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La Febbre mediterranea familiare (FMF) è una malattia genetica provocata da una mutazione del gene MEFV. I pazienti soffrono di attacchi ricorrenti di febbre, accompagnati da dolore addominale o toracico oppure dolore e gonfiore articolare. Si manifesta prima dei 20 anni in circa il 90% dei pazienti, ma in oltre la metà dei casi, la malattia compare nel primo decennio di vita. I maschi sono leggermente più colpiti delle femmine (1,3:1). La malattia in genere colpisce le popolazioni di origine mediorientale e mediterranea, in particolare: ebrei (soprattutto sefarditi), turchi, arabi e armeni. La frequenza di questa malattia nelle popolazioni ad alto rischio è di circa uno su 1000, mentre è rara negli altri gruppi etnici. Tuttavia, dopo la scoperta del gene associato alla patologia, è stata diagnosticata più spesso anche tra le popolazioni in cui si pensava fosse molto rara, come italiani, greci e americani.

Cause

Il gene responsabile della febbre mediterranea è il MEFV che si trova sul cromosoma 16 e regola il funzionamento di una proteina (pirina o marenostrina) che interviene nella risoluzione naturale dell’infiammazione. La mutazione di questo gene determina la sintesi di una proteina che non funziona adeguatamente, così si hanno attacchi di febbre. La Febbre mediterranea familiare viene trasmessa con carattere autosomico recessivo, ciò significa che per essere affetti i pazienti devono aver ereditato entrambi i geni MEFV mutati: sia quello ereditato con il cromosoma 16 materno che quello ereditato con il cromosoma 16 paterno. Ciò significa che entrambi i genitori sono portatori di malattia. Anche i soggetti che presentano una mutazione in una sola copia del gene (cosiddetti eterozigoti) possono presentare sintomi e richiedere terapia.

Sintomi

La Febbre mediterranea familiare si manifesta di solito prima dei 10 anni di vita. I sintomi caratteristici sono gli episodi febbrili ricorrenti che si verificano con una frequenza variabile, insorgono rapidamente e durano 1-2 giorni. Nel 95% dei casi, alla febbre si associano sintomi a carico dell'apparato gastrointestinale come il vomito e la diarrea, ma soprattutto il dolore addominale che talvolta può essere talmente marcato da mimare una appendicite o un'altra condizione chirurgica.  

I pazienti possono presentare dolore toracico, dolore o tumefazione testicolare, una eruzione cutanea detta rash erisipela-like, dolore o gonfiore articolare. Quando presente, il coinvolgimento articolare si presenta usualmente come tumefazione di una singola articolazione (di solito ginocchio o caviglia), che può essere talmente gonfia da impedire di camminare correttamente, generalmente accompagnata dalla tipica eruzione cutanea rossastra sull'articolazione coinvolta. Gli attacchi di malattia possono insorgere spontaneamente o essere scatenati da determinati fattori quali lo stress sia fisico sia psichico, il ciclo mestruale, uno stile di vita irregolare. La febbre può essere l’unico sintomo, soprattutto durante l’infanzia.

Diagnosi

La malattia viene diagnosticata in base alla storia clinica del paziente e alla visita medica. Se effettuati durante gli episodi febbrili, gli esami del sangue mostrano un marcato aumento dei parametri dell'infiammazione (Globuli bianchi, VES, PCR, Sieroamiloide A). Se invece vengono effettuati al di fuori dell'episodio acuto gli indici di infiammazione possono risultare lievemente alterati o del tutto normali.

La diagnosi viene confermata attraverso l'analisi molecolare del gene MEFV che viene effettuata presso laboratori di genetica specializzati e non è pertanto disponibile presso tutti i laboratori. È importante che il risultato dell'esame genetico venga interpretato da medici con esperienza in questo campo perché non tutte le mutazioni eventualmente riscontrate nel gene sono causa di malattia. Esistono alcune mutazioni innocue (i cosiddetti polimorfismi), che non causano nessun problema e si trovano anche nei soggetti sani. I soggetti portatori di tali polimorfismi, (anche se presenti in duplice copia) sono da considerare sani e non malati. Se l'analisi genetica viene erroneamente interpretata pertanto c'è il rischio di considerare malati soggetti che in realtà non lo sono.

Cura

La FMF non può essere curata ma può essere trattata. La colchicina è il trattamento di riferimento e la sua efficacia si manifesta con la completa scomparsa degli episodi febbrili e dei sintomi associati nella maggior parte dei pazienti. Tuttavia, in una percentuale di pazienti la colchicina non riesce a controllare la malattia o non è ben tollerata. In questi casi si utilizzano i farmaci biologici diretti contro la molecola responsabile dei sintomi caratteristici della malattia (chiamata interleuchina 1 beta). L’interleuchina-1 beta è prodotta in eccesso dal sistema immunitario a causa della mutazione del gene MEFV ed è responsabile dell'infiammazione in questa malattia. La terapia, qualunque essa sia, dovrà essere assunta per tutta la vita. Se la terapia viene sospesa gli attacchi si ripresentano.

Prognosi

Se la terapia viene assunta correttamente e soprattutto in maniera regolare, i pazienti non svilupperanno nessuna complicanza e avranno una buona qualità di vita. Qualora invece la malattia non venga diagnosticata oppure la terapia non venga correttamente assunta, i pazienti con Febbre mediterranea familiare sono a rischio di sviluppare una complicanza detta amiloidosi cioè un accumulo di sostanza amiloide che può danneggiare vari organi (in particolare il rene).

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