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"La pandemia di Covid-19 ha messo duramente in crisi la rete donazionale e trapiantologica ed è fondamentale, per dare opportunità di cura a chi attende il trapianto, incrementare le donazioni italiane". Ha intenzione di impegnarsi a fondo in questa direzione durante il suo mandato Alberto Bosi, neopresidente della Federazione italiana Associazioni donatori di cellule staminali ematopoietiche (Adoces), che descrive due progetti nati per rendere più forte all'interno delle famiglie la convinzione di quanto, per esempio, sia fondamentale il gesto di donare sangue cordonale alla nascita.

Generare consapevolezza è una strategia che mira anche a invertire una tendenza preoccupante: "Oggi, dei donatori iscritti al Registro italiano donatori midollo osseo Ibmdr, il 25% una volta richiamato rinuncia alla donazione. Una percentuale troppo alta - denuncia Bosi - che mette a rischio il futuro dei pazienti che non hanno in famiglia un donatore compatibile, per i quali il trapianto è la sola terapia salva vita".

Bosi, già direttore dell'Ematologia e del Centro trapianti di midollo osseo dell'ospedale fiorentino di Careggi, già professore ordinario all'università di Firenze e past president del Gitmo (Gruppo italiano per il trapianto di midollo osseo), succede alla guida di Adoces al genetista Licinio Contu. Il primo atto del nuovo presidente è stato il lancio online di una piattaforma collegata al Registro Ibmdr (Italian Bone Marrow Donor Registry), attraverso la quale verranno promosse le due iniziative affinché "la donazione di cellule staminali emopoietche diventi un 'progetto di famiglia'". Il programma 'Bimbo dona, papà dona' si rivolgerà ai padri che, insieme alla mamma, hanno deciso di donare il sangue cordonale del figlio; 'Nati per donare, cresciamo donando' sarà indirizzato ai ragazzi maggiorenni il cui sangue cordonale è stato donato dai genitori al momento del parto a una banca pubblica. Entrambi i percorsi puntano a "dare continuità e stabilità a una decisione che è già stata condivisa e assunta dalla famiglia".

"Attraverso la messa online della nuova piattaforma collegata al Registro italiano donatori Ibmdr, dove sono conservati i dati genetici dei volontari e delle donazioni del sangue cordonale presenti nelle banche pubbliche - afferma Bosi - sarà possibile, oltre a preiscriversi al Registro, sviluppare i due nuovi importanti progetti che hanno l'obiettivo di promuovere la donazione come un 'valore di famiglia', coinvolgendo nella scelta solidale genitori e figli".

'Bimbo dona, papà dona', dedicato ai neo padri con meno di 36 anni che con la compagna hanno deciso di donare il sangue cordonale del proprio bimbo - spiegano da Adoces - è un progetto multidisciplinare che coinvolge diverse figure professionali: dalle ostetriche che operano nei consultori territoriali e che durante i corsi di preparazione alla nascita promuovono la donazione solidale del sangue cordonale e l'iscrizione al Registro Ibmdr, alle associazioni di volontariato che sensibilizzano alla donazione, ai medici delle banche di sangue cordonale e dei reparti di medicina trasfusionale. L'idea è quella di rivolgersi ai padri affinché consolidino la decisione assunta con la mamma e si iscrivano loro stessi al Registro.

Perché i neo papà? "Si tratta di una categoria già sensibile e informata sulla donazione del sangue cordonale - evidenziano dall'associazione - che presenta i requisiti di idoneità richiesti sia per donare sia per iscriversi al Registro Ibmdr. Inoltre, in quanto maschi, sono il target che gli ematologi selezionano nel 70% dei casi per i trapianti, considerando che le cellule prelevabili sono rapportate al peso corporeo". Bosi precisa infatti che "la quantità cellulare è un fattore importante per i trapianti di cellule staminali emopoietiche: quelle prelevabili da una ragazza di 50 chili possono bastare per un bambino, ma potrebbero non essere sufficienti per il trapianto in un adulto, specie in caso di prelievo midollare. Inoltre - aggiunge l'ematologo - il sistema immunitario del padre non ha subito la stimolazione immunitaria come avviene nelle mamme durante la gravidanza, assicurando quindi una migliore tolleranza immunologica al trapianto del paziente e quindi una migliore riuscita".

Il secondo progetto targato Adoces, 'Nati per donare, cresciamo donando', invita i ragazzi maggiorenni le cui staminali cordonali sono state stoccate dai genitori in una banca pubblica a dare continuità alla scelta solidale compiuta da mamma e papà, iscrivendosi a propria volta al Registro Ibmdr. "In gran parte dei casi i ragazzi sono già sensibilizzati alla tematica della donazione, ne conoscono l'importanza e quindi sono più disponibili a fare la propria parte", sottolineano da Adoces.

15/06/2021

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