintomi d’asma è possibile interrompere la terapia: falso

Un altro luogo comune riguarda interruzione della terapia nei momenti in cui i sintomi non si manifestano. Si tratta di un atteggiamento sbagliato, perché l’asma è una malattia persistente e cronica, che prevede uno stato infiammatorio dei bronchi e che deve essere quindi trattata in maniera continuativa e regolare, in modo da prevenire gli attacchi ed evitare un aggravamento. La severità dell’asma è infatti direttamente collegata al controllo della patologia e dei suoi sintomi. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale che i pazienti assumano i farmaci in maniera regolare, seguendo scrupolosamente il piano terapeutico definito dallo specialista.

Per valutare il controllo della malattia da parte del paziente, è necessario verificare alcuni aspetti essenziali:

  • l’aderenza alla terapia;
  • le tecniche inalatorie;
  • la presenza di comorbidità;
  • l’esposizione a fattori di rischio;
  • la funzionalità respiratoria.

Questi fattori permettono di calibrare al meglio le terapie e renderle più efficaci. Per raggiungere una adeguata gestione dell’asma, il paziente deve sviluppare una profonda consapevolezza della malattia e una attenta capacità di autogestione, che si traduce in continuità e aderenza terapeutica, buona tecnica inalatoria e regolari visite di controllo.

Asma e gravidanza sono incompatibili: falso

L’asma può sembrare un limite invalicabile per una gravidanza e rappresenta un grave motivo di timore per le donne in età fertile che vorrebbero avere figli o che scoprono di essere incinte. Le fluttuazioni ormonali derivate dalla gravidanza possono effettivamente avere un impatto negativo sulle vie respiratorie e quindi peggiorare la severità dell’asma.

Le conseguenze della gravidanza sulle donne che soffrono di asma sono però molto varie:

  • in un terzo dei casi si assiste a un peggioramento dei sintomi (di solito nelle forme più gravi di asma);
  • in un altro terzo dei casi si verifica un miglioramento dei sintomi (generalmente nelle forme più lievi);
  • nell’ultimo terzo dei casi la situazione non cambia.

Una donna asmatica durante la gravidanza dovrebbe sempre proseguire la terapia, e non prendere troppo peso, per non aggravare il sintomo della dispnea. Oltre alle terapie per l'asma lieve e moderato, attualmente sono disponibili anche terapie biologiche per l'asma grave indicate in gravidanza.

La medicina può fare poco contro l'asma: falso

Spesso si reputa l’asma una condizione da accettare passivamente, senza che ci sia la possibilità di ottenere un concreto aiuto dalla medicina. In realtà, come abbiamo visto a proposito del controllo della patologia e dei nuovi farmaci a disposizione, l’efficacia delle terapie è nella maggior parte dei casi molto elevata e consente un’ottima gestione dei sintomi, anche nelle forme più gravi. Di solito, uno scarso controllo dell’asma è determinato da una cattiva aderenza terapeutica.

In alcuni casi, forme di asma giovanile, soprattutto se si manifestano già a partire dalla prima infanzia, sono in grado di regredire spontaneamente. In generale, però, l’asma è una malattia cronica che va gestita per tutta la vita, attraverso terapie adeguate e un attento monitoraggio, affidandosi sempre al parere di un medico specialista, pneumologo o allergologo, senza dar credito a pregiudizi privi di fondamento.

World Asthma Day 2021. Respiriamo Insieme e Federasma contro i falsi miti

Il tema della Giornata mondiale dell’asma 2021 è un invito ad affrontare i miti e le idee sbagliate sull'asma, che impediscono ai bambini e alle persone che ne sono affette, di trarre i migliori benefici dai progressi nella gestione di questa malattia. “La forza della nostra associazione è proprio l’azione che nel mese di maggio ci vedrà impegnati in due contest: l’#asmameme e l’AsmArt Attack”, spiega Simona Barbaglia, presidente dell’Associazione Respiriamo Insieme. L’obiettivo di queste iniziative è di “avviare un nuovo e più adeguato canale comunicativo, soprattutto nei più giovani – continua- fiduciosi che questo sia capace di produrre un cambiamento significativo e duraturo nella loro consapevolezza e gestione della malattia. Crediamo infatti che l’aderenza e il coinvolgimento possano essere raggiunti anche attraverso semplici azioni, come queste iniziative”.

Tra le proposte dell’associazione Respiriamo Insieme:

  • Rilancio del progetto RIC, uno spazio digitale di interazione e dialogo per accogliere, orientare, informare e dotare i pazienti di nuovi strumenti per gestire meglio la malattia grazie a un gruppo di medici, specialisti, psicologi e pazienti esperti.
  • Elaborazione dei primi risultati della survey sull’asma grave, recentemente messa on line per indagare questa malattia dal punto di vista del paziente, con l’obiettivo di raccogliere più informazioni possibili per modellare gli interventi migliori e su misura del paziente.
  • Rilancio della petizione per promuovere il giusto riconoscimento da parte delle istituzioni dell'asma grave (www.respiriamoinsieme.org/firma-la-petizione/) con la messa online del video su asma ed asma grave di #TELOSPIEGO®, realizzato in collaborazione con l’Associazione, con lo scopo di portare al grande pubblico informazioni scientifiche importanti attraverso un canale comunicativo accessibile e di facile comprensione.

Per Federasma e Allergie, la Giornata Mondiale dell’Asma non è che il primo appuntamento di un mese che da molti anni è interamente dedicato al respiro, con un impegno ancora più intenso nelle attività di tutela e soprattutto di prevenzione e divulgazione. I programmi di formazione dedicati ai pazienti sono stati, sin dal primo momento di fondazione della federazione, 27 anni fa, una priorità per rendere il paziente, il caregiver e i famigliari consapevoli e, di conseguenza, meno esposti a false credenze e a notizie prive di validazione scientifica. I programmi di formazione sono nati con la “scuola dell’asma” e negli anni si sono aggiunti, nelle scuole, programmi quali “Una scuola dall’aria sana”, “Asma Ranger”, “La scuola non è allergica”. Ogni iniziativa nasce dal dialogo e la stretta collaborazione con i medici cui, ancora di più nell’ultimo anno, è doveroso riconoscere il loro impegno e conoscenza scientifica. L’impegno di ogni singolo volontario e associazione ha lo scopo di combattere insieme per non vedere più nessuna sconfitta.

Questo il motivo per cui il Mese del Respiro 2021 è dedicato a Filippo Tesi, che ci ha lasciato da poco e che è stato sempre il primo sostenitore dei programmi di formazione per il paziente e per la sua famiglia, affinché si conosca sempre di più e meglio la malattia e la si possa controllare, vivendo una vita soddisfacente 

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