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Disturbi intestinali, noti anche come diarrea del viaggiatore, sono fenomeni molto ricorrenti in viaggio, e si stima colpiscano ogni anno fra il 20 e il 30 per cento delle persone che effettuano viaggi internazionali, quindi circa 10 milioni di individui.

Sintomi iniziali e cause

Le cause principali sono agenti infettivi come batteri, di cui il più frequente è l’Escherichia coli. In altri casi i responsabili possono essere virus e parassiti. Il contagio di solito avviene tramite ingestione di acqua o cibo contaminati.

L’esordio tipico comprende:

- 4 o 5 movimenti intestinali abbondanti al giorno;
- nausea;
- vomito;
- crampi addominali;
- febbre.

Nella maggior parte dei casi i sintomi si risolvono autonomamente nel giro di un paio di giorni, ma possono sopraggiungere conseguenze più serie per determinate categorie a rischio.

Categorie a rischio

Gli individui che rischiano un’evoluzione più seria di questo disturbo sono bambini, anziani e persone affette da malattie infiammatorie intestinali o da diabete. Il pericolo più grave è collegato alla disidratazione. Per questi individui si raccomanda particolare attenzione, soprattutto se si recano in paesi con condizioni igienico-sanitarie di basso livello.

Prevenzione

I paesi a rischio più elevato sono considerati quelli in via di sviluppo dell’America Latina, dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia. In caso di viaggi in queste zone è meglio adottare alcuni comportamenti preventivi, evitando di:

- mangiare pesce e carne crudi o poco cotti;
- bere acqua del rubinetto;
- mangiare frutta e verdura con la buccia;
- consumare ghiaccio.

Per i soggetti a rischio possono essere indicatiil vaccino orale anticolera o terapie di profilassi, misure da valutare però attentamente con il proprio medico.

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