Gastroenterologia
La gastroenterologia è quella branca della medicina che si occupa dello studio, della diagnosi e della cura delle malattie che riguardano l'apparato digerente.
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La gastroenterologia è quella branca della medicina che si occupa dello studio, della diagnosi e della cura delle malattie che riguardano l'apparato digerente.
La gastroenterologia si occupa di studiare e trattare le patologie dell'apparato digerente, che riguardano quindi sia quelle del tratto superiore, ovvero esofago e stomaco, sia quelle del tratto inferiore, cioè intestino e colon-retto. Sono anche di pertinenza dello specialista gastroenterologo le patologie del fegato, delle vie biliari e del pancreas. Il medico specialista di questa area è il gastroenterologo. Le malattie gastroenterologiche sono tra le patologie più comuni nella popolazione italiana.
Alcune provocano sintomi acuti, che possono portare a manifestazioni gravi come l’emorragia digestiva e richiedere interventi di emergenza. Altre malattie, invece, hanno un decorso lento e tendono a cronicizzarsi, quindi a divenire permanenti, determinando spesso un impatto negativo sulla qualità della vita dei pazienti.
La visita gastroenterologica consiste in un’attenta valutazione dello stato di salute dell’apparato digerente del paziente. Per prima cosa il medico raccoglie le informazioni relativa alla storia clinica ed esegue una prima valutazione delle problematiche gastroenterologiche esistenti, che vengono indagate tramite palpazione diretta, percussione e auscultazione dell’addome.
Lo specialista tiene conto anche di eventuale familiarità del paziente a patologie gastroenterologiche, del suo stile di vita e di possibili altre patologie di cui è affetto.
Al termine della visita, il gastroenterologo può procedere alla prescrizione di una terapia o di ulteriori accertamenti, come endoscopie o radiografie.
Le malattie gastroenterologiche possono causare una sintomatologia abbastanza varia, che comprende di solito bruciore di stomaco, nausea, mal di pancia, gonfiore, difficoltà digestive (dispepsia), stipsi o diarrea. In caso di presenza di uno o più sintomi in maniera cronica o frequente, è consigliabile una valutazione specialistica.
Le patologie gastroenterologiche sono molteplici e varie e possono essere di natura infiammatoria o funzionale. Tra le più comuni rientrano le seguenti:
Dal bruciore di stomaco al rigurgito acido, fino a disturbi della deglutizione, problematiche comuni che possono tuttavia complicarsi e diventare patologie croniche.
In medicina si parla di malattia da reflusso gastroesofageo, una particolare malattia la cui origine va ricercata, per l’appunto, nel reflusso involontario di liquidi dal tratto gastroesofageo. Nelle persone sane il contenuto dello stomaco non raggiunge l’esofago in quanto quest’organo risulta chiuso ermeticamente da un muscolo e, pertanto, protetto dagli influssi dannosi dei succhi gastrici.
Normalmente questa barriera viene superata soltanto durante il vomito. La malattia da riflusso, per contro, è caratterizzata da un aumentato riflusso della secrezione acida gastrica nell’esofago. Ciò provoca danni notevoli alla mucosa sensibile dell’esofago. Già in presenza di piccoli disturbi, la mucosa dell’esofago può evidenziare lesioni importanti.
Da notare come la malattia da reflusso, spesso, tenda a peggiorare se non trattata in modo adeguato. Per evitare complicazioni è necessario instaurare una terapia attiva tale da ridurre la produzione del succo gastrico. E dato che, in seguito al miglioramento e interruzione del trattamento medico, si verifica sovente una riacutizzazione dei disturbi, è opportuno orientarsi su una terapia o lungo termine.
Come tutti i vocaboli medici che finiscono in "ite", gastrite è un termine generale che si riferisce a una condizione di infiammazione che, in questo caso, è a carico della mucosa gastrica che riveste le pareti dello stomaco.
L'infiammazione può insorgere in modo improvviso, dando luogo a un malessere gastrico di una certa intensità, ma di durata limitata nel tempo (gastrite acuta), oppure svilupparsi gradualmente, in modo più subdolo e meno evidente, ma persistendo poi come disturbo costante (gastrite cronica).
Spesso è associata alla presenza di Helicobacter pylori, oppure all’uso di alcuni farmaci o all'abuso di alcol. Può portare alla formazione di ulcere e a sanguinamenti.
I sintomi più comuni sono dolore, bruciore e crampi allo stomaco, nausea, vomito e sensazione di pienezza mangiato. Sono possibili trattamenti farmacologici, ma è importante anche curare l’alimentazione e limitare lo stress.
Infezione che riguarda lo stomaco e l’intestino, di solito causata da un virus chiamato rotavirus, oppure da batteri o parassiti. I sintomi tipici sono nausea, vomito e diarrea che possono anche determinare gravi fenomeni di disidratazione.
Per trattare questo disturbo, spesso è sufficiente assumere molta acqua e adottare un’alimentazione leggera. Nei casi più gravi e nei bambini, più esposti al rischio di disidratazione, si può ricorrere a terapia farmacologica.
Patologia cronica autoimmune che provoca una reazione immunitaria dell’organismo all’assunzione di glutine, presente in molti cereali, come orzo, frumento e segale.
La reazione immunitaria determina un’infiammazione a livello dell’intestino tenue che impedisce il corretto assorbimento dei nutrienti e compromette la salute del paziente, comportando diarrea, gonfiore addominale e meteorismo, crampi all’addome, perdita di peso e debolezza. Per evitare la reazione immunitaria, il paziente deve seguire una dieta rigorosamente priva di glutine.
