Cosa farei se mi ammalassi e perdessi l’uso corpo? La risposta va in scena a teatro, con uno spettacolo che indaga il significato stesso dell’esistenza. In anteprima nazionale, il Teatro CometaOff di Roma, ospita “Caso, mai - l’imprevedibile virtù della dignità”, dal 24 al 29 maggio. Qual è il significato della nostra vita? Sono tanti gli interrogativi che popolano la mente di Massimiliano, Flaminia, Giuseppe, Paola, il dottor Giomberti e Suor Lucia, ovvero i protagonisti di vite diverse fra loro e tranquille, finché la Sla si insinua nella loro quotidianità.
Lo spettacolo, attraverso la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), parla di tutte le malattie che affliggono migliaia di famiglie, costrette a fare i conti con una dimensione umana segnata da un grande arresto e dove il corpo diventa carceriere di sé stesso. Nessuna posizione sul tema del fine vita, affrontato senza esprimere giudizi o opinioni. È uno squarcio sulle vite di sei personaggi, il cui unico obiettivo è quello di aprire a domande, dando la possibilità allo spettatore di potersi mettere nei panni di uno o dell’altro personaggio, di identificarsi in uno o nell’altro carattere, di simpatizzare per una o per l’altra reazione. “Cosa farei io se mi ritrovassi in una situazione simile?” è una domanda che nella vita spesso viene da porci e alla quale difficilmente si riesce a dare una risposta certa, soprattutto in circostanze così delicate.
Un cast di eccezione per una commedia fresca, leggera e profonda che tenta di indagare sul senso stesso delle nostre esistenze, sulle scelte di vita e sulla speranza. Con la co-regia di Licia Amendola, lo spettacolo si divide in tre atti che si susseguono senza interruzioni e caratterizzato da un ritmo alternato: veloce e incalzante nella prima parte, più profondo e dai toni più seri nella seconda. Musiche originali di Giacomo Vezzani.
“Spero di aver creato una forma di intrattenimento gradita. – afferma il giovane autore e attore romano Simone Guarany - E spero di riuscire a far ridere e piangere, a mettere paura e a far riflettere, a sensibilizzare i nostri spettatori circa la drammatica condizione che alcune malattie possono portare noi esseri umani ad essere meno leggeri quando si parla di etica, soprattutto in campo medico. Questo è il mio compito, il mio lavoro.”
Con il patrocinio di Aisla, Centri Clinici Nemo, Nazionale poeti, Calabria Movie e di Roma Capitale, il progetto teatrale rimanda inequivocabilmente alla bellezza unica e talvolta trascurata della vita.
02/05/2022
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