Il test cardiopolmonare è un esame che consente di misurare la ventilazione, il consumo di ossigeno e la produzione di anidride carbonica durante lo svolgimento dell'esercizio fisico. È un’indagine più completa rispetto al normale elettrocardiogramma da sforzo, poiché oltre all’aspetto cardiaco, valuta anche l’aspetto metabolico e la funzione respiratoria, offrendo un quadro complessivo dello stato fisiologico del paziente.
Come si svolge il test?
Il paziente viene collegato per mezzo di un boccaglio a un’apparecchiatura che rileva e analizza il respiro, restituendo l’andamento del consumo di ossigeno, di produzione di anidride carbonica e, in generale, del metabolismo della persona, tramite un grafico a curve. L’apparecchiatura alla quale il paziente è collegato è composta da un ergometro (per misurare lo sforzo muscolare), un elettrocardiografo (che traccia l'attività elettrica del cuore), un pneumotacografo (che misura la ventilazione polmonare) e un analizzatore di gas (che analizza il flusso di ossigeno e anidride carbonica).
In quali casi si prescrive?
Il test cardiopolmonare è indicato per i pazienti cardiopatici e/o broncopneumopatici. Nello specifico, nei pazienti operati di by-pass coronarico, l’esame è utile per valutare l'eventuale presenza di ischemia da sforzo residua. Serve inoltre per monitorare le condizioni fisiche di un paziente cardiopatico che stia svolgendo un programma di riabilitazione. In aggiunta, è consigliato per le persone sopra i 40 anni di età che svolgono attività fisica regolare e intensa, per capire quali sono i propri limiti e se ci sono possibilità di miglioramento dal punto di vista cardio-respiratorio.
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