Otorinolaringoiatria
L'otorinolaringoiatria è quella branca della medicina che si occupa di prevenzione, diagnosi e terapia delle patologie del distretto testa-collo, quindi orecchio, naso e gola.
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L'otorinolaringoiatria è quella branca della medicina che si occupa di prevenzione, diagnosi e terapia delle patologie del distretto testa-collo, quindi orecchio, naso e gola.
L’otorinolaringoiatria, che nella formula abbreviata è nota come ORL, è la specialità medica che si occupa della salute delle strutture presenti nell’orecchio (O-oto), nel naso (R-rino) e nella gola (L-laringo). In presenza di disturbi o dolori a livello di questi organi, su consiglio del medico, può essere necessaria una visita otorinolaringoiatrica (ORL) per identificare i sintomi, fare diagnosi e impostare una terapia corretta di patologie che riguardano orecchio, gola e naso.
Le malattie dell’orecchio possono essere diverse. Disturbi e dolori a carico dell’apparato uditivo possono avere diverse cause, più o meno gravi. Quando, allora, si avvertono sintomi come dolore, fastidio all’orecchio o un calo dell’udito è molto importante rivolgersi tempestivamente all’otorinolaringoiatra.
Al medico infatti basta un esame con l’otoscopico, un semplice strumento in grado di osservare l’interno dell’orecchio, per scoprire le possibili cause del problema e indicare quindi la cura più corretta. Le cause più comuni di un disturbo all’orecchio sono:
Molto frequente, è una patologia di semplice soluzione. Il tappo è un’ostruzione dell’orecchio causata dall’accumulo di cerume che viene percepita solo quando si chiude completamente il condotto uditivo esterno.
I sintomi possono essere:
All’origine di questa condizione ci sono diverse cause:
Tecnicamente definita come la progressiva riduzione della capacità uditiva.
Se non è dovuta a un trauma, è una condizione legata all’avanzamento dell’età e interessa circa il 10% della popolazione mondiale. In presenza del sintomo principale, basta un esame audiometrico, semplice e non invasivo, per evitare la sordità. L’ipoacusia può essere dovuta a diverse problematiche:
Nota anche come orecchio del nuotatore, è un’infiammazione dell’orecchio esterno che si riconosce per la presenza di un forte dolore quando si tocca l’orecchio o si mastica.
È un disturbo dovuto alla lunga permanenza nell’acqua, del mare o della piscina, altera la cute del condotto uditivo che diventa più vulnerabile alla proliferazione di batteri, soprattutto nelle persone predisposte.
Il problema può manifestarsi anche in seguito a immersioni.
Nei casi più acuti si assume un antinfiammatorio steroideo locale e un antibiotico e, chiaramente, si evita il bagno in acqua.
Tra i sintomi principali si riconoscono:
Dovuta a un’infiammazione acuta dell’orecchio medio, ha origine da una complicanza di raffreddore e influenza.
Il muco infetto che si accumula nella tromba di Eustachio gonfia e infiamma la parte interna dell’orecchio, che si trova oltre la membrana del timpano, scatenando i sintomi dell’otite media sieromucosa:
Generalmente la cura consiste nell’assunzione di farmaci antinfiammatori steroidei e antibiotici, nel caso di una sovrainfezione.
È un’infiammazione dell’orecchio interno, più precisamente del labirinto (canali semicircolari dell’orecchio), che è coinvolto nel mantenimento della postura e del senso dell'equilibrio.
Da questo elemento si capisce perché la labirintite esordisce, in genere, con una sintomatologia acuta e violenta dovuta a un non corretto funzionamento del sistema vestibolare, cioè dell'equilibrio, con sintomi come vertigini, mal di testa, nausea e vomito, ma anche stordimento e ronzii.
L’infiammazione è spesso dovuta a un'infezione batterica o virale, quindi può derivare da una complicanza di un'otite o da un'infezione delle vie respiratorie superiori, ma anche da un trauma cranico (es. frattura della base cranica), una meningite, una reazione allergica o uno stress estremo.
