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L’esame del ferro (sideremia) viene effettuato tramite un semplice prelievo del sangue e serve per valutare la presenza di ferro nel sangue ed escludere un’eventuale anemia.

Il ferro è un metallo essenziale per l’organismo, che si assimila tramite gli alimenti ed entra nel sangue per essere poi trasferito alle cellule attraverso la transferrina. Tra il 60 e l’80 per cento della quota di ferro assimilato con la dieta è utilizzato per produrre emoglobina (proteina dei globuli rossi che serve a trasportare l’ossigeno) e mioglobina (proteina contenuta nei muscoli).

Quando è richiesto?

Il medico prescrive il test quando sospetta un aumento o una diminuzione dei valori del ferro nel sangue.

Un accumulo progressivo ed eccessivo di ferro può causare danni a organi come il fegato, il cuore e il pancreas.

Tra le sostanze che possono causare l’aumento dei livelli di ferro:

- pillola contraccettiva;
- pillole e preparati a base di estrogeni;
- integratori del ferro;
- bevande alcoliche;
- metildopa (farmaco usato per il trattamento della pressione alta);
- cloramfenicolo (antibiotico).
 

La diminuzione dei valori del ferro può verificarsi se non se ne assume in misura sufficiente con gli alimenti. Se i livelli di concentrazione nel sangue scendono, vengono progressivamente utilizzate le scorte accumulate nei tessuti, provocando l’anemia sideropenica (anemia da carenza di ferro).

Come ci si prepara?

Il prelievo si effettua solitamente al mattino, a digiuno da almeno 12 ore. Nelle 24 ore precedenti il test è necessario non assumere integratori del ferro, per non alterare i risultati.

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