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In Italia sono circa 3 milioni le donne che soffrono di endometriosiquasi 200 milioni nei Paesi occidentali: è un’infiammazione cronica benigna, generata dalla presenza anomala di cellule endometriali (che solitamente si trovano solo all’interno dell’utero) in sede extrauterina, per esempio sulle ovaie o su altre strutture pelviche e addominali. Si tratta di una patologia concentrata in età fertile e per questo motivo rappresenta una minaccia per la natalità. Una condizione cronica molto dolorosa che può essere invalidante, fisicamente e psicologicamente, oltre a causare problemi di infertilità o di menopausa precoce.

"L'endometriosi è una malattia in crescita e a larga diffusione. Colpisce le donne soprattutto nella fascia di età più giovane: mentre nella popolazione generale incide per il 10%, in età fertile si arriva al 30%. Una percentuale non irrilevante se si considera che la patologia può dare problemi di infertilità. In una Italia dalle 'culle vuote', in cui, lo scorso anno, abbiamo avuto il record negativo di natalità, l'endometriosi - oltre a dare problemi alle persone affette e al sistema sanitario perché ha un andamento cronico - incide anche sulla demografia". A fare il quadro sulla malattia è Pietro Giulio Signorile, presidente della Fondazione italiana endometriosi (Fie).

"Dal punto di vista epidemiologico - ha aggiunto Signorile - rappresenta un problema importante" spesso misconosciuto anche se "qualcosa sta cambiando".

"Negli ultimi 20 anni la ricerca ha fatto grandi passi avanti. Sui testi dei corsi di specializzazione agli inizi degli anni 2000 - spiega - c'erano appena poche righe. Adesso troviamo interi capitoli sulla malattia. Sono stati fatti passi avanti nella formazione, ma anche nella ricerca di base. E anche se non c'è ancora una cura specifica grazie alla possibilità di individuare il problema, si può intervenire in maniera precoce e offrire alle pazienti migliori prospettive", conclude.

22/03/2022

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