Noti anche come ronzii, tinniti (tinnitus al singolare), è la sensazione di avvertire suoni come fischi, ronzii, fruscii, sibili, pulsazioni simili al battito del cuore, nella maggior parte dei casi nelle orecchie (acufeni uditivi), o nella testa, senza che questi siano realmente presenti nell’ambiente.
L’acufene può interessare un orecchio (monolaterale) o entrambi (bilaterale). Si può manifestare in assenza di stimoli acustici. L’acufene in alcuni casi può diventare cronico e portare anche a problemi psichici rilevanti come depressione, ansia e disturbi del sonno.
Descritte come la sensazione che l'ambiente circostante si stia muovendo o stia ruotando, possono essere dovute a problemi dell'equilibrio che coinvolgono il funzionamento dell'orecchio interno, ma anche da disturbi di alcune parti del cervello.
Questa percezione alterata può essere lieve, oppure così forte da non consentire di mantenere l'equilibrio e di svolgere le attività quotidiane.
Spesso le vertigini si manifestano anche con altri sintomi come, ad esempio, temperatura elevata, ronzio nelle orecchie (tinnito o acufene) e perdita dell'udito. Possono durare pochi secondi o alcune ore, ma nella maggior parte dei casi le vertigini migliorano e scompaiono senza cure.
Malattia di origine incerta, si caratterizza per la presenza di crisi episodiche (due volte l’anno) o ricorrenti (due volte al mese) di vertigini di durata variabile, acufeni e sordità fluttuante (che nel tempo può portare alla perdita dell’udito), perlopiù monolaterali, nausea e vomito.
La malattia di Ménière, che nell’80-90% dei casi è monolaterale, interessa soprattutto le donne, tra i 40 e i 60 anni d’età, e ha una prevalenza variabile tra i 30 e i 190 casi ogni 100.000 abitanti.
Secondo l’ipotesi più avvalorata, all’origine del disturbo ci sarebbe un idrope endolinfatica cocleovestibolare, cioè un aumento del liquido (endolinfa) che si trova nelle strutture membranose della coclea e del labirinto, i due organi dell’orecchio interno coinvolti nel regolare l’equilibrio.
Termine che definisce un dolore intenso, sordo o bruciante alle orecchie, può essere mono o bilaterale, durare poco tempo o persistere.
Nei bambini, tale sintomo è di solito dovuto a un’infezione o a un’irritazione provocata, ad esempio, dalla presenza di sapone o shampoo nell’orecchio.
Negli adulti di solito l’otalgia non è dovuta a un’infezione, ma a un problema a livello di denti, mandibola o gola.
L’otalgia può manifestarsi anche a seguito di traumi provocati da cambiamenti di pressione (in montagna per l’altitudine, o durante un volo aereo), accumuli di cerume o presenza di corpi estranei e timpano perforato.
Cioè una diminuzione della capacità uditiva, può essere causata da diversi fattori, primo tra questi, l’invecchiamento.
Negli anni, infatti, le cellule ciliate dell’orecchio interno si deteriorano riducendo progressivamente l’udito in un processo lento e graduale, di cui spesso non ci si accorge. Altre cause dell’incapacità di distinguere i suoni, comprendono traumi o malattie che colpiscono l’orecchio.
A seconda della sede e dell’entità del danno, le conseguenze possono essere lievi o gravi. La riduzione della capacità uditiva può alterare in modo più o meno elevato la comunicazione e l’integrazione sociale.
La sordità riscontrata nel neonato può avere un’origine ereditaria, virale come un’asfissia al momento del parto o ittero. Il bambino sordo dalla nascita o che lo diventa entro i tre anni di età, non è in grado di sviluppare il linguaggio senza un’adeguata terapia protesica.
Malattia della staffa (piccolo ossicino dell'orecchio medio), che causa una graduale perdita dell'udito e, se non curata, può degenerare in sordità completa.
