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Vaccino Covid, Istat: 7 italiani su 10 favorevoli a farlo

Sette italiani su 10 si dicono a favore del vaccino contro il Coronavirus. Per due su tre è facile capire cosa fare in caso di sospetta infezione da Covid-19 e per 8 su 10 dal governo arrivano informazioni chiare sulle restrizioni e i divieti. E poi per la stragrande maggioranza di italiani (9 su 10) questa emergenza sanitaria sarà superata. Sono alcuni dei dati che emergono dal report dell'Istat 'I cittadini durante la seconda ondata epidemica: 12 dicembre 2020 - 15 gennaio 2021' per studiare i comportamenti e le opinioni dei cittadini a quasi un anno di distanza dall’inizio della pandemia.

Ai cittadini è stato chiesto di esprimere la loro posizione rispetto alla seguente affermazione: “Se un vaccino Covid-19 diventa disponibile ed è consigliato, lo farei”, utilizzando una scala da 1 a 7 (dove 1 significa completamente in disaccordo e 7 assolutamente d’accordo). Il 70,3% esprime accordo (punteggi dal 5 in poi) con l’affermazione; più di 4 persone su 10 esprimono un accordo assoluto scegliendo il punteggio più elevato della scala. Esprime incertezza, collocandosi al centro della scala (4), il 12,0% dei cittadini. Il rimanente 17,8% si colloca su posizioni che esprimono disaccordo. Il punteggio medio è 5,3 e conferma il generale orientamento a essere d’accordo con l’affermazione proposta. Non emergono differenze significative in base alle caratteristiche individuali o al territorio. Tuttavia, avere conosciuto una persona infetta riduce l’area del disaccordo e quindi l’indisponibilità al vaccino: i punteggi da 1 a 3 raccolgono i consensi del 22,6% di chi non ha conosciuto persone contagiate, valore che scende al 15,5% tra chi invece ne ha conosciute.

Nel periodo compreso fra il 12 dicembre 2020 e il 15 gennaio 2021, inoltre, il 93,2% dei cittadini ha fatto sempre uso di mascherine nei luoghi aperti, il 5,9% lo ha fatto spesso. In presenza di persone non conviventi l’84,0% ha usato sempre le mascherine anche in luoghi al chiuso. In un giorno medio della settimana è uscito il 58,3% dei cittadini di 18 anni e più, mentre il restante 41,7% è rimasto in casa. Tra chi è uscito il 63,0% lo ha fatto una sola volta nel corso della giornata.

Analogamente a quanto rilevato durante il lockdown, quattro cittadini su cinque (80,2%) continuano a ritenere utili le misure adottate dal governo e chiare le informazioni ricevute sui comportamenti da adottare (82,8%). Non si osservano variazioni significative in base alle caratteristiche sociodemografiche né sul territorio. Nel report Istat viene rileva come queste percentuali, per quanto molto elevate, sono comunque un po’ più basse di quelle registrate in pieno lockdown. Probabilmente il sistema dei colori e la conseguente differenziazione dei comportamenti da tenere sui territori può avere generato qualche incertezza, diversamente da quanto accaduto durante il lockdown in cui le regole erano particolarmente stringenti e soprattutto uguali su tutto il territorio nazionale.

È stato poi chiesto ai cittadini quanto trovassero difficile capire cosa fare in caso di sospetta infezione da Covid in una scala da 1 a 7, dove 1 significa molto difficile e 7 molto facile. Durante la seconda ondata epidemica, poco meno dei due terzi dei cittadini (63,7%) si collocano sui punteggi più elevati della scala, ritenendo facile capire come comportarsi in caso di contagio. Un cittadino su quattro si colloca sul punteggio più elevato, il 17,6% si posiziona sul valore centrale della scala e il rimanente 18,7% su valori compresi tra 1 e 3, evidenziando una qualche difficoltà nel sapere come muoversi nel caso in cui sospetti di avere il Covid.

Il punteggio medio è pari a 5, ma varia in base al titolo di studio: da 4,8 di chi ha la licenza elementare a 5,3 di chi ha conseguito la laurea. Non si osservano differenze significative in base alle altre caratteristiche individuali e al territorio.

Analogamente a quanto rilevato in pieno lockdown, durante la seconda ondata poco meno di 9 persone su 10 ritengono che la situazione emergenziale sarà superata. Tuttavia, a quasi un anno di distanza dall’inizio della pandemia, è ancora solo il 10,5% a essere pienamente ottimista e confidente in una rapida soluzione.

La posizione che continua a raccogliere un maggior numero di consensi è quella che si potrebbe definire di cauto ottimismo, visto che il 75,7% dei cittadini ha dichiarato che la situazione si risolverà, ma occorre del tempo. Stabile rispetto ad aprile 2020 la quota di quanti ritengono che il Paese non sia adeguatamente attrezzato per risolvere la situazione (8,8%), mentre il 5% non ha espresso un’opinione in merito. Non emergono significative differenze in base al territorio o alle caratteristiche socio-demografiche.

06/04/2021

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