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Gli effetti determinati dall’infezione da SARS-CoV-2 sui bambini sono stati generalmente considerati meno rilevanti rispetto a quelli che si riscontrano negli adulti, ma dopo quasi 2 anni dall’inizio della pandemia e la diffusione di differenti varianti del virus in tutto il mondo, i dati hanno portato il mondo scientifico a riconsiderare la questione, ponendo l’accento sul pericolo rappresentato, soprattutto, da Long Covid e MIS-C.

Long Covid: cos'è e come colpisce i bambini

Con il termine Long Covid ci si riferisce a una sindrome post virale che determina uno stato anche molto debilitante per un periodo che può estendersi a parecchie settimane dopo la negativizzazione. La manifestazione di questa sindrome, che non sembra essere necessariamente collegata a forme severe di Covid-19, può variare per durata e anche per livello di intensità dei sintomi, che in generale comprendono:

  • stanchezza;
  • mal di testa;
  • problemi di memoria e di concentrazione;
  • perdita di capelli;
  • eritemi cutanei;
  • disturbi gastrointestinali;
  • palpitazioni.

Pazienti che sono stati in terapia intensiva possono anche riscontrare difficoltà a parlare, camminare e respirare e soffrire di persistenti problemi cardiaci, polmonari e renali.

Per quanto riguarda i bambini, da una revisione scientifica su 14 studi che hanno coinvolto circa 20 mila bambini, emerge che i sintomi di Covid-19 nella maggior parte dei casi non persistono per più di 12 settimane, ma possono includere:

  • mal di testa;
  • affaticamento e mancanza di concentrazione;
  • disturbi del sonno e depressione;
  • nausea e inappetenza;
  • dolori ossei e articolari;
  • manifestazioni cutanee su mani e piedi, simili ai geloni.

Questi sintomi rendono complessa la ripresa di una normale quotidianità, a causa, per esempio, della difficoltà a mantenere la concentrazione necessaria a svolgere i compiti scolastici, o del continuo senso di stanchezza e dei dolori articolari che non permettono di svolgere regolare attività sportiva.

MIS-C: il rischio più grave per i bambini e adolescenti

La MIS-C (sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica) è una condizione infiammatoria rara e severa, che può interessare diversi organi come cuore, reni e polmoni. Questa sindrome colpisce i bambini e, soprattutto, gli adolescenti dai 12 anni in su ed è la complicanza più grave di Covid-19 in queste fasce d’età.

Il primo allarme a livello internazionale riguardo alla MIS-C è stato lanciato dall’Istituto Gaslini nell’aprile del 2020, quando il Professore Angelo Ravelli, ora direttore scientifico dell’Istituto e all’epoca segretario del Gruppo di Studio Italiano di Reumatologia Pediatrica, ha inviato una email a tutti i 11.000 pediatri iscritti alla società Italiana di Pediatria per allertare sulla comparsa e sulla potenziale gravità di questa complicanza del Covid in età pediatrica.

Dopo attenti studi, si è scoperto che la MIS-C non è determinata direttamente dal virus, ma da una forte risposta immunitaria tipica di pazienti con una specifica predisposizione genetica.

I sintomi più frequenti sono:

  • febbre alta,
  • forti dolori addominali;
  • alterazioni neurologiche;
  • miocardite.

Accanto a queste manifestazioni, in molti bambini si riscontrano alcuni segni tipici della malattia di Kawasaki, una patologia pediatrica caratterizzata da infiammazione dei vasi sanguigni, come: eruzione cutanea, congiuntivite, alterazioni della mucosa delle labbra e dilatazioni delle arterie coronariche.

Pazienti con MIS-C, che si manifesta di solito dalle 2 alle 6 settimane dopo l’infezione, finiscono spesso per essere ricoverati in terapia intensiva. Si stima che in Italia si verifichino circa 1-2 casi ogni mille ragazzini risultati positivi al virus Sars-CoV-2, ma con la diffusione della vaccinazione per gli over 12 l’incidenza ha cominciato a diminuire.

A livello terapeutico, è importante intervenire in maniera tempestiva con un trattamento con immunoglobuline in endovena e, successivamente, con cortisone. Nei casi più severi, ovvero in presenza di miocardite, viene somministrato un inibitore della Interleuchina-1, secondo le raccomandazioni nazionali e internazionali.

Vaccinazione anti-Covid per ragazzi e bambini

Anche i più giovani, quindi, se si ammalano di Covid possono andare incontro a conseguenze anche molto serie che comprendono, oltre alle complicazioni ora citate, anche un decorso grave della malattia stessa, seppure in casi rari.

Alla luce di queste evidenze, le indicazioni del Ministero della Salute sono volte a incentivare la vaccinazione per gli over 12 e per la fascia di età 5-11, che il 1° dicembre ha ricevuto l’approvazione finale da parte di Aifa, come misura di protezione estremamente efficace e sicura.

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