È un tipo di sordità neurosensoriale che si presenta improvvisamente con sintomi percepiti, generalmente al risveglio, del tipo:
A questi sintomi si associa una perdita dell’udito nell’arco di 24-72 ore di almeno 30 decibel su tre frequenze sonore contigue, che significa percepire una normale conversazione come un sussurro. Se non si interviene tempestivamente si può rischiare una perdita uditiva permanente.
Nell’80% dei casi, l’ipoacusia improvvisa non è nota (idiopatica), negli altri casi può essere dovuta a infezioni virali, traumi (incidenti subacquei), embolie, tumori o malattie autoimmuni.
Spesso causato dall’esposizione a un rumore di decibel elevati, è una lesione all’orecchio interno.
Tale danno può verificarsi per l’esposizione a un singolo rumore molto forte o, per un periodo più lungo, a rumori a decibel significativi. Ci sono poi lesioni alla testa che possono causare trauma acustico, se la membrana del timpano si rompe, o se si verificano altre lesioni all’orecchio interno.
La gola è una struttura coinvolta in due funzioni fondamentali come respirare e deglutire: è infatti un tratto comune all’apparato respiratorio e digerente. La gola è costituita da tre parti:
Il termine “mal di gola” raccoglie una serie di disturbi a carico di queste parti anatomiche che possono essere scatenati da infezioni virali, batteriche, ma anche da allergie, reflusso gastroesofageo e fumo. Si distinguono in:
Cioè infiammazione della faringe (spesso definita “mal di gola” e che accompagna anche sindromi di raffreddamento e influenzali): è dovuta a infezioni che causano sintomi come gola secca e ingrossamento delle tonsille (tonsillite) che si associa a gonfiore del collo, febbre, cattivo odore in bocca e difficoltà a deglutire.
La faringite è uno dei sintomi principali anche della mononucleosi infettiva, la malattia abbastanza comune causata dal virus di Epstein-Barr (EBV, herpes virus umano tipo 4, HHV-4) e si manifesta anche con astenia, febbre e linfoadenopatia.
L’infiammazione delle prime vie respiratorie, può essere causata da virus, malattie allergiche o fumo, si manifesta con difficoltà respiratorie, raucedine e tosse anche severa. Quest’ultimo sintomo si può presentare anche in caso di reflusso gastroesofageo.
L’infiammazione che riguarda la laringe, struttura che ospita le corde vocali e collega le cavità nasali e il cavo orale con la trachea, si caratterizza per sintomi che coinvolgono le corde vocali.
Sono quindi segni clinici importanti la raucedine e i cali di voce.
L’anomalia dello sviluppo che si verifica durante la formazione dell’embrione (embriogenesi) interessa il palato molle e/o il palato duro (il tetto della bocca) che presenta una fessurazione di grandezza variabile.
In genere, è associata a un'altra malformazione congenita del viso: il cosiddetto labbro leporino (o cheiloschisi o labioschisi). La causa sarebbe dovuta a una combinazione di fattori genetici e ambientali.
La palatoschisi può comportare difficoltà nel succhiare il latte materno e nel mangiare, nel parlare, problematiche dentarie e predisposizione alle otiti dell'orecchio medio.
L’alterazione qualitativa o quantitativa della voce, può avere origine organica o funzionale. Sono cause organiche le laringiti, i traumi, le malformazioni congenite, la presenza di lesioni tumorali o di lesioni benigne - cioè polipi, noduli o cisti delle corde vocali.
Le cause funzionali comprendono l'uso eccessivo e/o scorretto della voce. Nel caso non sia nota la causa apparente, la disfonia si dice idiopatica.
Il dolore scatenato dall’irritazione di un nervo danneggiato può presentarsi in un punto qualsiasi del corpo. Le tre più comuni sono: la nevralgia del trigemino, che interessa il viso; la nevralgia intercostale, che determina un dolore a livello delle costole, e la sciatica, infiammazione del nervo che interessa la parte inferiore della schiena e si estende alle gambe.
