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L’asma è generalmente una malattia caratterizzata da una infiammazione cronica delle vie aeree, quindi è fondamentale identificare e caratterizzare il giusto tipo di asma per una corretta gestione terapeutica. “Questo è ancor più vero quando siamo di fronte a un soggetto affetto da asma severo, in cui abbiamo necessità di personalizzare il trattamento”, afferma Alessandro Pannofino, UOC Medicina Interna-Ospedale Giovanni Paolo II Policoro (MT) e responsabile dell’Ambulatorio di Allergologia e Immunologia Clinica.
Il concetto di medicina personalizzata, cioè di una terapia sartoriale tagliata su misura per ogni paziente, “passa da un giusto iter clinico-diagnostico in grado di fenotipizzare il paziente, cioè capire ad esempio se si tratta di una forma allergica (IgE mediata) o non allergica, se ci sono malattie associate come l’obesità, che hanno un impatto clinico-terapeutico negativo sulla patologia asmatica – continua Pannofino - e nel contempo comprendere il più possibile il meccanismo di infiammazione sottostante per il giusto approccio terapeutico”.

Allergeni maggiormente coinvolti

Gli allergeni maggiormente coinvolti sono i dermatofagoidi (acari della polvere), epitelio e forfora di gatto e cane, i pollini in genere (graminacee, parietaria, cipresso, olivo, betulla) con variazioni tra le varie zone geografiche e le muffe (alternaria in particolare, aspergillo)

Asma allergica e ruolo dell’allergia nell’asma

“Il fenotipo allergico è il più frequente, fra i pazienti allergici gravi: fino a 3 su 4 sono allergici – puntualizza l’allergologo. Spesso la rinite precede l’asma allergico, che ha una insorgenza generalmente nell’età giovanile a differenza delle forme non allergiche, con una sintomatologia variabile a seconda degli allergeni coinvolti (perenni o stagionali)”. Molte volte la sintomatologia, caratterizzata da difficoltà respiratorie, sibili respiratori, senso di costrizione toracica e tosse, è persistente poiché ci troviamo di fronte a soggetti positivi a più allergeni.
Nell’asma grave allergico i sintomi sono più intensi e a volte non ben controllati dalle comuni terapie, come corticosteroidi/ broncodilatatori spray – spiega Pannofino -, per cui è necessario aggiungere al trattamento in atto dei farmaci biologici, soprattutto nell’ottica di evitare l’uso al bisogno di corticosteroidi orali/iniettivi che causano notevoli effetti collaterali, nonché migliorare decisamente i sintomi e la qualità della vita dei pazienti affetti da asma grave allergico”.

Test diagnostici che si possono effettuare

Anamnesi, valutazione clinica e esame spirometrico sono cardini della diagnostica dell’asma e devono essere affiancati da test diagnostici per l’allergia. I test diagnostici di primo livello sono i prick test con i comuni allergeni che ci permettono il più delle volte, con un’adeguata correlazione tra positività cutanea e sintomatologia, di giungere ad una diagnosi. “Ove non è possibile effettuarli (ad es. per malattie cutanee in atto o per terapie concomitanti con antistaminici che non è possibile sospendere) si può ricorrere al RAST che ricerca le IgE specifiche per i singoli allergeni nel sangue – ricorda il dott. Pannofino -. È possibile avvalersi attualmente di test di diagnostica molecolare (come l’ISAC) su sangue, utili ad esempio nei soggetti polisensibili o eleggibili a immunoterapia desensibilizzante, che permettono di evidenziare la presenza di IgE verso le singole componenti che costituiscono le fonti allergeniche, per identificare ad esempio l’allergene maggiore responsabile della sintomatologia. Le IgE totali (PRIST), anche se sono spia di una possibile allergia, in realtà non hanno una grande utilità diagnostica nelle allergopatie respiratorie”. Nel caso in cui i sintomi non fossero ben controllati, ci si può rivolgere con fiducia al medico di medicina generale o allo specialista per ottenere informazioni utili per una migliore gestione del disturbo.

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