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Il 23 luglio 2022 l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato il vaiolo delle scimmie "emergenza sanitaria globale". Vediamo di capire come si trasmette questa malattia, quali sintomi determina e come è possibile prevenirne il contagio.

Vaiolo delle scimmie e sua diffusione

Il vaiolo delle scimmie, o monkeypox (MPX), è una patologia infettiva causata da un virus Orthopoxvirus, simile a quello che causa il vaiolo, ma dal quale si differenzia per minore capacità di diffusione e gravità. Mentre il vaiolo umano è stato dichiarato eradicato nel 1980 dall’Organizzazione mondiale della sanità, il vaiolo delle scimmie, il cui virus è stato isolato per la prima volta in un essere umano nel 1970 in Congo, è diventato endemico in alcune zone dell’Africa. Nel 2003 si è verificata un’epidemia di vaiolo delle scimmie negli Stati Uniti, in seguito all’importazione di animali, ad esempio i roditori dal Ghana che hanno contagiato alcuni cani della prateria, dai quali è partita l’infezione verso l’uomo.

Nel 2022 si è assistito a un nuovo forte aumento dei casi in Europa e nel continente americano. La maggior parte dei casi segnalati interessa soggetti maschili tra i 18 e i 50 anni, soprattutto, ma non solo, tra uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. Il virus, comunque, può essere trasmesso a tutti.

Come si trasmette

L’infezione può colpire l’essere umano attraverso il contatto con animali infetti, soprattutto primati e piccoli roditori. La trasmissione da animale a uomo avviene tramite la saliva e altri fluidi corporei, oppure con il contatto diretto, compresa l’ingestione.

Il contagio all’interno della specie umana è più difficile e avviene principalmente secondo le seguenti modalità, come indicato dal Ministero della Salute:

  • attraverso il contatto fisico stretto, compresa l’attività sessuale, con liquidi corporei e lesioni cutanee di una persona infetta. Non è ancora stato accertato se il virus possa essere trasmesso sessualmente attraverso i fluidi genitali;
  • la trasmissione può avvenire anche tramite oggetti contaminati come vestiti, lenzuola, asciugamani, posate, dispositivi elettronici e superfici;
  • ulcere, lesioni o piaghe della bocca possono essere infettive;
  • il virus può diffondersi attraverso il contatto diretto con la bocca e i droplet respiratori.

Sintomi del vaiolo delle scimmie

Come evidenzia il Ministero della Sanità, i sintomi di questa patologia sono molto variabili, per tipologia e intensità. Le manifestazioni in rari casi sono assenti, spesso sono lievi, ma possono anche presentarsi in maniera particolarmente grave, tanto da richiedere l’ospedalizzazione. Le persone maggiormente a rischio di decorso serio e di complicanze sono donne in gravidanza, bambini e persone immunocompromesse.

I principali sintomi sono:

  • eruzione cutanea, che si presenta come macule e tende ad evolversi in papule, vescicole, pustole e croste.
  • febbre;
  • sonnolenza;
  • dolori muscolari;
  • mal di testa.

L’eruzione appare da uno a tre giorni dalla comparsa della febbre o anche prima dei sintomi generali; coinvolge soprattutto le aree ano-genitali, il tronco, le braccia e le gambe, il viso, i palmi delle mani e le piante dei piedi. Le eruzioni possono essere scarse e/o limitate solo alle aree genitali o perianali. La manifestazione di esordio è in alcuni casi identificata in lesioni a livello del cavo oro-faringeo. I sintomi si protraggono mediamente per 2 o 3 settimane e, di solito, scompaiono da soli o dietro utilizzo di antidolorifici e antipiretici. Le possibili complicazioni includono infezioni cutanee secondarie, broncopolmoniti, sepsi, encefaliti e infezione della cornea.

Un soggetto che ha contratto il vaiolo delle scimmie è considerato infettivo a partire dalla comparsa dei primi sintomi fino alla caduta delle croste di tutte le lesioni e alla formazione di nuova pelle.

Misure di prevenzione

Le direttive del Ministero della Salute per prevenire il contagio e la trasmissione del vaiolo delle scimmie sono:

  • evitare il contatto stretto con casi sospetti o confermati e con animali infetti;
  • disinfettare attentamente gli ambienti che potrebbero essere stati contaminati da una persona infetta;
  • in caso si sospetti di aver contratto la malattia è importante contattare rapidamente il medico e isolarsi dalle altre persone, evitando contatti stretti (inclusi ovviamente i rapporti sessuali);
  • in caso di diagnosi di vaiolo delle scimmie, mantenere l’isolamento fino alla caduta di tutte le croste.

In caso di accertato contagio, il soggetto verrà comunque informato direttamente dalle autorità sanitarie locali riguardo alle normative igienico-comportamentali da seguire e alla durata dell’isolamento.

Vaccinazione

Le persone che sono state in passato sottoposte al vecchio vaccino contro il vaiolo, procedura sospesa in Italia a partire dal 1977, sembra siano ancora in grado di sviluppare anticorpi e quindi essere in buona parte protette dal contagio del vaiolo delle scimmie.

Di recente è stato approvato un nuovo vaccino per prevenire il vaiolo delle scimmie; al momento la vaccinazione è raccomandata solo per alcune categorie di soggetti considerati maggiormente a rischio, tra cui rientrano il personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus.

Le persone a rischio che avevano effettuato la vecchia vaccinazione possono richiamare la risposta immunitaria tramite una singola dose del nuovo vaccino. In caso contrario, vanno effettuate 2 dosi, a distanza di 28 giorni.

26/10/2022

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