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Una malattia si definisce "rara" quando la sua diffusione all’interno della popolazione non supera una determinata soglia. In Unione Europea questa soglia è fissata allo 0,05 per cento della popolazione, quindi 5 casi su 10.000 persone.

Il numero di malattie rare diagnosticate oscilla tra le 7.000 e le 8.000 e tende a crescere in relazione degli sviluppi scientifici, soprattutto della ricerca genetica, poiché l’80% di queste patologie ha origine genetica.

In Italia ci sono circa 2 milioni di malati rari, che nel 70% dei casi sono pazienti in età pediatrica.

Una grave problematica riguarda la difficoltà o addirittura l’impossibilità per i malati di ottenere una diagnosi. Inoltre per il 90% delle patologie non esiste terapia farmacologica.

Negli ultimi anni sono però aumentati gli sforzi nel settore, con un incremento per esempio degli studi clinici autorizzati sul totale delle sperimentazioni: dal 20% del 2013 al 31,5% del 2018, con + 6 punti percentuali sul 2017.

L’attenzione è cresciuta anche in ambito di screening neo-natale, essenziale per ottenere diagnosi precoce e gestione più efficace delle malattie: la copertura è aumentata dal 30,9% del 2013 al 78,3% del 2017.

Le Associazioni dei pazienti svolgono inoltre un ruolo sempre più importante, attraverso:

  • raccolte fondi per la ricerca;
  • collaborazioni con i programmi di sanità pubblica;
  • diffusione di informazioni sulle malattie;
  • aiuto nella creazione di reti assistenziali.
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