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In tutta Europa, dall’inizio della pandemia, sono state 1 milione le diagnosi mancate di tumore ed entro il 2040 è previsto un incremento del 21% di nuovi casi di cancro. Lo rileva l'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) in occasione dell’apertura del Congresso 2021 dell’Esmo (European Society for Medical Oncology) che vede la partecipazione di oltre 19mila specialisti da ogni parte del mondo.

Le conseguenze dell’interruzione alla regolare assistenza ai pazienti, registrata nel 2020-21, avrà conseguenze soprattutto in termini di neoplasie individuate a uno stadio più avanzato. Inoltre, anche a causa dei lockdown, alcuni stili di vita errati risultano ancora più diffusi. Oltre 10 milioni di cittadini, pari al 18% degli over 14, fuma regolarmente. Il 16% consuma ogni giorno dosi eccessive di alcol e ben il 35% degli adulti invece non pratica alcuna attività fisica o sport. Mentre il 46% è in sovrappeso e il 10% addirittura obeso. Quadri molto pericolosi che vanno contrastati iniziando con un forte rilancio della prevenzione oncologica primaria e secondaria.

"La costante emergenza sanitaria del Coronavirus - afferma Giordano Beretta, presidente nazionale Aiom - continuerà ad avere effetti negativi nel lungo periodo sui vari sistemi sanitari, distogliendo risorse umane ed economiche da altri ambiti medico-scientifici. Il migliore investimento per il futuro è favorire il più possibile la prevenzione. Oltre il 40% di tutti i casi di cancro è evitabile seguendo regole semplici, note ma non sempre rispettate. Come Società Scientifica - prosegue Beretta - siamo da sempre impegnati anche in iniziative educazionali rivolte al grande pubblico e non solo agli specialisti medici”.

"Già prima dell’esplosione della pandemia, nel 2019 i tassi d’adesione agli screening contro i tumori erano decisamente bassi - ricorda il presidente eletto Aiom, Saverio Cinieri -. Le percentuali si attestavano al 53% per il tumore del seno, al 38% per quello alla cervice uterina e al 40% per il carcinoma colon-rettale. Esistono però - rileva Cinieri - forti differenze tra i vari territori. Per esempio in alcune Regioni del Sud il tasso d’adesione alla ricerca del sangue occulto nelle feci è solo del 5%. Sono dati decisamente bassi e che sono peggiorati con l’avvento del Coronavirus, dal momento che la pandemia ha più volte interrotto, o comunque reso più difficile, il regolare svolgimento di questi esami. È giunto il momento - afferma - per lanciare sull’intero territorio nazionale nuove iniziative a favore anche della prevenzione oncologica secondaria".

Ma il Covid ha colpito direttamente anche molti malati di tumore. Secondo un nuovo studio condotto su oltre 1.500 pazienti oncologici colpiti da virus e presentato all'Esmo, è stato dimostrato come un malato su sei presenti sintomi da Long-Covid. Le conseguenze maggiormente riscontrate sono state: sintomi respiratori (49%), affaticamento (41%) e problemi neuro-cognitivi (7%). "La condizione di Long Covid - sottolinea Beretta - può influenzare negativamente l’andamento delle cure antitumorali. Abbiamo una nuova dimostrazione inequivocabile di come la pandemia continui ad avere conseguenze sugli oltre 3 milioni di italiani colpiti da una forma di cancro. Per questi uomini e donne - sollecita il presidente eletto - la terza dose del vaccino anti-Covid deve essere somministrata il prima possibile per evitare ulteriori complicanze e rischi".

16/09/2021

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