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Cos’è la cardiopatia ischemica

Con il termine cardiopatia ischemica si indica un insieme di patologie causate dal ridotto afflusso di sangue al muscolo cardiaco in seguito, di solito, a un’ostruzione delle arterie coronariche. Tra le cardiopatie ischemiche sono comprese, per esempio, l’infarto e l’angina pectoris.

In Italia, alla cardiopatia ischemica può essere attribuiti il 10,4% di tutte le morti, con l’11,3% nei maschi e il 9,6% nelle femmine (dati Istat 2017).

Tipi di cardiopatia ischemica

Le manifestazioni cliniche delle cardiopatie ischemiche comprendono:

  • ischemia silente, caratterizzata da assenza di sintomi, può essere scoperta in tempo solo attraverso esami specifici, di solito effettuati in presenza di fattori di rischio. Più comune nei pazienti diabetici;
  • angina pectoris stabile e instabile, causata da un temporaneo scarso afflusso di sangue al cuore che determina mancanza di ossigeno al tessuto cardiaco. La malattia si manifesta di solito con dolore toracico improvviso, acuto e transitorio. In caso di angina stabile il dolore si presenta solo in determinate condizioni, come sotto intenso sforzo fisico, mentre con angina instabile può verificarsi anche a riposo;
  • infarto miocardico, si verifica con la necrosi di una parte del muscolo cardiaco a seguito dell’ostruzione di una delle coronarie. Si può manifestare a riposo o durante uno sforzo fisico o in seguito allo sforzo;
  • insufficienza cardiaca, si tratta di un insieme di sintomi e manifestazioni fisiche determinato dall’incapacità del cuore di assolvere alla normale funzione contrattile di pompa e di soddisfare il fabbisogno di sangue di tutti gli organi. Allo stadio precoce i pazienti sono spesso asintomatici, oppure avvertono sintomi lievi, come affanno a causa di sforzi molto importanti, il che rende la patologia difficile da diagnosticare.

Sintomi

I sintomi variano a seconda dell’entità del restringimento del vaso e compaiono solo al momento dell’evento ischemico. Possono comprendere:

  • senso di oppressione al petto, che interessa anche braccio sinistro e collo;
  • dolore alla bocca dello stomaco;
  • sudorazione improvvisa;
  • nausea;
  • mancanza di respiro;
  • svenimento.

Diagnosi: come riconoscere la cardiopatia

La diagnosi di cardiopatia ischemica può richiedere i seguenti esami:

  • elettrocardiogramma (ECG), che consente di individuare eventuali anomalie riconducibili a questa patologia;
  • test da sforzo, per valutare al meglio la riserva funzionale del circolo coronarico;
  • scintigrafia miocardica, adatta a valutare l’ischemia da sforzo in casi in cui l’elettrocardiogramma non è sufficiente;
  • ecocardiogramma, un esame che permette di visionare le strutture del cuore e il funzionamento delle sue parti mobili;
  • coronarografia o angiografia coronarica, serve a visualizzare le coronarie attraverso l’iniezione di mezzo di contrasto al loro interno;
  • TAC cuore o tomografia computerizzata (TC), si tratta di un esame diagnostico per immagini utile a valutare la presenza di calcificazioni dovute a placche aterosclerotiche nei vasi coronarici;
  • risonanza magnetica nucleare (RMN), consente di monitorare la morfologia delle strutture del cuore, la funzione cardiaca e le sue possibili alterazioni.

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Cardiopatia ischemica

Cardiopatia ischemica silente: come individuarla

La cardiopatia ischemica silente si contraddistingue per l’assenza di dolore. La sua diagnosi può essere effettuata tenendo sotto controllo i pazienti a rischio, ovvero con pregresso infarto, sottoposti a rivascolarizzazione o a trapianto. La cardiopatia ischemica determina comunque la presenza di alterazioni ecografiche tipiche dell'ischemia, che possono manifestarsi dopo uno sforzo.

Cause più frequenti e meno frequenti della cardiopatia ischemica

La causa principale e più frequente della cardiopatia ischemica è l’aterosclerosi. Cause meno comuni sono:

  • spasmi, embolie e trombosi;
  • traumi;
  • problemi congeniti o patologie del sangue come anemie particolarmente gravi;
  • abuso di sostanze stupefacenti;
  • intossicazione da monossido di carbonio.

Complicanze

Un insufficiente apporto di ossigeno e degli altri nutrienti può danneggiare il muscolo cardiaco e provocare una riduzione di funzionalità, ovvero insufficienza cardiaca.

L’ostruzione delle coronarie può portare a infarto miocardico, con un elevato rischio di arresto circolatorio e decesso.

Cura della cardiopatia ischemica

Il trattamento della cardiopatia ischemica ha come obiettivo il ripristino del flusso di sangue diretto al muscolo cardiaco, che può essere perseguito con l’uso di farmaci specifici oppure con un intervento di rivascolarizzazione coronarica.

Possono essere prescritti, in relazione alla gravità della patologia e alle condizioni generali del paziente, farmaci antiaggreganti, betabloccanti, ipolipemizzanti-statine, ACE inibitori e calcioantagonisti.

In caso di grave limitazione dell'attività fisica determinata dalla malattia stessa, oppure dagli effetti collaterali dei farmaci, può essere raccomandato l’intervento di rivascolarizzazione coronarica, attraverso angioplastica percutanea transluminale oppure intervento di bypass aorto-coronarico.

Prevenzione

Considerando il ruolo dei fattori di rischio modificabili nello sviluppo della malattia cardiovascolare, è necessario agire sulla prevenzione, sin da giovani, seguendo queste importanti indicazioni:

  • alimentazione sana ed equilibrata, povera di grassi saturi e di sodio, ricca di pesce, frutta e verdura;
  • svolgere attività fisica in maniera regolare, come camminare per 30 minuti al giorno e, se possibile, salire le scale a piedi;
  • controllo del peso;
  • astenersi dal fumo.

Cardiopatia ischemica cronica

Con il termine cardiopatia ischemica cronica vengono solitamente indicate le seguenti condizioni:

  • pazienti sintomatici con angina pectoris (o suoi equivalenti) stabile;
  • pazienti asintomatici, ma con evidenza clinico-strumentale di pregresso infarto miocardico o sindrome coronarica acuta da più di 1 anno;
  • pazienti asintomatici portatori di patologia ostruttiva coronarica accertata.

Questa condizione è di solito collegata a un’ostruzione perdurante nel tempo dei vasi arteriosi che causa una riduzione del flusso di sangue all’organo, anche in condizioni di riposo.

Cardiopatia ischemica ipertensiva

Si tratta di una patologia determinata da valori della pressione arteriosa che si mantengono alti nel tempo ed è collegata a forme di disfunzione del muscolo cardiaco.

La causa principale della cardiopatia ipertensiva è rappresentata da uno stato ipertensivo di lunga durata non correttamente controllato che, a lungo andare, porta il cuore a ridurre la propria funzionalità. In seguito a ciò, gli organi e i tessuti non vengono irrorati in maniera adeguata e non ricevono quantità sufficienti di ossigeno, determinando quindi possibile sofferenza.

I sintomi più frequenti sono:

  • dispnea, ovvero difficoltà respiratoria, dopo sforzi o, nei casi più gravi, anche a riposo;
  • dolore toracico;
  • tachicardia, ovvero accelerazione dei battiti cardiaci;
  • astenia, cioè forte sensazione di stanchezza.

La cardiopatia ipertensiva può portare a scompenso cardiaco, infarto miocardico e anche a decesso improvviso.

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