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Complesso, oscuro, misterioso, straordinario: controlla tutto ma resta qualcosa di inesplorato. È il cervello, l'organo forse più affascinante e complesso del corpo umano. Quasi 100 miliardi di neuroni, più di 150mila miliardi di sinapsi e gli assoni, 'superstrade', lunghe fibre di connessione tra le cellule, che coprono una lunghezza totale di 160mila chilometri, più di un terzo della distanza dalla Terra alla Luna, come scrive il neurochirurgo Giulio Maira nel volume "Il cervello è più grande del cielo", edito da Solferino.

Una macchina perfetta

Una “macchina perfetta” che abbiamo in testa, senza cui non potrebbero esistere l’automobile, il cellulare, la radio, il pc, ma anche i sogni, l'amore, il senso del bello, i pensieri.

Eppure, anche questa “macchina perfetta” invecchia, nel corso degli anni, al pari degli altri organi di cui è composto il corpo umano. Per prima cosa perde peso. Tra i 30 e i 75 anni, il cervello arriva a perdere fino al 10% del suo peso e del suo volume, andando incontro a una condizione cosiddetta di “atrofia cerebrale” che comporta una perdita delle funzioni svolte dall'encefalo.

Oltre alla riduzione del tessuto encefalico, altri segnali che confermano che il cervello invecchia arrivano da tutte le strutture che lo compongono: diminuisce il numero di neuroni, si osservano degenerazioni dei prolungamenti dei neuroni. Inoltre, nella zona del cervello denominata “ippocampo” (fondamentale struttura cerebrale che contribuisce alla memoria a breve e a lungo termine, alla memoria spaziale e all'orientamento) si ha una selettiva perdita neuronale.

Ma se le strutture cerebrali non sono più performanti, ne risente soprattutto la “funzionalità” del cervello. Con il passare degli anni si osserva un declino delle attività cognitive: apprendimento, memoria, capacità di risolvere i problemi e in genere tutte le funzioni che richiedono velocità nell’elaborare le informazioni. E ancora: difficoltà nell’adattarsi all’ambiente, eccessive preoccupazioni per cose futili, irrigidimento del carattere. Una condizione che colpisce anche persone che non hanno malattie che interessano il cervello.

Declino cerebrale

Il declino cerebrale, correlato all’età o causato da malattie, si può misurare mediante un’attenta valutazione delle funzioni cognitive e dello stato di coscienza. Attraverso la somministrazione dei classici test neuropsicologici, una valutazione oggettiva con tecniche neuro-radiologiche di tutte le strutture che compongono il cervello stesso. In questo modo è possibile una diagnosi precoce di invecchiamento “patologico”.

Il decadimento cognitivo non è un problema che riguarda soltanto gli anziani. Per questo motivo, gli esperti raccomandano dai 30 anni di età in poi di seguire alcuni consigli per mantenere il cervello sempre giovane.

Come prendersi cura del cervello

Il principale problema del decadimento cognitivo è la ripetitività: da giovani si è curiosi, pronti a nuove sfide poi, con il passare del tempo, il cervello non è più stimolato come in passato e inizia a diventare abitudinario. Fondamentale studiare, apprende cose nuove, coltivare interessi, mantener viva una curiosità. Dunque, bene frequentare eventi culturali, andare al cinema, uscire con gli amici, soprattutto dopo due anni di pandemia.

Fondamentale non sottovalutare l’importanza del sonno: non a caso è definito “il giardiniere della mente”. La notte è importante perché attraverso l'attività onirica il cervello va a sfoltire le informazioni che non ci servono, che abbiamo accumulato durante il giorno, e consolida quelle più importanti che ci servono nella vita quotidiana.

Dormire male o dormire poche ore a notte non permette al nostro cervello di immagazzinare le informazioni acquisite durante la giornata. Il nostro cervello rimarrà quindi "stressato" e risulterà più difficile ricordare nuove cose.

Fare sport, oppure anche delle semplici passeggiate, aiuta il nostro corpo a rigenerarsi e mantenersi in forma anche a livello mentale. Infatti, praticare una costante attività fisica combatte l'invecchiamento del cervello.

Attenzione anche al regime alimentare. Un'alimentazione scorretta, povera di vitamine B, C e E, ma soprattutto abbondante, rallenta alcune funzioni dell'organismo causando un invecchiamento cerebrale più veloce.

10/05/2022

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