Cioè l’alterazione o l’indebolimento della capacità di percepire e distinguere i sapori (facoltà gustativa), può essere dovuta a cause diverse: infezioni di bocca o lingua che alterano la percezione dei sapori, malattie neurologiche che non permettono al cervello di interpretare i gusti o patologie respiratorie, come sinusiti o riniti, che impediscono all’olfatto di decodificare i sapori (anosmia). Tali sintomi sono diventati indicativi dell’infezione da coronavirus Sars-Cov2 nelle prime ondate pandemiche del Covid.
Un disallineamento tra l’arcata superiore e inferiore dei denti che crea dei punti in cui il morso risulta storto. Questa condizione può provocare disturbi che possono riguardare anche dolore cervicale (cervicalgia), mal di schiena, mal di testa e acufene.
Mentre le malocclusioni dentali dovute ad abitudini comportamentali sbagliate si possono curare con apparecchi ortodontici mobili o fissi, le forme più gravi, dovute ad anomalie genetiche, richiedono un intervento di ortodonzia correttiva.
Dilatazioni abnormi, circoscritte e di solito multiple, delle vene sottomucose dell'esofago.
Sono una tipica conseguenza dell'ipertensione portale, cioè di un problema epatico. Solo in una piccola percentuale dei casi le varici esofagee hanno un'origine congenita. Se non adeguatamente curate, le varici esofagee possono rompersi determinando emorragie molto gravi, letali in un paziente su cinque.
Noto anche come tumore misto delle ghiandole salivari, è la più frequente neoplasia della parotide: rappresenta circa il 60-70% delle neoplasie benigne. È diagnosticato più frequentemente fra i 40 ed i 60 anni. Si presenta tipicamente come una massa dura a lenta crescita, senza dolore.
Nel 90% dei casi interessa la parte inferiore della ghiandola dietro la mandibola. Il restante 10% degli adenomi parotidei ha origine invece dal lobo profondo e si può estendere verso lo spazio parafaringeo.
Tecnicamente angioedema laringeo, è una complicazione che può presentarsi nel corso di una grave reazione allergica caratterizzata da gonfiore nella zona della gola.
Questa situazione è un'emergenza medica perché tale gonfiore può ostruire il flusso d'aria ai polmoni, impedendo la respirazione.
Lesione congenita che raramente si manifesta durante i primi mesi di vita. Generalmente si nota infatti in età prescolare come una tumefazione tondeggiante di 1-2 cm di diametro a livello della linea mediana del collo, subito al di sotto dell’osso ioide.
Cisti benigna da ritenzione che colpisce la ghiandola sottolinguale, dovuta al ristagno di saliva.
Si presenta come una tumefazione vagamente rotondeggiante, dalla superficie liscia, di consistenza molle, duro-elastica, di aspetto traslucido, che solleva la mucosa del pavimento della bocca.
Quando è molto voluminosa può causare problemi nella masticazione, deglutizione e anche nel parlare. Le cause determinanti la formazione della ranula sono generalmente l’infiammazione recidivante (scialoadenite) e la calcolosi della ghiandola stessa (scialolitiasi). Si ricorre ad asportazione chirurgica.
È una patologia caratterizzata dalla formazione di calcoli all’interno delle ghiandole salivari maggiori o nei loro dotti escretori.
Interessa le ghiandole sottomandibolari e, in misura minore, le ghiandole parotidi. È estremamente rara a livello delle ghiandole sottolinguali. La scialolitiasi colpisce prevalentemente il sesso maschile ed è più frequente in età media o avanzata.
La maggior parte dei tumori del distretto testa e collo ha origine dalla mucosa (epitelio) che riveste l’interno della laringe.
Molto più raramente interessa altri tessuti dell’organo (ghiandole, adenomi, tessuto muscolare). L’età media alla diagnosi è di 64 anni e nel 95% dei casi insorge dopo i 40 anni. Sono fattori di rischio per il tumore alla laringe (e, in generale, per tutti i tumori del cavo orale) il fumo di sigaretta, l’alcol e la presenza di infiammazioni croniche della gola.
