La scintigrafia polmonare è un esame di diagnostica nucleare che serve per individuare eventuali anomalie della ventilazione polmonare o della circolazione di sangue nei polmoni. Il test è utile per individuare patologie quali tumore del polmone, enfisema polmonare, sarcoidosi, embolia polmonare.
Nonostante la definizione delle immagini ottenute dalla scintigrafia sia inferiore rispetto a TAC o risonanza magnetica, questo esame è raccomandato per i pazienti che non tollerano il mezzo di contrasto.
In cosa consiste l’esame?
La scintigrafia crea immagini relative all'anatomia e alla funzionalità degli organi sfruttando le radiazioni emesse da un radiofarmaco che viene somministrato al paziente; a differenza di TAC e PET, quindi, l’esame non prevede l’emissione di radiazioni, bensì rileva le radiazioni emesse dal paziente a cui è stato iniettato il radiofarmaco.
Esistono due tipi di scintigrafia polmonare: ventilatoria e perfusoria. Nel primo caso, il radiofarmaco, utile all’osservazione dell’organo dall’interno, viene inalato tramite una mascherina; nel secondo caso, esso viene iniettato per via endovenosa.
Come ci si prepara?
Per sottoporsi a scintigrafia polmonare non sono previste particolari norme di preparazione, né è necessaria alcuna precauzione al termine dell’esame, eccetto bere molta acqua per smaltire il radiofarmaco. Si raccomanda però di comunicare al medico se si stanno assumendo dei medicinali (che potrebbero alterare l’esito del test), se si ha qualche allergia, e di portare con sé tutta la documentazione relativa a esami precedenti.
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