Il ruolo della teleriabilitazione per pazienti affetti da Sclerosi Multipla
Intervista a Luigi Lavorgna, neurologo presso il Centro per la sclerosi multipla della Prima clinica neurologica del Policlinico di Napoli
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Intervista a Luigi Lavorgna, neurologo presso il Centro per la sclerosi multipla della Prima clinica neurologica del Policlinico di Napoli
I progressi terapeutici passano sempre di più attraverso lo sviluppo tecnologico e il periodo di emergenza sanitaria determinato della pandemia di Covid-19 ha dato un forte impulso in questa direzione. Un esempio è rappresentato dal contributo della teleriabilitazione per i pazienti affetti da sclerosi multipla, di cui abbiamo parlato con Luigi Lavorgna, neurologo presso il Centro per la sclerosi multipla della Prima clinica neurologica del Policlinico di Napoli.
Innanzitutto, consideriamo le caratteristiche della malattia e le conseguenze sulla vita del paziente. La sclerosi multipla è, come ci spiega Lavorgna “una malattia infiammatoria demielinizzante del sistema nervoso centrale (SNC), che colpisce circa 1,3 milioni di persone in tutto il mondo (dati WHO 2008)”. Si possono distinguere diverse forme di questa patologia, caratterizzate da differenti modalità di manifestazione degli attacchi e di progressione della disabilità. La prognosi può variare ma, specifica Lavorgna, il “tempo di sopravvivenza mediano prolungato dal momento della diagnosi è di circa 40 anni (Weinshenker 1989). Pertanto, le problematiche relative alla disabilità progressiva (fisica e cognitiva), all'adattamento psicosociale e al reinserimento sociale progrediscono nel tempo. Queste hanno implicazioni per le persone con SM, i loro assistenti, il trattamento dei medici e la società nel suo insieme, in termini di accesso all'assistenza sanitaria, fornitura di servizi e onere finanziario”.
All’interno di questo complesso scenario, il processo riabilitativo assume un ruolo fondamentale, nell’ottica di migliorare la mobilità del paziente.
Per trarre il meglio dalla riabilitazione, “le applicazioni incluse nella fisioterapia- chiarisce Lavorgna- dovrebbero essere raccomandate in modo tale da agire sul maggior numero possibile di deficit motori. L'introduzione dell'attività fisica, indipendentemente dalla gravità della malattia, ridurrà gli effetti negativi dell'acinesia (ovvero della mancanza di movimento), aumentando così le capacità funzionali di tutti i sistemi corporei. Durante le ricadute è necessario evitare l'immobilizzazione dei pazienti a causa delle conseguenze dell'acinesia. La fisioterapia di questi pazienti prevede frequenti cambi di posizione del corpo per prevenire le piaghe da decubito, la prevenzione delle contratture mediante esercizi passivi e l'attuazione di esercizi di respirazione per prevenire le complicanze dell'apparato respiratorio. Ciò che è essenziale nella cura del paziente è la prevenzione delle infezioni del sistema urogenitale e l'assistenza nelle attività della vita quotidiana”. Il movimento, quindi, aiuta ad arginare diverse problematiche, come quelle respiratorie e relative alla formazione di piaghe da decubito, riuscendo a intervenire positivamente sulla qualità della vita del malato.
Il programma riabilitativo va definito in maniera personalizzata, considerando, secondo Lavorgna “la fase della malattia, il grado di disabilità e i deficit neurologici. Insieme all’utilizzo di farmaci modificanti il decorso di malattia, la riabilitazione neuromotoria rappresenta la seconda arma a disposizione del neurologo”.
Per ottenere una precisa valutazione fisiatrica del paziente e impostare un processo riabilitativo adeguato, sono disponibili su tutto il territorio nazionale i Centri Sclerosi Multipla.
Il processo riabilitativo può essere facilitato sotto vari punti di vista dal ricorso agli strumenti digitali. Fra i vari vantaggi della teleriabilitazione ormai riconosciuti, possiamo indicare la possibilità di aiutare a colmare distanze geografiche ed economiche e di migliorare la qualità stessa della riabilitazione.
Inoltre, aggiunge Lavorgna, la teleriabilitazione offre “agli operatori sanitari l'opportunità di valutare l'intervento precedentemente prescritto, monitorare gli eventi avversi e identificare le aree che necessitano di miglioramento. I terapisti curanti possono monitorare i progressi dei pazienti e ottimizzare i tempi, l'intensità e la durata della terapia secondo necessità”. Un contributo che diventa importante sia da un punto di vista prettamente riabilitativo che di monitoraggio, consentendo di effettuare un regolare controllo sui progressi e di definire eventuali correzioni della terapia in corso.
La teleriabilitazione permette anche al paziente di non doversi spostare per sottoporsi alle terapie, con benefici economici e pratici, emersi soprattutto in periodo di pandemia. Il processo riabilitativo a distanza ha infatti dato modo di superare le limitazioni agli spostamenti ed evitare il rischio di contagio, determinando una significativa spinta alla diffusione degli strumenti digitali in questo contesto. Permangono aree da migliorare, come “l’accessibilità sia per costi che per semplicità di utilizzo”, secondo quanto indica Lavorgna, ma la teleriabilitazione si è guadagnata un ruolo importante all’interno della gestione di un processo terapeutico efficiente, personalizzato e attento alle esigenze del paziente.
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