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Il tumore al seno (o carcinoma mammario) è una patologia potenzialmente molto grave che scatuisce da una moltiplicazione incontrollata di cellule della ghiandola mammaria e dalla loro trasformazione in cellule maligne. Esistono tipologie diverse di tumore al seno che variano in relazione al tipo di tessuto interessato. Le forme più frequenti riguardano le cellule ghiandolari (lobuli) e la parete dei dotti, che sono piccoli tubi che collegano i lobuli con il capezzolo e che servono a trasportare il latte. È il tumore più frequente fra le donne e prima causa di mortalità per tumore: comprende il 17 per cento di decessi femminili per causa oncologica.

Le tipologie di carcinoma mammario

Tra le diverse forme di tumore al seno, esistono forme non invasive e forme invasive. Fra le prime si annoverano:

- la neoplasia duttale intraepiteliale o carcinoma in situ: deriva da cellule epiteliali ed è molto aggressivo, poiché tende a invadere tessuti e organi vicini e a diffondersi tramite vasi linfatici e sanguigni;
- la neoplasia lobulare intraepiteliale: rimane confinata nel tessuto epiteliale senza capacità di diffusione, ma può portare allo sviluppo di un tumore maligno.

Fra le forme non invasive rientrano:

- il carcinoma duttale: tumore che ha superato la parete del dotto, comprende circa l’80 per cento delle forme di cancro al seno;
- il carcinoma lobulare: tumore che ha superato la parete del lobulo e si verifica nel 10/15 per cento dei casi.

I tumori vengono categorizzati in 5 stadi, dallo 0 al IV, che prendono in considerazione dimensioni e diffusione. Allo stadio 0, la sopravvivenza a 5 anni, dietro trattamento, è del 98 per cento, con possibilità di ricaduta. Allo stadio IV, la sopravvivenza media dopo chemioterapia è di 2 anni.

Sintomi e diagnosi

Nella maggior parte dei casi un tumore al seno nelle fasi iniziali non genera dolore. Tuttavia i segnali da tenere sotto controllo sono:

- presenza di noduli palpabili o visibili;
- alterazioni del capezzolo (in fuori o in dentro);
- secrezioni da un solo capezzolo;
- cambiamenti nella pelle del seno, come un aspetto a buccia d'arancia, o nella sua forma;
- ingrossamento dei linfonodi sotto l’ascella.

Per effettuare una diagnosi è necessario sottoporsi a una mammografia oppure, per donne sotto i 40 anni, a un’ecografia mammaria. In caso si scopra la presenza di noduli, si procede con una biopsia, ovvero un prelievo attraverso un ago di un campione di cellule da fare analizzare.

Terapie 

Quasi sempre il trattamento prevede un intervento chirurgico per rimuovere i tessuti malati. Successivamente si effettua una radioterapia, per proteggere da una recidiva locale. La chirurgia conservativa attualmente diffusa privilegia interventi mirati e circoscritti (come la quadrantectomia), in modo da evitare, dove possibile, un’asportazione totale del seno, resa però in alcuni casi necessaria.

La chemioterapia può essere utilizzata a scopo precauzionale in forme di tumori allo stadio iniziale, prima dell’intervento per ridurne le dimensioni, o anche successivamente per diminuire la possibilità di recidiva.

Fattori di rischio e prevenzione

I fattori di rischio più significativi sono:

- età: nel 75 per cento dei casi le donne colpite hanno più di 50 anni;
- familiarità e la presenza di mutazioni genetiche che predispongono al cancro al seno e alle ovaie;
- ormoni: eccesso di estrogeni favorisce la comparsa di tumore al seno;
- seni con tessuto molto denso;
- fumo e alcool.

La prevenzione passa ovviamente anche da uno stile di vita sano e un’alimentazione equilibrata che prediliga il consumo di frutta e verdura e dall’astensione dal fumo. Risulta inoltre essenziale sottoporsi a controlli regolari ed effettuare dopo i 50 anni almeno una mammografia ogni due anni.

 

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