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Subdola e devastante, può arrivare persino a spingere una giovane mamma al suicidio. È quello che è successo a un’infermiera 36enne della provincia di Treviso, appena diventata mamma, che si è trovata in una condizione insopportabile per lei e, dopo aver scritto un biglietto alla famiglia, si è tolta la vita ponendo fine a quel dolore, per lei incurabile. Questo fatto di cronaca risale al settembre 2021. Ma anche se, fortunatamente, non tutte le donne arrivano a compiere gesti estremi, tuttavia la depressione post-parto colpisce molte neo-mamme. Si stima che nel nostro Paese siano oltre 90.000 le donne che soffrono di disturbi depressivi e di ansia nel periodo perinatale (dati Fondazione Onda), che comprende la gravidanza, il puerperio e i dodici mesi successivi al parto. A esserne colpite sono circa il 16% delle donne nel periodo della maternità, con percentuali dal 10-16 al 14-23% in gravidanza e dal 10-15 al 20-40% nel post partum.

Si tratta, però, di stime approssimative – avverte la Fondazione Onda - essendo questi quadri clinici frequentemente non riconosciuti sia dalle donne sia dai medici.

Sono soprattutto donne che hanno già sofferto di depressione vera e propria o anche solo di depressione cosiddetta «sottosoglia» (con sintomi attenuati, spesso non diagnosticata) a essere esposte al rischio della depressione perinatale, oppure quelle che hanno specifiche caratteristiche sociodemografiche, come una condizione economica precaria, assenza del partner, età molto giovane, una gravidanza non programmata, aver subito violenza dal partner, avere una storia recente di eventi di vita negativi.

Secondo una ricerca condotta dal Medical Research Council di Londra, invece, la depressione post partum colpisce una neomamma su tre. Sono molte, infatti, le donne che, dopo aver dato alla luce il proprio figlio, cominciano a soffrire di disturbi depressivi. Ma come si può capire e, soprattutto, curare?

I sintomi più comuni della depressione post-parto includono crisi di pianto; disturbi del sonno e dell’appetito, con perdita o aumento di peso; iperattività motoria o letargia; ridotta capacità di pensare o concentrarsi; stanchezza eccessiva; sensi di colpa; bassa autostima; sentimenti di impotenza e di inadeguatezza; pensieri ricorrenti di morte. Tutti campanelli d’allarme che si aggiungono all’irritabilità e all’umore altalenante, depresso per la maggior parte della giornata, e all’apatia.

Quali siano i reali motivi che portano al verificarsi di un episodio depressivo in questo periodo specifico della donna ancora non è del tutto chiaro. Ci sono, però, fattori che concorrono alla comparsa della depressione post parto: episodi di depressione precedente o in gravidanza, il crollo ormonale, il timore di non essere all’altezza e il proprio aspetto fisico che cambia. Molte donne vivono questo periodo con un forte stress.

La prima raccomandazione, consigliano gli esperti, è che i medici indirizzino verso interventi di consulenza le donne più a rischio di depressione perinatale.

Avere un buon supporto familiare è importante nel periodo post partum, e alleviare la neomamma dalle fatiche, anche con un appoggio emotivo, diventa un comportamento basilare. Inoltre, è importante condividere le preoccupazioni con le persone care, gli stati d’animo anche negativi con il partner, con cui è importante mantenere dialogo e condivisione, e  qualora se ne ravvisasse l’esigenza, rivolgersi ad uno specialista.

Una donna che soffre di depressione post-partum ha bisogno di ritrovare la fiducia nelle proprie capacità di madre, a volte di ricostruire la relazione con il proprio bambino, sempre di essere accolta, ascoltata, sostenuta e liberata dai sensi di colpa e di vergogna che questa sofferenza le ha provocato, minando profondamente la sua autostima e l’immagine di sé come donna e come madre.

È bene aiutare la mamma a non farsi sopraffare dalle incombenze familiari, domestiche e lavorative. L’alterazione del riposo notturno incide in modo molto pesante sulle energie fisiche e sull’umore. È importante riuscire a riposarenelle stesse ore del neonato, più volte nel corso della giornata. Aiuta anche seguire una dieta equilibrata senza eccitanti come alcol e caffè.

I percorsi di cura sono diversi e dipendono dalla storia e dal disturbo della donna. Si può ricorrere alla psicoterapia singola o di coppia. Eventualmente è possibile integrare il percorso con una terapia farmacologica prescritta da un medico, che valuterà anche l’impatto sull’allattamento.

Il segreto per uscire dal tunnel della depressione post partum sta nell’avere il coraggio di esprimere le proprie incertezze e soprattutto di chiedere aiuto.

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