Un tema essenziale in ambito medico è rappresentato dall’aderenza terapeutica e dalle strategie più valide da impiegare per valutarla e migliorarla.
Nell’area delle patologie reumatologiche e muscoloscheletriche, una percentuale elevata di pazienti non è aderente alla terapia: questa problematica è stata oggetto di studio approfondito da parte di una task force dell’EULAR, Società Europea di Reumatologia, che ha portato a stilare una serie di punti volti a considerare la prevenzione, lo screening la valutazione e la gestione della mancata aderenza al trattamento.
Vediamo i passaggi di questo processo.
L’aderenza terapeutica oggi
Una prima considerazione che emerge riguarda l’attuale situazione: viene infatti riportato che una porzione significativa di pazienti affetti da patologie reumatologiche e muscoloscheletriche, compresa tra il 30% e l’80%, non è aderente alle terapie prescritte. Percentuali molto elevate di malati che non portano avanti il proprio percorso di cura, con effetti importanti sulle proprie condizioni di salute e qualità di vita.
Non seguire la terapia, infatti, influenza diversi aspetti del percorso di cura del paziente: come gli interventi non farmacologici o la mancata osservanza delle regolari visite di controllo. Tutto ciò determina un peggioramento degli outcome di patologia, un incremento del rischio di malattie cardiovascolari, una riduzione della funzionalità e una perdita della qualità di vita.
Task force al lavoro
Per ovviare a queste mancanze, è stata istituita da EULAR una task force di 22 membri che ha visto la partecipazione di figure differenti, come reumatologi, associazioni dei pazienti e altri operatori sanitari, rappresentanti 12 paesi europei.
L'obiettivo di questo gruppo è stata la definizione di alcuni punti chiave da seguire inerenti alla prevenzione, allo screening, alla valutazione e alla gestione della mancata aderenza al trattamento in pazienti affetti da patologie reumatologiche e muscoloscheletriche, al fine di aiutare i medici a supportare i malati nel loro percorso terapeutico con maggiore efficienza e garantendo più continuità.
Raccomandazioni per la gestione dell’aderenza terapeutica
Dal lavoro della task force di EULAR sono emersi 4 principi generali:
- l’aderenza terapeutica influenza il decorso della patologia;
- rendere partecipe il paziente nel processo decisionale è fondamentale, poiché l’aderenza terapeutica è un comportamento che consegue a una prescrizione condivisa e compresa dal paziente;
- l’aderenza è influenzata da molteplici fattori (comorbidità, politerapie, circostanze, preferenze etc.);
- l’aderenza è un processo dinamico che necessita di una valutazione continua.
Da questi elementi scaturisce l’idea di una visione molto sfaccettata della malattia e della sua cura, che tiene conto del paziente nella sua complessità e del suo coinvolgimento nell’elaborazione del piano terapeutico. Le prescrizioni mediche devono quindi essere pienamente comprese e accettate dal malato, perché la consapevolezza dell’efficacia della terapia è il punto di partenza dell’aderenza.
Oltre a questi principi generali, sono state stilate alcune indicazioni che chiariscono la direzione da prendere per gestire e controllare al meglio l’aderenza terapeutica e per promuoverla attivamente. La comunicazione efficace fra medico e paziente resta comunque il punto cardine, a cui fare conseguire tutte le azioni di miglioramento. Attraverso uno scambio proficuo devono per esempio essere identificati eventuali ostacoli all’aderenza, come la disponibilità o i costi di un farmaco, o ancora, problemi legati alla memoria dei pazienti. Facilitare il percorso terapeutico vuol dire condividere tutte le problematiche o le resistenze presenti affinché vengano superate, modellando la cura secondo preferenze e obiettivi del singolo paziente. Interventi volti a facilitare la gestione della terapia possono anche comprendere l'utilizzo di strumenti che hanno lo scopo di ricordare i tempi di prescrizione. Inoltre, la verifica sull’aderenza va effettuata in maniera regolare, a maggior ragione nei casi in cui la malattia non è controllata adeguatamente.
Le evidenze emerse rappresentano un concreto aiuto per le figure coinvolte nel processo di cura e assistenza e possono svolgere un ruolo importante nell’indirizzare il paziente verso un’adesione condivisa e duratura delle terapie concordate.
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