La pandemia ha riacceso l'attenzione sulla farmacovigilanza e sul ruolo della segnalazione spontanea. Rimane però ancora un gap culturale da colmare. Gran parte dei medici non sanno che i dati sono raccolti e condivisi a livello internazionale e che sono sottoposti a revisioni periodiche. La singola segnalazione può avere grande valore. Guardando al futuro, il sistema di segnalazione spontanea sarà integrato a sorveglianze attive che sfrutteranno tecnologie e banche dati in continuo aggiornamento, come spiega Gianluca Trifirò, medico farmacologo, professore Ordinario di Farmacologia presso l’Università di Verona e coordinatore del Gruppo di Lavoro in Farmacovigilanza, farmacoepidemiologia, farmacoeconomia & Real World Evidence (3F&Rwe) della Società italiana di farmacologia (Sif)
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