Patologia molto comune, soprattutto nel sesso femminile, è caratterizzata da fastidio o dolore addominale, associati a disturbi della funzione intestinale.
I dolori di solito migliorano dopo l’evacuazione e sono collegati anche a emicrania, ansia, depressione, fibromialgia, fatica cronica, cistite e problemi nella sfera sessuale.
I trattamenti comprendono terapie farmacologiche, dieta specifica, corretta idratazione e attività fisica regolare.
Si tratta di erosioni di un tratto della mucosa gastrointestinale, tipicamente nello stomaco (ulcera gastrica) o nei primi centimetri del duodeno (ulcera duodenale), spesso causate da Helicobacter pylori o da farmaci antinfiammatori non steroidei.
Sono malattie croniche, che presentano riacutizzazioni ricorrenti. Possibili complicanze sono emorragie, perforazione del viscere e il restringimento del passaggio per il cibo (stenosi pilorica). I trattamenti riguardano l'eradicazione dell’eventuale batterio e la riduzione dell'acidità gastrica.
Malattia infiammatoria intestinale che determina un’infiammazione cronica della parte inferiore di intestino tenue, dell’intestino crasso o di entrambi, ma può coinvolgere qualsiasi parte del tratto digerente. Può essere causato da un’alterazione del funzionamento del sistema immunitario. I sintomi più comuni sono diarrea cronica, a volte emorragica, dolore addominale crampiforme, febbre, perdita dell’appetito e calo ponderale.
Non esiste cura risolutiva, il trattamento è mirato ad attenuare i sintomi e a ridurre l’infiammazione, ma in alcuni casi si deve ricorrere all’intervento chirurgico e all’asportazione di tratti dell’intestino.
La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica che colpisce l'intestino crasso, interessando dapprima il retto, per poi eventualmente estendersi a tutto il colon.
I sintomi tipici sono il dolore addominale e la diarrea, spesso frammista a sangue e a perdite mucose. A differenza del morbo di Crohn (un'altra malattia infiammatoria cronica dell'intestino), la colite ulcerosa interessa soltanto gli strati più superficiali del lume intestinale, senza estendersi a quelli sottostanti; inoltre, le manifestazioni rimangono localizzate a livello dell'intestino crasso, mentre nel morbo di Crohn possono interessare anche altri tratti del tubo digerente.
Allo stato attuale la colite ulcerosa non conosce né un'origine certa, né una cura definitiva, ma le terapie farmacologiche disponibili sono in grado di ridurne i sintomi e prevenirne le complicanze; in alcuni casi l'efficacia è tale da favorirne addirittura la remissione spontanea nel lungo periodo di tempo.
Tra i sintomi del cancro del colon-retto rientrano la presenza di sangue (di colore rosso chiaro oppure scuro) nelle o sulle feci, la modificazione dell’attività intestinale (costipazione o diarrea) senza motivo per più di sei settimane, la perdita di peso senza motivo, il dolore localizzato all’addome o all’ano, la sensazione di svuotamento incompleto dell’intestino dopo l’evacuazione.
Talvolta anche un senso di spossatezza può essere un sintomo di malattia e succede nei casi in cui il tumore causa un sanguinamento, inducendo in tal modo una condizione di anemia, che, a sua volta, può causare una sensazione di mancanza di respiro.
In alcuni casi il tumore può determinare il blocco o l’ostruzione dell’intestino, che si manifestano con nausea e vomito, costipazione, dolore localizzato all’addome e sensazione di pienezza. Anche se questi sintomi possono essere causati da altre condizioni patologiche è molto importante recarsi sempre dal medico per un controllo.
I tumori del colon-retto sono più frequenti nelle persone di età superiore a 50 anni, mentre sono più rari nelle persone più giovani. Per tale motivo i sintomi descritti possono essere indicativi di altri disturbi. Se i disturbi intestinali non migliorano nel giro di qualche settimana o addirittura peggiorano, consultate uno specialista, che vi sottoporrà a tutti gli accertamenti che riterrà più opportuni per scoprire la causa.
Fra le patologie del fegato più diffuse, rientrano le seguenti:
Gli accertamenti più frequentemente prescritti in ambito gastroenterologico sono:
È consigliabile sottoporsi a una visita gastroenterologica quando si manifestano sintomi a carico di uno o più organi dell'apparato digerente che perdurano per più di 2 giorni. I segnali da tenere sotto controllo sono dolore gastrico o epigastrico, bruciore di stomaco, stitichezza o diarrea. Bisogna rivolgersi a un gastroenterologo anche nel caso in cui vegano rilevate anomalie in analisi di laboratorio che potrebbero indicare malattie dell’apparato digerente, se si verificano problemi a gestire una pregressa malattia in questo ambito oppure se si avverte la necessità di ottenere un secondo parere su diagnosi o approccio terapeutico.
Prima di sottoporsi a una visita gastroenterologica non sono di solito richieste particolari procedure preparatorie. Si raccomanda solo che il paziente porti con sé i risultati di eventuali esami già effettuati insieme a tutta la documentazione medica che si possiede relativa al problema gastroenterologico. Al termine della visita potranno essere richiesti accertamenti specialistici che possono richiedere, come prima indicato, specifiche preparazioni. Il medico gastroenterologo offrirà in caso tutte le indicazioni a proposito.
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