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Una problematica molto grave collegata all’emergenza sanitaria per il Covid-19 è rappresentata dal significativo calo di accesso a cure a visite mediche in Italia durante il 2020, con conseguenze negative in ottica di salute pubblica e prevenzione. Da un lato infatti molte sono state le persone che hanno preferito evitare ospedali e studi medici per paura di venire contagiati, dall’altro si è assistito ad un elevato numero di annullamenti o rinvii per interventi o visite non urgenti da parte delle stesse strutture, impegnate nella difficile gestione della pandemia. Questo scenario è stato ora fotografato con precisione da uno studio condotto da Iqva, celebre provider di dati del settore farmaceutico, che ha analizzato in uno studio i numeri relativi a cure e controlli relativi alle maggiori aree terapeutiche.

Lo studio Iqvia: dati 2020/2019 a confronto

Questo studio, realizzato con il contributo non condizionante di Farmindustria, ha preso in esame i dati dei primi 10 mesi del 2020, confrontandoli con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente. Il campione di analisi è composto da 900 medici di medicina generale e 450 onco-ematologi, in modo poter tracciare un quadro approfondito che verrà aggiornato ogni 3 mesi lungo tutto il 2021. Un monitoraggio quindi costante della situazione e dei suoi sviluppi.

Il settore oncologico

Un’area pesantemente colpita è quella oncologica, che nel periodo del primo lockdown ha contato circa 18 mila diagnosi posticipate, solo in parte recuperate durante l’estate. In ottobre 2020 sono state effettuate circa 30 mila diagnosi in meno rispetto al 2019. In generale, tra gennaio e ottobre 2020 si è registrato un -17% di interventi chirurgici di ambito oncologico e -14% sia per nuovi trattamenti che per i ricoveri. A risentire molto dell’emergenza sono state le procedure di screening, fondamentali per effettuare diagnosi precoci ed elevare efficacia delle cure e aspettativa di vita. A questo proposito, si è verificata una flessione del 10% nello screening per tumore ai polmoni e al colon del 7% per il tumore al seno, con una generale diminuzione dell’11% di nuove diagnosi oncologiche.

Questi dati sono suffragati dall’allarme che gli stessi oncologi avevano lanciato già a ottobre 2020 su interventi e controlli rimandati e sui rischi che le diagnosi tardive possano determinare nei prossimi anni un aumento di mortalità per tumori.

Il settore cardiovascolare

Se l’effetto negativo di questi rinvii in ambito oncologico si vedrà soprattutto col tempo, in quello cardiovascolare si è già assistito ad un aumento della mortalità, come affermato dalla Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi: la metà delle persone colpite da infarto non si è recata in ospedale per farsi assistere, sempre per timore del Covid-19. Dallo studio Iqva si rileva una grande contrazione a livello di diagnosi di fibrillazione atriale, con -18 mila, e di scompenso cardiaco, con addirittura -44 mila, da cui derivano significative flessioni anche nel numero di nuovi trattamenti, richieste di visite specialistiche cardiologiche e di ECG.

Il settore respiratorio

Anche per quanto riguarda le patologie dell’apparato respiratorio i dati sono preoccupanti, con -62mila diagnosi di Bpco e -158.000 di asma. Registrati anche in questo caso cali nei nuovi trattamenti, nelle visite specialistiche e nelle richieste di esami, come la spirometria.

L’area diabetologica

Nel periodo compreso fra febbraio e giugno 2020 le nuove diagnosi di diabete hanno subito un calo del 25% rispetto all’anno precedente; come conseguenza, i nuovi trattamenti sono diminuiti del 17% e sono calate le richieste di visite presso i diabetologi e di esami per la glicemia, contratte del 26%.

Riduzione della spesa farmaceutica

Il calo generale nell’accesso alle cure e alle visite di controllo anche per malati cronici ha avuto come primo effetto per la prima volta una decisa riduzione della spesa farmaceutica ospedaliera del 4,1% a settembre 2020, considerando i dati di 12 mesi, per arrivare ad un -10,1% a livello di spesa farmaceutica ospedaliera a volumi. Il timore diffuso nei confronti del Covid-19 ha determinato serie conseguenze a livello di continuità terapeutica e consumo di farmaci anche salvavita, con rischi concreti legati al controllo di diverse patologie.

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