Le sindromi ereditarie da febbre periodica sono un gruppo di rare patologie genetiche, appartenenti alla famiglia delle malattie autoinfiammatorie. La maggior parte di queste condizioni insorge precocemente e perdura per tutta la vita influenzando molti aspetti della vita quotidiana del paziente, come la scuola, il lavoro e le relazioni. Oggi sappiamo che queste patologie sono ereditarie e causate da mutazioni in geni coinvolti nella risposta innata del sistema immunitario e dunque nella risposta infiammatoria: in queste come in altre patologie che appartengono a questa categoria, infatti, i sintomi sono prodotti da un'errata ed eccessiva attivazione dei meccanismi che normalmente difendono il corpo da attacchi esterni.
Quando il meccanismo immunitario non funziona
Quando virus o batteri entrano nell'organismo, il sistema immunitario innato si attiva per bloccarne la moltiplicazione: ciò avviene con il rilascio di specifiche molecole che causano appunto l’infiammazione, necessaria ad eliminare questi organismi che altrimenti causerebbero infezioni. Queste molecole, dette proinfiammatorie, sono però anche le responsabili di quei sintomi fastidiosi - ma necessari - associati allo stato infiammatorio come appunto la febbre. In condizioni normali il sistema immunitario è in grado di sconfiggere gli attacchi esterni così che, terminata l'emergenza, l’infiammazione si riduce e la febbre svanisce.
Cosa succede nelle sindromi da febbre periodica
Nelle sindromi ereditarie da febbre periodica, a causa appunto di alcune mutazioni genetiche, il sistema immunitario innato è iperattivo: l’infiammazione si attiva senza la presenza di un’infezione oppure non è in grado di “spegnersi” una volta che questa è stata sconfitta. Ciò causa uno stato di infiammazione protratta, che indebolisce l’intero organismo. Nelle sindromi da febbre periodica il sintomo più evidente è ovviamente la febbre, che si manifesta in modo improvviso e che scompare successivamente senza lasciare tracce. A essa sono inoltre associati altri disturbi più o meno gravi che variano da sindrome a sindrome.
L'importanza della diagnosi precoce
Oggi sappiamo che una diagnosi precoce cambia molto le prospettive di vita di questi pazienti, grazie alla disponibilità di terapie efficaci che possono prevenire complicanze gravi. Tuttavia ancora oggi non è semplice arrivare rapidamente a una diagnosi, poichè i sintomi variano da paziente a paziente e molti medici non hanno ancora una familiarità con queste malattie così rare. Le sindromi ereditarie da febbre periodica oggi note sono essenzialmente quattro.
1. Le CAPS, sindromi periodiche associate alla criopirina.
Si tratta di tre condizioni di crescente gravità associate a una mutazione del gene NLRP3, che codifica la criopirina, una proteina che regola la produzione di una delle più importanti molecole infiammatorie ovvero l'interleuchina-1 beta. In queste condizioni alla febbre possono essere associate orticaria, dolore e gonfiore alle articolazioni, congiuntivite, mal di testa, perdita dell'udito e, nei casi più gravi, compromissioni neurologiche con ritardo mentale.
2. La FMF, febbre mediterranea familiare.
Più comune nelle popolazioni del Mediterraneo, è causata da mutazioni a carico del gene MEFV che codifica la pirina, proteina in grado di controllare il rilascio dell’interleuchina-1 beta. Si presenta con febbre che possono durare da uno a tre giorni associata a dolore addominale, toracico o articolare (tipicamente a livello del ginocchio e della caviglia), eritema e in alcuni casi compromissione renale dovuta all’amiloidosi.
3. La TRAPS, sindrome periodica associata al recettore del fattore di necrosi tumorale.
Causata da mutazioni nel recettore p55 del fattore di necrosi tumorale (TNF), dà luogo ad attacchi di febbre che possono durare fino a tre settimane accompagnati da dolore addominale (sierositi), rash cutaneo associato a forti dolori muscolari nella parte superiore del corpo (busto) che migrano insieme fino alle braccia e amiloidosi renale.
4. La HIDS/MKD, sindrome da iperimmunoglobulina D/Deficit di mevalonato chinasi.
È causata da una mutazione del gene della mevalonato chinasi, enzima essenziale nella sintesi del colesterolo. Esordisce nella prima infanzia con episodi febbrili che perdurano per tre-sette giorni circa, sintomi gastrointestinali (dolori addominali, vomito, diarrea), rash maculo-papulare, dolori articolari, afte e ingrossamento dei linfonodi del collo.
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