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Covid. Malattie cardiovascolari in aumento. Siprec: ripartire da prevenzione

A causa della pandemia, le malattie cardiovascolari sono in aumento in Italia. "Dagli studi epidemiologici - sottolinea Massimo Volpe, presidente della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec) - emerge che stiamo diventando un popolo sempre più obeso, diabetico, iperteso, affetto da dislipidemia. Ciò significa che da una parte vi è stato un incremento assoluto dei fattori di rischio, mentre dall'altra una riduzione degli obiettivi da perseguire".

Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nel mondo, con una stima di circa 17 milioni di decessi l'anno, ricorda la Siprec. In Italia, queste patologie sono responsabili del 35,8% di tutti i decessi (32,5% negli uomini e 38,8% nelle donne), superando i 230 mila casi annuali. "L'impatto del Covid-19 ha provocato un enorme peggioramento", rilevano gli esperti. "Anzitutto, le malattie cardiovascolari rappresentano un moltiplicatore per la letalità del Covid. Inoltre, la pandemia ha comportato una drastica riduzione di controlli ed esami, oltre a penalizzare una corretta alimentazione e sani stili di vita, base della prevenzione. Si pensi - ricordano - che nel periodo del primo lockdown, e in parte ancora oggi, si è assistito a una riduzione di quasi il 50% nelle ospedalizzazioni per infarto del miocardio, con un parallelo aumento della mortalità per infarto e delle relative complicanze". La parola d'ordine, per gli specialisti, è ripartire dalla prevenzione.

A delineare nel dettaglio la situazione è il documento scientifico Prevenzione Italia 2021, presentato in occasione della prima Giornata italiana per la prevenzione cardiovascolare promossa da Siprec, frutto di un lavoro coordinato da Volpe che ha coinvolto 21 società scientifiche e 55 autori. "Questo documento spiega ciò che è accaduto negli ultimi 10 anni - riferisce Volpe - analizzando gli studi epidemiologici fatti sia su tutto il territorio nazionale che in specifiche comunità locali".

Sono due le tematiche importati su cui si è focalizzata l’attenzione degli esperti: l'impiego della telemedicina e la promozione dell'aderenza agli stili di vita virtuosi e alle terapie farmacologiche, fortemente penalizzati durante la pandemia. “Auspichiamo una maggiore consapevolezza dell'importanza e dell'incidenza delle malattie cardiovascolari nelle vite dei singoli e nell'intera comunità – aggiunge Volpe-. In un momento in cui la campagna vaccinale contro il Covid inizia a produrre i suoi effetti, dobbiamo ripartire anche sotto il profilo della promozione della salute, quindi della prevenzione".

Le malattie cardiovascolari sono tuttora anche la prima causa di ricovero ospedaliero in Italia (14,5% di tutti i ricoveri, circa 1 milione di ricoveri/anno), evidenzia la Siprec. Nel 2015, il 40% degli italiani, ovvero più di 20 milioni, sono ricorsi alle cure mediche per patologie croniche, di cui quelle di gran lunga più diffuse erano quelle cardiovascolari. La prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare è risultata piuttosto elevata e, complessivamente, in costante e continua crescita rispetto a quanto osservato degli anni precedenti. Nel 2017, il 24,8% degli uomini e il 14,9% delle donne hanno riferito abitudine al fumo; inoltre, il 43% degli uomini e il 28,4% delle donne sono risultati essere in sovrappeso, mentre l'11,8% degli uomini e il 9,4% delle donne sono risultati obesi. Il 38,1% è risultato non praticare né attività fisica né sport, il 17,8% circa affetto da ipertensione arteriosa e il 5.7% affetto da diabete mellito. Queste ultime percentuali aumentano considerevolmente nelle categorie di soggetti anziani e grandi anziani.

"I fattori di rischio per le malattie cardiovascolari compaiono dai 35-40 anni - avverte Giovambattista Desideri, direttore della cattedra di Geriatria all'Università degli Studi dell'Aquila - Da qui si evincono due riflessioni: anzitutto, la prevenzione dell'anziano deve iniziare in età giovanile; in secondo luogo, la gestione del paziente in età geriatrica può avvenire attraverso il controllo ottimale della pressione arteriosa per monitorare l'ipertensione, assai diffusa e principale causa di ictus in questi soggetti, oltre che una delle principali cause di declino cognitivo e di demenza".

21/05/2021

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