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Medici in una tenda bianca con croce rossa utilizzata come stazione di medici

Le priorità nella gestione della pandemia

L’emergenza Covid-19 che ha duramente colpito la popolazione mondiale ha innescato la ricerca di strategie adeguate a rafforzare i sistemi sanitari insieme all’elaborazione di specifiche misure di sanità pubblica. Questi due aspetti sono strettamente legati, per la gestione diretta dei malati e per diminuire la diffusione del virus e la pressione sulle strutture ospedaliere.

Nel corso di questo difficile anno, le strategie adottate sono state diverse, sia in rapporto all’esperienza accumulata e alla maggiore conoscenza delle dinamiche di questa malattia, a livello di modalità di contagio e di evoluzione, sia in relazione agli obiettivi che ogni Paese si è prefissato di raggiungere. 

Strategia della soppressione e strategia di eliminazione

Michael Baker
, Professore di Public Health presso la University of Otago, e Martin McKee, Professore di European Public Health della London School of Hygiene and Tropical Medicine, hanno analizzato in un articolo pubblicato sul British Medical Journal i differenti piani adottati dai governi e identificato nella strategia “zero COVID” quella più efficace nel contenere l’espansione del virus e l’impatto negativo sulla società.

I due studiosi hanno distinto a livello planetario due strategie principali:

  • strategia di soppressione o strategia di convivenza, che ha caratterizzato la gestione degli USA e dei Paesi Europei: modulazione delle misure in relazione ad aumento o diminuzione dei contagi;
  • strategia di eliminazione o strategia “zero COVID”, tipica per esempio di Taiwan, Hong Kong, in Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda: adozione di misure particolarmente severe già dalle fasi iniziali della pandemia misure per interrompere la catena dei contagi.

Obiettivi e metodi strategici

La strategia di convivenza si basa su misure graduali per ridurre contagi e focolai e mantenere sotto controllo la situazione per un periodo prolungato stimato fra i 12 e i 18 mesi, fino alla vaccinazione diffusa oppure ad un cambiamento di strategia.

La strategia dell’eliminazione punta invece all’azzeramento dei contagi, ma è contemplata l'eventualità di saltuari focolai, che devono essere però gestiti in maniera mirata ed efficace in modo da interrompere rapidamente la catena del contagio.

I punti fondamentali della strategia “zero COVID” sono:

  • obbiettivo di assenza di nuovi casi di Covid-19 all'interno di un Paese o di una regione all’interno di un determinato periodo di tempo;
  • sistema di sorveglianza ad alto rendimento, con definizione di target appropriato, estesa copertura a livello geografico e demografico, che operi in modo continuo attraverso un sufficiente volume di test;
  • monitoraggio delle eccezioni, come i casi di infezione identificati fra viaggiatori, tenuti in isolamento fino a cessata contagiosità.

Esistono anche altre tendenze, meno diffuse, come la strategia della mitigazione, adottata per esempio in fase iniziale in Svezia, che prevede l’adozione di poche restrizioni solo in occasione dei picchi di contagio fino al raggiungimento dell’immunità di gregge o alla vaccinazione di massa.

I vantaggi della strategia “zero COVID”

Analizzando i risultati nei diversi Paesi, sono emersi numerosi vantaggi dall’adozione della strategia “zero COVID” rispetto a mitigazione o convivenza con il virus, eccoli nel dettaglio:

  • riduzione della mortalità: il tasso di mortalità in questi Paesi è inferiore a 1 decesso per milione di abitanti, quasi 20 volte di meno rispetto ai Paesi con strategia di convivenza;
  • vengono evitati gli effetti del “lungo Covid-19”: un prolungamento della malattia può provocare danni alla salute sia ai pazienti ospedalizzati che a quelli con pochi sintomi;
  • riduzione delle diseguaglianze: la strategia di eliminazione aiuta a limitare le problematiche di diseguaglianza sociale, poiché gli effetti di una lunga pandemia si riflettono soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione;
  • minore contrazione economica: anche le conseguenze economiche della pandemia risultano inferiori grazie alla strategia “zero COVID”;
  • applicabilità in contesti differenti: è una strategia che ben si adatta ad ambienti diversi per caratteristiche geografiche, tipi di governo e disponibilità economiche;
  • efficacia anche in condizione di alta diffusione del virus: ottimi risultati di eliminazioni del virus anche in Paesi che hanno sperimentato un elevato grado di trasmissione;
  • maggiore efficacia se adottato da più Paesi: perseguire la strategia “zero COVID” in maniera estesa ne rende più facile la realizzazione;
  • strategia sostenuta dalla vaccinazione: le campagne di vaccinazione rendono più facile perseguire l’obiettivo di eliminazione del virus, soprattutto se gestite in contemporanea con altre misure di salute pubblica;
  • spinta al coordinamento: i diversi Paesi che adottano strategie di eliminazione traggono beneficio da un coordinamento delle loro politiche;
  • efficacia nella gestione delle riprese dei contagi: in caso di episodi di ripresa dei contagi e di focolai di confine, i Paesi dello “zero COVID” sono stati in grado di gestirli e ritornare allo status di eliminazione;
  • efficacia in caso di mutazioni: i metodi usati si dimostrano efficaci anche nella gestione di mutazioni del virus;
  • integrazione dei benefici da vaccini con protezione limitata: i metodi di eliminazione del virus aiutano a compensare un’eventuale efficacia limitata di alcuni vaccini;
  • riduzione di varianti pericolose: grazie a questa strategia viene ridotta la possibilità di circolazione del virus e di conseguenza anche del manifestarsi di varianti più pericolose, a livello di contagiosità, letalità e resistenza ai vaccini;
  • riduzione del ricorso a lockdown: la preferenza per lockdown intensi ma brevi può ridurre la trasmissione del virus e comportare un allentamento delle misure restrittive;
  • benefici collaterali: viene ridotta la trasmissione di altri virus respiratori, come l’influenza, portando a una riduzione di ricoveri e decessi per queste cause;
  • buona strategia provvisoria e a lungo termine: oltre a benefici immediati, questa strategia può portare a effetti positivi a lungo termine, come all’eliminazione regionale o globale del virus o una sua trasformazione in infezione endemica.

In generale quindi, la strategia dello “zero COVID” è in grado di bloccare la diffusione del virus e di permettere un’uscita più veloce dall'emergenza sanitaria e dalla crisi economica correlata, sempre considerando l’importanza della definizione e dell’adozione di terapie efficaci e di una estesa vaccinazione della popolazione.

 

 

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