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Scienziati, accademici, associazioni, cittadini, istituzioni e imprese si sono confrontati all’interno dell’iniziativa “Agorà”, promossa da Novartis e Culture all’interno del progetto sociale e partecipativo ‘La salute in movimento’. Compito principale di tutti i partecipanti è stato quello di tradurre i sei principi del Manifesto per “la Salute del XXI secolo” – Visione, Competenza, Governance, Intelligenza, Relazione, Umanità – in altrettante azioni progettuali destinate a un profondo rinnovamento del sistema salute, nel quadro di una visione sostenibile, inclusiva e innovativa.

Dall’incontro del 1 Luglio presso il Maxxi di Roma escono evidenze importanti, i nuovi obiettivi da perseguire per costruire il futuro della salute in Italia. Si tratta di proposte concrete pensate per integrare il Programma Next Generation EU e le Missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rispettando i progetti inseriti nel Fondo complementare al PNRR.

Pasquale Frega, Presidente e Amministratore delegato di Novartis Italia, intervenendo all’evento ha sottolineato l’importanza di cogliere questa occasione, per dare vita a “un percorso che ha come traguardo il riconoscimento della Salute come pilastro della ricostruzione del Paese dopo l’emergenza pandemica. In questo momento, l’Italia ha un’opportunità irripetibile di ridisegnare il futuro della sua sanità e Novartis vuole offrire un contributo sostanziale in questo senso. L’esperienza della pandemia, prosegue Frega, ha dimostrato che la tutela della salute ha un ruolo centrale nella vita del paese e che la capacità di innovazione, tradotta sia in terapie avanzate sia in nuovi approcci nell’erogazione dei servizi a pazienti e cittadini, è determinante per garantire efficacia e accessibilità alle cure. La visione è un sistema salute inclusivo, da costruire attraverso un’ampia collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti e il lavoro svolto da “La salute in movimento” intende suggerire alle istituzioni percorsi e soluzioni concrete e sostenibili.”

Un aspetto importante, sottolineato da più voci, riguarda la necessità di ricostruire un rapporto virtuoso fra scienza, cittadini e politica, insistendo sull’alfabetizzazione scientifica della popolazione italiana e in particolare dei giovani: solo in questo modo il sistema salute potrà dirsi veramente inclusivo. In quest’ottica, “la sfida principale, secondo Frega, consiste nella creazione di una Citizen Science che ristabilisca il primato della scienza attraverso la compartecipazione di tutti i cittadini e di tutte le istituzioni a questo processo”.

Attenzione particolare all’interno di questo confronto è stata anche riservata alla raccolta e al trattamento dei dati, sottolineando, come afferma Felicia Pelagalli, CEO Culture e docente al Master Big Data dell’Università Sapienza di Roma, “l’importanza di sviluppare un ecosistema salute data-driven. I dati aggregati che riguardano la nostra salute e che sono legati all’erogazione dei servizi, sono un “bene pubblico”, non sono “di proprietà” di una singola struttura o di un singolo ente regionale o territoriale. Non è più pensabile di continuare a fare “resistenza passiva” non alimentando i flussi informativi, non consentendo interoperabilità delle banche-dati. Il governo dei dati sanitari, per il bene comune, deve rientrare tra le nuove missioni principali del Sistema Sanitario Nazionale, al pari della cura e della prevenzione."

Il frutto del lavoro svolto nella giornata del 30 giugno in 6 tavoli virtuali paralleli è stato esposto da parte di un rappresentante di ogni tavola rotonda nella mattinata del 1° luglio, all’attenzione di importanti esponenti delle istituzioni italiane ed europee: Angela Ianaro (deputata, Intergruppo parlamentare Scienza e Salute), Alessandro Fusacchia (deputato, Intergruppo parlamentare sull’Intelligenza Artificiale), Marco Simoni (Presidente della Fondazione Human Technopole) e Maria Chiara Carrozza (Presidente CNR).

I sei progetti presentati all’interno del piano d’azione per la Salute del XXI secolo si sono focalizzati su queste tematiche:

  • la ricostruzione della fiducia nella scienza da parte dei cittadini;
  • l’equità di accesso alle cure;
  • lo sviluppo di percorsi innovativi tra università, settore pubblico e privato;
  • la modernizzazione delle strutture e conseguente formazione di tutti i protagonisti del sistema salute;
  • una migliore prevenzione e assistenza integrata ospedale - territorio;
  • una maggiore integrazione fra servizi sanitari e sociali.

La volontà di tutti i partecipanti alle tavole rotonde è stata quella di formulare proposte concrete, la cui fattibilità è stata successivamente valutata dalle personalità presenti all’incontro, che li hanno apprezzati e ne hanno riconosciuto il valore di urgenza, battezzandoli “progetti necessariamente realizzabili”, secondo le parole di Angela Ianaro.

Un passo importante, però, nel complesso percorso di gestione delle proposte del PNRR, come spiega Gianluca Ansalone, Head of Public Affairs Novartis Italia e co-fondatore del Manifesto per la Salute del XXI secolo, è facilitare il lavoro dei responsabili politici all’interno degli organi legislativi ed esecutivi, fornendo gli appropriati strumenti che permettano di “conoscere per deliberare”. A questo proposito, è stata lanciata l’idea di un Organismo di Valutazione dell'impatto scientifico e tecnologico, in grado di fornire le adeguate informazioni scientifiche quando necessario, per prendere decisioni sia a breve termine, come in fase di pandemia, che a lungo termine, in relazione, per esempio, a misure di prevenzione o di interventi mirati nei confronti di particolari fragilità, come malattie rare, comorbilità e invecchiamento.

Le diverse proposte emerse si riallacciano alla necessità di una visione unificata di cultura scientifica e umanistica e di una collaborazione attiva fra pubblico e privato, che si possa esplicitare in un sistema salute rinnovato anche nei suoi confini. Come ha ricordato Giovanna Melandri, Presidente del Museo Maxxi di Roma, proprio la pandemia, che ha forzatamente chiuso i luoghi e le occasioni di cultura, amplificando fenomeni di disagio psicologico, ha messo in luce come non mai che “la cultura è farmaco, è cura”, ribadendo il nesso fondamentale che lega la salute con la cultura.

01/07/2021

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