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Troppo cortisone per asmatici? A rischio efficacia del vaccino anti Covid

Gli asmatici assumono troppo cortisone per via orale? Su di loro il vaccino anti-Covid potrebbe non essere efficace. L'allarme è della rete Severe Asthma Network Italy (SANI), promossa dalla Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), dalla Società Italiana di Pneumologia (SIP), con le linee guida Global Initiative on Asthma (GINA) in collaborazione con FederAsma.

"Un impiego esteso e inadeguato del cortisone per via orale – afferma Francesco Blasi, board scientifico del SANI, direttore Pneumologia della Fondazione Ca’ Granda Ospedale maggiore Policlinico e professore malattie respiratorie all’Università degli studi di Milano - va evitato ancora di più oggi, durante la pandemia: al di sopra di un dosaggio di 7,5-10 milligrammi al giorno prevale l’effetto immunosoppressore del cortisone orale e si rischia un decorso peggiore dell’infezione, nel caso si sia contagiati da SARS-CoV-2, o una risposta inferiore al vaccino se ci si è sottoposti alla vaccinazione anti-COVID".

Non solo. L'uso anche non continuativo del cortisone aumenta, a quanto emerge da un’indagine demoscopica Doxa sull’impatto clinico del cortisone per bocca, anche il rischio di altre malattie come ipertensione, osteoporosi e fratture, cataratta e glaucoma, diabete e disturbi del sonno. Il 63% di chi assume cortisonici per bocca soffre di più patologie; quando la terapia orale è continuativa la percentuale sale addirittura al 73%.

"Stando alle linee guida internazionali - sottolinea Blasi - i corticosteroidi per via orale nell’asma dovrebbero essere utilizzati solo nelle crisi acute; in caso di asma grave si suggerisce di impiegarli ai minori dosaggi possibili e come trattamento di seconda scelta, dopo aver valutato l’opportunità di terapie biologiche come gli anticorpi monoclonali anti-IgE o anti-IL5 e anti-IL4. I dati dell’indagine Doxa - rileva l'esperto - mostrano che un paziente con asma grave su due utilizza cortisonici in cronico, esponendosi quindi a un elevato rischio di eventi avversi. È un azzardo, sia clinico sia economico: i pazienti vanno incontro a problemi anche gravi che potrebbero essere evitati, limitando l’uso del cortisone e preferendo i farmaci biologici; in più la scelta non paga neppure dal punto di vista economico, perché espone a costi enormi proprio per la necessaria gestione degli effetti collaterali. Sarebbe perciò molto più lungimirante per la salute dei pazienti e per la tenuta dei conti del Sistema sanitario - conclude Blasi - utilizzare in maniera più appropriata le terapie biologiche nei casi di asma grave".

Alla luce di questi dati, la rete SANI in collaborazione con FederAsma, lancia la prima campagna social di sensibilizzazione sugli effetti del cortisone per via orale nel trattamento dell’asma. L’impatto clinico ed economico del cortisone somministrato per via orale: Lo scenario italiano – Progetto SANI (sani-asma.org)

22/04/2021

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