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Anche se il virus Sars-CoV-2 manifesta ancora una certa "imprevedibilità", sarà un vaccino annuale, come quello per l’influenza a proteggerci dal Covid, secondo lo "scenario più plausibile" degli esperti dell'Agenzia europea del farmaco (Ema). Di certo, "il virus rimarrà e va gestito al meglio" e bisogna cominciare a pensarci da subito, per farsi trovare pronti, secondo Marco Cavaleri, responsabile della strategia per le minacce sanitarie e i vaccini dell'ente regolatorio Ue, dopo che una settimana fa è rimbalzato sui media americani un documento della Food and drag administration (Fda) che mostra come anche l'agenzia, oltreoceano, stia valutando e pianificando un possibile schema annuale per le vaccinazioni Covid, sul modello influenza.

"Noi ne avevamo già parlato l’anno scorso e concordiamo che ragionare in termini di rivaccinazione annuale, con possibile vaccino aggiornato, rimane lo scenario più plausibile, nonostante le incertezze relative a un virus ancora poco prevedibile", osserva Cavaleri. L'Agenzia europea del farmaco, effettivamente, già a luglio 2022, parlando dei futuri vaccini Covid e delle modalità di approvazione, accennava al fatto che "potremmo essere in grado di spostarci verso un quadro simile a quello" attualmente usato "per i vaccini antinfluenzali, che non richiede la presentazione di dati clinici prima dell'approvazione del vaccino aggiornato annualmente". E aveva ribadito ancora a dicembre scorso, per voce proprio di Cavaleri, che probabilmente finiremo a dover "aggiornare regolarmente i vaccini anti-Covid per offrire la rivaccinazione ai gruppi vulnerabili, come facciamo" ogni anno "con il vaccino antinfluenzale".

Dal canto suo, l'Organizzazione mondiale della sanità si è mostrata più cauta: il segretario esecutivo del gruppo consultivo strategico Sage, Joachim Hombach, nei giorni scorsi ha evidenziato che sarebbe prematuro dare ora una risposta definitiva su quanto spesso dovremo ripetere la vaccinazione, perché il virus sembra ancora instabile e non è diventato del tutto stagionale ma, allo stesso tempo, ha ammesso che una vaccinazione annuale è ipotizzabile. Anche all'Ema la riflessione è in corso. "Entro fine marzo il quadro sarà più chiaro", dice Cavaleri, che spiega come l'attività decisionale e di pianificazione "riguarderà soprattutto l'eventuale aggiornamento dei vaccini. Valuteremo con Fda come gestire questi aggiornamenti - continua - con la speranza di poter poi avere un accordo globale, con criteri e tempistiche uniformi nei due emisferi. Saranno ancora soluzioni provvisorie che potrebbero necessitare di aggiustamenti in corso d'opera, ma è bene porre le basi fin da ora".

Una linea, quella di muoversi per tempo, che mette d'accordo tutti, anche l'Oms, come ha spiegato ancora Hombach evidenziando, sempre nei giorni scorsi, l'importanza che queste discussioni abbiano luogo, e che si inizi a delineare quella che potrebbe essere una via da seguire. L'Oms stessa affronta rivalutazioni continue su Covid come quella che ha portato alla riconferma dello status di emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale (Pheic). E che potrebbe portare invece fra qualche mese a un eventuale 'declassamento'.

Il direttore generale dell'agenzia Onu per la salute, Tedros Adhanom Ghebreyesus, si è detto ottimista al riguardo, nel suo discorso pronunciato lunedì alla 152° sessione del Consiglio esecutivo dell'Oms: "Rimaniamo fiduciosi del fatto che nell'anno che viene", il 2023, "il mondo passerà a una fase nuova". E "la vaccinazione rimarrà una parte essenziale del nostro approccio". Proprio per questo, ha concluso, "stiamo ora lavorando per determinare il meccanismo più efficace per consigliare Stati membri e produttori sulla composizione dei vaccini e la frequenza delle vaccinazioni". E tutto questo, conclude Cavaleri, "è indipendente dalla dichiarazione di fine pandemia. Il virus rimarrà e va gestito al meglio", ripete.

02/02/2023

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