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Una patologia che in Occidente colpisce tra l'8.5 e l'11 per cento delle persone tra i 65 e i 74 anni e il 27 oltre i 75 anni non può lasciare indifferenti medici, istituzioni e popolazione. Se poi questa patologia colpisce la vista, il nostro senso più prezioso, portando in alcuni casi alla cecità allora l'interesse deve crescere. Del resto di maculopatie oggi si parla più che in passato e non mancano le campagne di sensibilizzazione su questa e altre patologie retiniche.

Cosa sono le maculopatie?

Partiamo però dalle basi: le maculopatie sono un insieme ampio di patologie che colpiscono la macula, ovvero l'area al centro della retina fondamentale per la visione centrale distinta. La forma più nota e più comune è quella senile, a cui fanno riferimento i dati riportati e che a oggi costituisce la principale causa di cecità alle nostre latitudini. Conseguenza dell’invecchiamento (anche se può colpire già dai 55 anni), questa si manifesta in forma secca e umida: la prima è legata alla formazione sulla retina di accumuli di scorie cellulari mentre la seconda all'anomalo sviluppo di nuovi vasi sanguigni nella retina che conducono a un suo progressivo danno. Delle due varianti, la più frequente è quella secca mentre quella umida è la più aggressiva. Occorre però considerare che in una percentuale tra il 10 e il 15 per cento dei casi la prima può evolvere nella seconda: ecco perché è fondamentale monitorare la patologia con visite ed esami periodici.

Accanto a quella senile, esistono altre forme di maculopatia. Alcune sono ereditarie, e tra queste vanno citate:

- la maculopatia miopica;
- la distrofia maculare giovanile;
- la distrofia vitelliforme.

Esiste inoltre una forma di maculopatia diabetica, legata a un diabete non controllato che conduce a danni retinici importanti se non controllati per tempo. Del resto, come accade con il diabete stesso, sono molti i fattori esterni che possono aumentare il rischio di patologie retiniche: il fumo, il sovrappeso, un’esposizione eccessiva alla luce solare, una dieta ricca di grassi e livelli di colesterolo fuori controllo.

La sintomatologia e la diagnosi

Il principale sintomo di una maculopatia è la perdita di visione centrale. In altre parole, chi ne è affetto non è in grado di vedere centralmente e talvolta può manifestare una distorsione delle immagini, anche in termini di loro dimensioni. La diagnosi avviene, oltre che sulla base dei sintomi riportati, dopo un esame del fondo oculare e dell'acutezza visiva. Una serie di altri test possono essere di supporto, come il test di Amsler che consiste nell'osservazione di una griglia al cui centro è collocato un punto nero: fissandolo, il paziente deve riportare la percezione delle righe che compongono la griglia. Se queste appaiono distorte, sfuocate o se sono visibili aree scure l'esito del test è da considerare positivo. Fondamentali anche esami strumentali più approfonditi come l'Oct, la cosiddetta "tac dell'occhio", e la fluorangiografia retinica.

Tra le maculopatie senili, quella secca al momento non può essere curata: è invece fondamentale un monitoraggio costante per evitare che la condizione degeneri in maculopatia umida. Quest'ultima può invece essere trattata con buoni risultati grazie a specifiche terapie locali. In ogni caso è importante giocare d'anticipo controllando i fattori di rischio. Nel capitolo prevenzione è infatti da aggiungere l'importanza della consapevolezza dei sintomi e la necessità di agire per tempo presentandosi dall'oculista in tempo utile a impostare una strategia terapeutica efficace. È decisivo, anche nella salute dell'occhio, un buono stile di vita fatto di alimentazione adeguata e di attività fisica, importanti per prevenire condizioni metaboliche che potrebbero favorire le patologie retiniche.

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