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Il test di Cooper, o test della resistenza, serve per valutare le condizioni fisiche di un atleta, sia professionista che amatoriale. Ideato nel 1968 da un medico della NASA, Kennet H. Cooper, per scopi militari, esso consiste nel calcolo della distanza percorsa da un atleta in 12 minuti di corsa.

Con il test di Cooper è possibile calcolare anche il massimo consumo di ossigeno dell’atleta per minuto (Vo2Max), ossia lo sforzo massimo che un individuo può sopportare per un tempo alquanto lungo.

Come si svolge il test?

Per effettuare il test bisogna correre per 12 minuti lungo un perimetro, che può essere quello di un campo da calcio, da basket o da pallavolo, opportunamente cronometrati dal proprio allenatore. Al termine dei 12 minuti si calcola la distanza percorsa dall’atleta: in base alla distanza, l’età e il sesso del soggetto in esame, la prestazione sarà valutata molto bene, bene, normale, male o malissimo.

Valutazione

La valutazione, stabilita da apposite tabelle, varia a seconda del grado di preparazione atletica (atleti esperti o amatoriali). Se un uomo tra i 20 e i 29 anni a un livello di allenamento normale è considerato “molto bene” se percorre 2800 metri (2700 per le donne), un atleta esperto ne dovrà percorrere almeno 3700 (3000 le donne) per avere il massimo della valutazione.

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