Sono un problema del transito verso lo stomaco degli alimenti, dei liquidi, della saliva. All’origine di queste condizioni possono esserci delle disfunzioni motorie-neuromuscolari (ictus, Alzheimer, sclerosi multipla, tumori cerebrali, Parkinson), oppure ostacoli meccanico-anatomici.
Note sono, ad esempio, la parotite epidemica (comunemente conosciuta come "orecchioni"); meno frequenti, invece, la scialolitiasi, caratterizzata dalla presenza di calcoli salivari all'interno dei dotti escretori.
Oltre alla più comuni forme di scialolitiasi ci sono le scialoadeniti alitiasiche, cioè senza i calcoli salivari. Tra queste: la parotite giovanile ricorrente, che colpisce solo l’età pediatrica, la parotite da radioiodio, causata dal trattamento per il carcinoma della tiroide, e le parotiti ricorrenti da malocclusione e da bruxismo.
Esiste anche una patologia salivare dovuta a malattie autoimmuni, come la Sindrome di Sjogren, in cui sono presenti ectasie (dilatazioni) e stenosi (restringimenti) dei dotti salivari che richiedono trattamenti dilatativi con balloon simili a quelli utilizzati nelle angioplastiche.
Molto esposto, a causa della sua posizione, il naso può essere soggetto a intenso raffreddamento, infiammazione (rinite) e infezioni, ma anche traumi, quindi fratture ed epistassi (perdita di sangue). Le principali malattie del naso e dei seni paranasali comprendono:
Termine tecnico che indica l’infiammazione acuta e quindi l’ostruzione delle vie respiratorie nasali a cui si associano abbondanti secrezioni: si presenta nel comune raffreddore di origine virale, ma anche in risposta a fattori allergici.
Sono scatenate da allergeni, cioè sostanze presenti in casa o nell’ambiente che causano una reazione immunitaria esagerata a livello del naso: in funzione del tipo di allergene, le allergie possono essere stagionali (es. pollini) o perenni (es. acari della polvere, pelo di animale). Bruciore, prurito alle narici, naso che cola, starnuti e occhi rossi sono i sintomi più comuni di una reazione allergica. Nelle persone che soffrono di asma, le allergie possono anche innescare un attacco della malattia.
Un’infiammazione dei seni paranasali dovuta a virus, batteri o funghi, si distingue in:
Come ogni poliposi è caratterizzata dalla presenza di piccole escrescenze di natura benigna, che si sviluppano sulla mucosa nasale e dei seni paranasali.
A seconda delle loro dimensioni possono ostruire in modo diverso le vie aeree nasali, rendendo difficile la respirazione, dando ostruzione o congestione nasale associata a rinorrea, facendo perdere il senso dell’olfatto e del gusto, causando mal di testa, dolore e compressione facciale.
Spesso i polipi nasali si associano a patologie della mucosa respiratoria, come asma e sinusite. Quando i polipi sono di grosse dimensioni, per ridurre i sintomi associati si può ricorrere all’intervento chirurgico che spesso però non è risolutivo: nella maggior parte dei casi (70% circa), ricompaiono.
L’asma è una delle patologie più comuni, è caratterizzata da un’infiammazione cronica delle vie aeree che determina un’iperreattività a livello bronchiale. Questa reazione causa un’ostruzione reversibile delle vie aeree. Si manifesta con: tosse, respiro sibilante, fiato corto e senso di costrizione al torace, soprattutto di notte e al primo mattino.
Un arresto della respirazione durante il sonno della durata di almeno 10 secondi o superiore, può essere di tipo centrale (di origine neurologica), quando il respiro si ferma per mancanza di stimoli nervosi alla muscolatura respiratoria, oppure ostruttiva (O.S.A.: Obstructive Sleep Apnea), molto più frequente e provocata da un’ostruzione o collasso a livello delle prime vie respiratorie (naso).
