Per un cuore in salute, il primo passo è tenere sotto controllo il proprio colesterolo LDL, riducendone i livelli nel sangue il prima possibile e il più a lungo possibile. Lo dicono gli esperti: il colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo ‘cattivo’) è il più importante fattore di rischio modificabile che correla con la riduzione degli eventi cardiovascolari, primi tra tutti ictus e infarto. Maggiore, quindi, sarà la riduzione dei livelli di colesterolo circolante nel sangue, più alto sarà il numero di eventi cardiovascolari che verranno evitati.
Da qui l’indicazione che può fare la differenza per la salute cardiovascolare: basso è meglio!
Lo ribadisce, in occasione della Giornata Mondiale del Cuore 2022, anche Piero Chiambretti, uno dei personaggi più apprezzati del piccolo schermo, che si unisce alla campagna #bassoemeglio promossa da Novartis e rilancia, dai suoi canali sociali, l’hashtag per sensibilizzare sull’importanza di ridurre i livelli di colesterolo LDL nel sangue il prima possibile e per il tempo più lungo possibile.
Con intelligenza e auto-ironia, Chiambretti è protagonista di alcuni mini-sketch – disponibili anche su www.facebook.com/AscoltailTuoBattitoITA – nei quali, giocando su equivoci e paradossi, strappa una risata al pubblico, ma soprattutto fa riflettere sul perché i livelli di colesterolo LDL, vero e proprio fattore di rischio per l’insorgenza delle malattie cardiovascolari, devono essere sempre tenuti bassi e sotto controllo.
«Sono orgoglioso di contribuire a sensibilizzare e diffondere il messaggio di un’attenzione doverosa alla salute del cuore – dichiara Piero Chiambretti –. Ricordate sempre: “Basso è meglio”! Io è da una vita che lo dico».
Anche la Fondazione Italiana per il Cuore e l’Associazione Italiana Scompenso Cardiaco (AISC) accolgono positivamente l’iniziativa. «Crediamo fortemente nel valore di iniziative come questa, che sensibilizzano il grande pubblico sull’importanza della prevenzione cardiovascolare con intelligente ironia e con messaggi che vanno dritti al cuore» afferma Emanuela Folco, presidente di Fondazione Italiana per il Cuore. «Un’adeguata consapevolezza e conoscenza dei fattori di rischio cardiovascolare è il primo passo per la messa in campo di comportamenti virtuosi di prevenzione, a partire proprio dal controllo del colesterolo LDL» ribadisce Maria Rosaria Di Somma, consigliere nazionale dell’’AISC.
Ma quali sono i valori corretti del colesterolo? Parlando di colesterolo totale, il valore è “desiderabile” quando non supera i 200 mg/dl, il valore del colesterolo LDL è, invece, “desiderabile” quando non supera i 100 mg/dl, mentre quello del colesterolo HDL lo è quando è uguale o superiore a 50 mg/dl[i]. Sarà il medico a indicare, sulla base del profilo di rischio individuale del paziente, quando iniziare a monitorare i valori del colesterolo. Per chi non manifesta sintomi o non ha fattori di rischio predisponenti, l’età giusta per cominciare è intorno ai 40 anni, ripetendo le analisi almeno una volta all’anno.
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte in Italia, con circa 240.000 decessi ogni anno, ovvero 27 persone ogni ora. Inoltre, si stima che in Italia siano almeno 7,5 milioni le persone in qualche modo coinvolte in problemi ad esse correlati. A cominciare dall’ipercolesterolemia, un disordine metabolico dovuto a un’eccessiva concentrazione di colesterolo nel sangue oltre che una condizione cronica e progressiva che interessa almeno il 23% delle donne e il 21% degli uomini italiani, anche se la percentuale arriva addirittura a superare il 35% se si considerano anche i valori borderline di colesterolo LDL. Il colesterolo LDL in eccesso può causare la formazione di depositi di grasso nei vasi sanguigni, detti anche placche aterosclerotiche. Questi depositi possono ostruire il flusso sanguigno, fino ad interromperlo nei casi più gravi, privando organi come cuore e cervello dell’adeguato apporto di ossigeno e nutrienti e causando eventi cardiovascolari acuti, come infarto e ictus.
Il monitoraggio costante del colesterolo è, dunque, fondamentale, soprattutto quando i suoi livelli sono più elevati rispetto alla quantità necessaria che può essere metabolizzata con successo da parte del nostro organismo. Ma per giocare d’anticipo contro l’eventualità di eventi cardiovascolari bisogna anche iniziare a considerare il colesterolo LDL non più come un indicatore, ma come un vero e proprio fattore di rischio. Tanto che se si considerano le morti causate da malattie cardiache e circolatorie, in 1 caso su 4 queste sono associate proprio all’aumento del colesterolo LDL.
#bassoemeglio è, quindi, il concetto universale, applicabile con le dovute differenze, sia in prevenzione primaria che secondaria, che si traduce nel conoscere bene il proprio rischio cardiovascolare e tenere sotto controllo - con lo stile di vita o, se necessario, con i farmaci - il proprio colesterolo quanto prima possibile e per il tempo più lungo possibile.
29/09/2022
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