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Il tumore al seno è il più diffuso nelle donne con 53.000 diagnosi nel 2019. “Circa il 20-50% delle diagnosi la malattia è metastatica o lo diventerà - dice la professoressa Grazie Arpino, docente di Oncologia medica all’Università Federico II di Napoli-. Il 75-80% dei casi presenta positività dei recettori di estrogeno e progesterone”, si tratta dei tumori ormonosensibili, a recettori ormonali positivi (HR+). 
“Questi tumori - spiega la professoressa Arpino - sono trattati con terapie mirate (endocrinoterapia) che bloccano l’attività del recettore degli estrogeni e sono molto importanti sia terapia adiuvante che metastatica. Di fatto il problema della resistenza alle terapie ormonali compromette l’aspettativa di vita delle donne che, in molti casi, tendono a recidivare dopo l’adiuvante riducendo le aspettative di vita”.

Le mutazioni PIK3CA e l’endocrinoresistenza

Grazie allo sviluppo di nuove tecniche diagnostiche di biologia molecolare si possono trovare i geni che sono responsabili della resistenza alla terapia ormonale o che si esprimono quando c’è la resistenza alla terapia ormonale e per questo meritevoli di interesse come potenziali target farmacologici.

“Le mutazioni sul gene PIK3CA sono implicate nell’endocrinoresistenza e rappresentano un target importante per nuovi farmaci sviluppati negli ultimi anni – continua la professoressa -. PIK3CA è alterato in altri tipi di tumore, ma nel tumore della mammella in una percentuale del 18-40% dei tumori HR+/HER2. La mutazione è così importante perché causa una maggiore crescita e aggressività del cancro”.

L’importanza della diagnosi per la mutazione PIK3CA

“Oggi con le nuove metodologie di diagnostica molecolare - precisa l’oncologa – è possibile individuare se sono attivati i meccanismi che determinano la resistenza e le molecole che possono diventare bersaglio della terapia target. Tra queste molecole c’è la PI3K che, quando alterata, conferisce maggiore aggressività e si manifesta frequentemente nei tumori HR+/HER2 resistenti alla terapia endocrina”.

Attualmente, nella routine clinica c’è la determinazione della quota di recettori estrogenici o progestinici sul tumore. “Ora che PIK3CA è diventato un marker per erogare una terapia target specifica, è verosimile che la ricerca di questa mutazione diventi uno standard of care nel tumore della mammella perché si può erogare un farmaco specifico – conclude la professoressa Arpino - Verosimilmente il test verrà implementato nella routine clinica”.

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