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Epatite C. Alleanza Ace: avviare screening per sommerso. Tocca alle regioni

I casi di epatite C non diagnosticati devono emergere. È definitivamente confermata la disponibilità del fondo di 71,5 milioni di euro stanziati per attuare lo screening su carceri, SerD (Servizi per le Dipendenze Patologiche) e cittadini nati tra il 1969 e il 1989 in tutta Italia. I fondi sono stati vincolati al 2022. Ora tocca alle Regioni procedere. E l'invito-appello di chi si è mobilitato per raggiungere l'obiettivo è a partire al più presto con le attività. Il tema è stato affrontato in occasione di una Web Conference.

Sono stati annunciati anche una serie di incontri regionali per ricordare l'importanza dello screening, "incentivare e supportare le Regioni nell'attivazione e monitoraggio dei risultati sul territorio", spiegano i promotori. Il 17 dicembre scorso, la Conferenza Stato-Regioni aveva deliberato la ripartizione delle somme destinate al finanziamento dello screening gratuito. Ad oggi però sono ancora poche le Regioni che hanno avviato l'iter normativo, complice anche la crisi Covid-19 che ha ritardato il tutto, "ma è ormai necessario darne attuazione", è la richiesta emersa.

Il test è "un'opportunità di prevenzione e salute pubblica" per Elena Carnevali, Commissione Affari sociali della Camera. Lo screening gratuito è stato introdotto nel Milleproroghe 2020 che stanzia 71,5 milioni di euro per il biennio 2020-2021. “A più di un anno dall'approvazione della norma - osserva Carnevali - occorre darne avvio in tempi urgenti, partendo dai soggetti maggiormente a rischio. Ho presentato un'ulteriore interrogazione parlamentare per valutare una proroga dei tempi d'implementazione, visto che nel 2020 e nei primi mesi del 2021, causa pandemia, è stato tecnicamente impossibile avviare gli screening".

Bisogna partire "immediatamente", ha aggiunto la vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, Michela Rostan, "dopo tutto l'impegno profuso da clinici, pazienti e parlamentari per ottenere fondi dedicati" a un'attività che "potrebbe avviare in maniera concreta la fase di eradicazione dell'Hcv nella nostra nazione, come da target Oms che fissa la deadline al 2030".

Il riparto del fondo di 71,5 milioni è in fase di formalizzazione conclusiva. Ma parte di tali fondi sono stati già erogati: il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha messo a disposizione delle Regioni 30 milioni per l'anno 2020. Confermate le coorti da testare attraverso chiamata diretta da parte del medico di famiglia o del servizio di prevenzione territoriale attraverso lettera/chiamata/sms. Le Regioni devono poi organizzarsi affinché il test e la rilevazione dell'infezione portino velocemente al trattamento.

Alcune Regioni sono ai nastri di partenza. Il Piemonte ha attuato una determina di recepimento che mette a bilancio i fondi già disponibili e istituito un gruppo di lavoro che si riunirà a maggio. Il Lazio ha interamente vincolato i fondi ed elaborato un protocollo interno. Prima riunione del tavolo Epatite C per definire il gruppo di lavoro regionale allargato: maggio 2021. La Campania si è dotata di un tavolo tecnico locale e alla luce dei fondi sono in corso valutazioni sulla tipologia di test da erogare a seconda dei setting di paziente e si studia come intercettare la popolazione da screenare e il personale necessario. In Lombardia un tavolo tecnico ha già consegnato un documento, entro fine maggio sarà oggetto di delibera ufficiale.

“La campagna di vaccinazione anti-Covid - ha sottolineato Alessio Aghemo, segretario AISF (Associazione Italiana Studio del Fegato) - può rappresentare un'altra occasione da sfruttare per unire lo screening per l'epatite a un percorso già organizzato. È chiaro quindi che solo attraverso una stretta interazione tra strutture territoriali, medici di medicina generale e centri specialistici prescrittori, sarà possibile implementare un’attività di screening ben strutturata".

C'è l'ultimo miglio da compiere, evidenziano gli esperti. "Il tempo però è un fattore cruciale ormai - ha aggiunto Massimo Andreoni, direttore scientifico SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) - Diventa davvero urgente agire attraverso lo screening sulla popolazione target e su altri gruppi di popolazione generale dove l'epatite C ha un'alta prevalenza. Il vantaggio e gli importanti traguardi, ottenuti prima della pandemia, non vanno sprecati. Una volta intercettata la popolazione portatrice del virus, dovrà poi essere assicurata la gestione ottimale del trattamento e follow-up, con particolare attenzione ai pazienti gravi e fragili, quali quelli con cirrosi, epatocarcinoma e altre complicanze".

"Ad oggi - ha concluso Ivan Gardini presidente dell'Associazione Epac onlus - ci troviamo nella paradossale situazione per cui esistono fondi disponibili per lo screening dell'Hcv ma una quasi totale assenza di piani operativi regionali dedicati e operativi. Bisogna scongiurare il rischio che le risorse stanziate vadano inutilizzate o utilizzate solo in minima parte. È evidente che in questa fase si potrà dare precedenza allo screening su fasce di popolazioni più facilmente raggiungibili, come detenuti e persone afferenti ai SerD, per poi, in una seconda fase, attivarlo sulla popolazione generale (nati tra il 1969 e il 1989)".

29/04/2021

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