L’apnea mista ha caratteristiche dei due tipi precedenti e deve essere considerata e trattata come un’apnea ostruttiva.
Cioè l'emissione, mentre si respira durante il sonno, di un suono roco e fastidioso, è dovuta alla difficoltà di passaggio del flusso d'aria durante la respirazione a causa di adenoidi e tonsille ingrossate, polipi nasali, rinite e sinusite, oppure dalla deviazione del setto nasale o dall'accumulo di secrezioni a livello delle alte vie respiratorie (raffreddore, allergia).
Quando si manifesta in età avanzata, il motivo è dovuto alla perdita di tono dei muscoli del palato molle, compresi quelli dell'ugola che riducono l’ampiezza delle vie aeree. È un sintomo tipico delle apnee notturne.
Sono fattori predisponenti al russamento l'obesità, il consumo di alcool e l'uso di farmaci ad azione sedativa.
La perdita di sangue venoso o arterioso dalla cavità nasale, può essere causata da traumi, infezioni delle vie respiratorie, crisi ipertensive o disturbi della coagulazione.
Non sono una malattia, ma sono un sintomo o la conseguenza di processi irritativi o infiammatori che si manifestano a carico della mucosa nasale che si secca in modo eccessivo.
Un’infezione batterica del vestibolo nasale, è accompagnata da sanguinamento quando le croste si distaccano. Si cura con una pomata antibiotica.
Generalmente causati da stafilococchi, possono dare disturbi che si diffondono alla punta del naso. Il trattamento prevede l’impiego di antibiotici, ma possono anche essere incisi e drenati per prevenire complicanze trombo-emboliche.
Problema molto comune, può causare bruciore al naso, starnuti, congestione nasale. Favorita da un clima secco e alcuni farmaci come gli antistaminici, i decongestionanti e gli antipertensivi, può facilitare infezioni e raffreddori. Umidificare l’ambiente è un modo per idratare le vie nasali e ridurre il rischio di secchezza.
A seconda delle strutture da cui hanno origine, si distinguono:
Condizione in cui la respirazione è difficoltosa a causa del disallineamento della sottile lamina osseo-cartilaginea che divide le due narici (setto nasale) che risulta quindi significativamente deviata a destra o a sinistra. Di solito questa condizione è asintomatica, ma in alcuni casi può causare: difficoltà respiratorie, epistassi frequente e disturbi del sonno.
Disturbo nella respirazione dovuto al rigonfiamento cronico della mucosa respiratoria molto irrorata da capillari che riveste tre strutture ossee (turbinati) che si trovano all'interno di entrambe le fosse nasali.
I turbinati hanno il compito di condizionare la temperatura e l'umidità dell'aria inspirata, oltre a contribuire al suo filtraggio.
I sintomi comprendono: naso chiuso, secchezza delle fauci (perché si respira a bocca aperta), rinorrea,diminuzione dell'olfatto, prurito nasale e tendenza al russamento o alle apnee notturne. Spesso il paziente con tale disturbo reagisce alla sensazione di naso chiuso utilizzando degli spray vasocostrittori che, a lungo andare, finiscono col peggiorare la situazione.
Alterazione, temporanea o permanente, dell’olfatto a causa di raffreddore o altre condizioni. Si distinguono: iposmia, diminuzione, anosmia, mancanza dell’olfatto, cacosmia (per l’abnorme sensazione di odori cattivi).
Sintomi delle malattie dell’orecchio, del naso e della gola
L’otorinolaringoiatra, a seconda dei sintomi riportati dal paziente, può effettuare l’ispezione dell’orecchio, del cavo orale e la palpazione del collo e prevedere alcune procedure:
Nel caso in cui siano presenti patologie, acute o croniche, o infezioni ricorrenti a carico di naso, orecchie e gola, ma anche del distretto facciale e cervicale, è utile rivolgersi all’otorinolaringoiatra.
Nel dettaglio si può richiedere la consulenza dello specialista quando si manifestano:
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