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L’obesità è una malattia cronica, ma solo un terzo la considera una patologia

Circa un italiano su due ha problemi di peso eccessivo, ma questa condizione non è percepita come malattia cronica, soprattutto nelle situazioni più gravi. "Il 9,8% della popolazione è obesa e il 35,3% è in sovrappeso. Tuttavia, secondo lo studio Action-Io, solo il 35% delle persone obese ha la reale percezione della propria malattia. Non solo. Dal momento in cui prende coscienza della patologia alla prima visita specialistica, trascorrono 6 anni. Per questo motivo dobbiamo insistere nel sottolineare che l'obesità non è una patologia da sottovalutare, ma è una malattia cronica, progressiva e recidivante. Mi rendo conto che è difficile dirlo, ma è anche difficile accettarlo da parte di questi 'malati invisibili', perché tali sono per il Servizio sanitario nazionale e per l'immaginario collettivo". Lo afferma Giuseppe Fatati, presidente di Io-Net (Italian Obesity-Network).

I dati dell'Istat sono allarmanti: obesità e sovrappeso riguardano 25 milioni di italiani, il 46,1% della popolazione adulta. Secondo lo studio internazionale Action-Io, che ha coinvolto anche l'Italia, nel nostro Paese il 62% delle persone con obesità cerca di perdere peso con il 'fai da te', solo l'8% si rivolge al medico e quando decide di farlo impiega mediamente 6 anni prima di contattarlo. Secondo l'analisi annuale realizzata dall'Istat per l'Italian Obesity Barometer Report le donne mostrano un tasso di obesità inferiore (9,4%) rispetto agli uomini (11,8%) e quanto il fenomeno dell'eccesso di peso sia un problema diffuso soprattutto al Sud e nelle Isole.

"Purtroppo, in dietetica - sottolinea Fatati - si cerca sempre il miracolo, ma l'obesità è una vera e propria malattia che va curata. Il paziente deve capire che deve prendersi cura di se stesso, ma la presa in carico della persona obesa deve avvenire anche da parte del medico e di tutto il Ssn. L'obesità deve essere riconosciuta come malattia cronica, per la quale la terapia farmacologica e l'esercizio fisico devono diventare prestazioni esigibili dal Servizio sanitario nazionale".

"Durante la pandemia - conclude Fatati - le persone obese hanno avuto molto più complicanze e ancora oggi faticano a recuperare. Inoltre, si sono ammalate di più. Questo dimostra che l'obesità non è solo un fattore di rischio, ma una patologia che rende più fragili questi pazienti. Il recupero della persona con obesità post-Covid è molto più lungo: non basta solo la riabilitazione. Ma servono tutti quegli interventi (nutrizionale, esercizio fisica adattato e terapia farmacologica) per far loro recuperare una qualità della vita accettabile".

04/06/2021

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