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Meccanismo infiammatorio alleato del cancro

Importanti progressi della ricerca italiana in ambito oncologico: rivelato il meccanismo infiammatorio alla base del cancro. "Una via da cui passano i 'poliziotti corrotti' del sistema immunitario": cellule che, invece di difendere l'organismo dall'attacco nemico, 'disertano' e favoriscono la malattia. Lo studio, pubblicato su 'Nature Cancer' e sostenuto da Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro), ministero della Salute e Fondazione Cariplo, è stato condotto sui sarcomi da scienziati Humanitas. "Il bersaglio identificato - spiegano dall'Irccs di milanese - apre allo studio di nuovi farmaci e a possibilità terapeutiche che combineranno inibitori dell'infiammazione e immunoterapici".

Una caratteristica tipica del cancro - ricordano gli autori del lavoro, uno studio pre-clinico - è sfuggire alle difese immunitarie e creare attorno a sé un microambiente infiammatorio ideale per la crescita e la proliferazione del tumore. L'attenzione al microambiente che circonda le cellule tumorali ha portato a chiedersi: quali meccanismi consentono ad alcune cellule infiammatorie presenti all'interno dei tumori di diventare dei 'guardiani corrotti' che non solo non bloccano il tumore, ma collaborano alla sua crescita?

"Siamo partiti studiando il complemento, una vera e propria cascata di molecole dell'immunità e dell'infiammazione che si attiva nei tumori quando vengono riconosciute cellule anomale - afferma Cecilia Garlanda, ricercatrice e docente di Humanitas University - Il complemento è una componente dell'infiammazione promotrice del tumore. Abbiamo scoperto che una molecola del complemento, C3a, e il suo recettore, C3aR, svolgono un ruolo cruciale nel reclutare 'guardiani' e nel corromperli. In particolare, abbiamo visto che l'attivazione del complemento contribuisce alla progressione di diversi tipi di sarcomi e si associa a immunosoppressione".

Lo studio - riferisce una nota - ha dimostrato come il complemento, antico sistema di difesa e infiammazione, si attivi nei sarcomi e come impatti sull'attività funzionale dei macrofagi (attori centrali dell'immunità innata che, con la loro diversità e plasticità, contribuiscono all'attivazione, all'orientamento e alla regolazione delle risposte immunitarie adattive), limitando le proprietà anti-tumorali dei linfociti T e, in generale, la risposta all'immunoterapia. Inoltre, il team di ricerca ha definito una firma molecolare con significato prognostico: nei tessuti in cui si accendono particolari allarmi, il decorso del sarcoma è peggiore.

Il lavoro apre dunque a "un nuovo orizzonte di sperimentazione clinica: combinare l'uso di farmaci immunoterapici e di inibitori del complemento per inibire lo sviluppo dei 'poliziotti corrotti' e quindi la crescita tumorale e le metastasi". La scoperta potrebbe anche preparare la strada allo sviluppo di "nuovi farmaci mirati a frenare l'infiammazione attivata da C3a e C3aR".

"Lo studio è stato fatto sui sarcomi, ma pensiamo che apra implicazioni più vaste - precisa Garlanda - perché il meccanismo di corruzione dei macrofagi che si attiva tramite le.

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