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Gli italiani decidono di mettere da parte il 10% delle proprie entrate per affrontare le spese sanitarie, ma nel 23% dei casi non riescono a risparmiare abbastanza. Circa 3 milioni di italiani, quindi, ammettono che, quando devono usufruire di prestazioni sanitarie a pagamento, rinunciano a curarsi. Questo è quanto emerge da un'indagine condotta sull'opinione pubblica e sul personale medico dall'Istituto Piepoli per la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri. I risultati sono stati presentati nell'ambito di un convegno dedicato al Ssn.

L'indagine - che si basa su interviste telefoniche e via web effettuate su un campione di 1.000 persone rappresentativo degli italiani di età tra i 15 e i 75 anni e un campione di 300 medici e odontoiatri - punta i riflettori anche su un problema che continua ad essere molto sentito, quello dei cosiddetti 'viaggi della speranza', che spingono le persone a cercare cure lontano da casa. Sempre più cittadini sono costretti a spostarsi in altre regioni alla ricerca di centri di eccellenza: il 63% degli intervistati percepiscono questo problema con riferimento al loro territorio, con punte del 79% al Sud e nelle isole. La stragrande maggioranza degli italiani, il 93%, vorrebbe per questa ragione un aiuto dallo Stato. E oltre 8 persone su 10, trasversalmente su tutto il territorio nazionale, vorrebbero un'organizzazione sanitaria che porti l'eccellenza dove vive, senza per forza essere costretti ai viaggi della speranza, costosi in termini di denaro, tempo ed energie.

In generale, gli italiani tendono in maggioranza (54%) a promuovere il Servizio sanitario regionale, "ma con grandi distanze territoriali". Se infatti al Nord si raggiungono picchi del 69% di soddisfazione, al Sud e nelle Isole ci si ferma a quota 41%. Il servizio sanitario viene dunque promosso più a Nord che a Sud. E specularmente, quando si chiede chi debba guidare la sanità tra Stato e Regioni, al Nord prevale il modello concentrato sulle Regioni mentre al Sud si chiede un intervento statale, probabilmente - interpretano gli esperti - proprio nella speranza che questo riequilibri la qualità percepita del servizio sanitario.

Inoltre, la sanità deve essere prevalentemente pubblica per il 76% degli italiani e questa idea è trasversale alle diverse aree del Paese. Il 90% degli italiani è convinto in ogni caso che nella legge finanziaria la sanità debba essere al primo posto o tra le priorità principali del Governo. Tra gli interventi da mettere in atto per migliorare l'assistenza, il 55% di coloro che non ne sono soddisfatti propone di agire sul personale, incrementandolo, il 42% vuole aumentare i finanziamenti, il 38% migliorare le organizzazioni.

23/10/2023

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