"Durante la pandemia c'è stato un aumento tra l'1.8 e il 9% della sindrome di Tako-Tsubo o anche conosciuta come 'strappacuore' o del cuore infranto, una cardiomiopatia da stress con rialzo degli enzimi, dovuta proprio al forte impatto dello stress dell'emergenza. E ne sono particolarmente colpite le donne", osserva Antonio Rebuzzi, docente di Cardiologia all'Università Cattolica di Roma.
Gli fa eco Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il cancro e direttore Oncologia medica all'Istituto Regina Elena di Roma. "In questo anno di pandemia - dice l’oncologo - si sono persi centinaia di migliaia di esami e screening oncologici. Noi cominciamo a vedere già malattie più avanzate che inevitabilmente avranno un decorso nettamente più sfavorevole. E vedremo un aumento della mortalità dei pazienti tra 1-3 anni. Questi effetti dannosi non cesseranno immediatamente dopo la risoluzione della pandemia, ma li vedremo negli anni a venire e questo ci farà tornare indietro di 20 anni nei progressi della ricerca e della prevenzione".
Il Covid-19 ha colpito con la forza di uno tsunami la comunità internazionale e quella italiana, ponendo sotto stress il Sistema Sanitario Nazionale. Basti pensare che durante il lockdown sono “saltati” 20,4 milioni di analisi del sangue e più di un milione di ricoveri, riprogrammati o annullati 12,5 milioni di esami diagnostici e 13,9 milioni di visite specialistiche secondo il Centro di Ricerca in Economia e Management in Sanità (CREMS) dell’Università LIUC Carlo Cattaneo.
Le conseguenze? Liste di attesa sempre più lunghe per le tac, le risonanze magnetiche ma anche per le semplici ecografie. È una fotografia confermata anche dall’ultimo Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità di Cittadinanzattiva, dal quale risulta che per più di due pazienti su cinque sono stati cancellati visite, esami o interventi.
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