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Cos’è la coronaropatia

Il muscolo cardiaco ha bisogno di un costante apporto di sangue ricco di ossigeno. Le arterie coronarie svolgono proprio la funzione di assicurarne la giusta quantità, ramificandosi dall’aorta alla sua uscita dal cuore.

La coronaropatia è una patologia che tende a restringere una o più di queste arterie e può ostruire il flusso sanguigno, provocando dolore toracico (angina) o attacco cardiaco (o infarto miocardico).

In media, gli uomini sono colpiti da coronaropatie 10 anni prima delle donne, perché queste ultime fino alla menopausa sono protette dagli elevati livelli di estrogeni.

Tipi di coronaropatia: mono-, bi- e trivasale, ischemica

Si possono distinguere diverse tipologie di questa malattia, le principali sono:

  • coronaropatia monovasale, quando il restringimento (stenosi) interessa un solo ramo coronarico;
  • coronaropatia bivasale, se sono presenti stenosi su due rami coronarici;
  • coronaropatia trivasale, se ci sono restringimenti su tutti e 3 i rami coronarici;
  • cardiopatia ischemica, se si verifica in seguito a una occlusione parziale o totale dei vasi coronarici e alla conseguente riduzione di apporto di sangue.

Sintomi della coronaropatia

Questa patologia è di norma asintomatica fino a quando la placca aterosclerotica raggiunge grandi dimensioni. A questo punto possono sopraggiungere:

  • stanchezza;
  • sudorazione;
  • bruciori di stomaco;
  • sensazione di affanno;
  • dolore addominale, al petto e allo sterno;
  • fibrillazione atriale e ventricolare.

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Coronaropatia

Quali sono le cause della coronaropatia

La causa principale di coronaropatia è l’accumulo del colesterolo LDL e degli altri grassi (ateromi o placche aterosclerotiche) sulle pareti di un’arteria coronarica, attraverso un processo che si chiama aterosclerosi e può colpire anche altre arterie, non solo le coronarie.

Altre cause possono essere:

  • spasmo di un’arteria coronaria, che può verificarsi in maniera spontanea oppure derivare dall'assunzione di sostanze come cocaina e nicotina;
  • disfunzione endoteliale, che si verifica quando vaso sanguigno coronarico non si dilata in seguito a una necessità di maggiore afflusso di sangue, provocando un apporto di sangue inferiore alle esigenze del cuore;
  • difetti congeniti, come anomalie delle arterie coronarie;
  • dissezione di arteria coronaria, ovvero una lacerazione del rivestimento di un’arteria coronaria;
  • lupus eritematoso sistemico, una malattia infiammatoria autoimmune;
  • infiammazione delle arterie;
  • un coagulo di sangue, quando penetra da una camera cardiaca in una delle arterie coronarie.

Fattori di rischio

Tra i principali fattori di rischio rientrano:

  • età avanzata;
  • sesso maschile;
  • familiarità;
  • ipertensione;
  • ipercolesterolemia;
  • ipertrigliceridemia
  • fumo;
  • diabete;
  • obesità;
  • malattie autoinfiammatorie;
  • dieta poco sana.

Prognosi e complicanze della coronopatia

Fenomeni come la rottura della placca aterosclerotica o l’ostruzione del vaso con riduzione dell’afflusso di sangue possono causare la formazione di un coagulo di sangue, chiamato trombo.

Questo coagulo può arrivare a ostruire totalmente l’arteria, provocando un’ischemia miocardica acuta, tipica delle sindromi coronariche acute. Queste sindromi comprendono angina instabile e diversi tipi di attacco cardiaco.

Diagnosi

In fase diagnostica si devono valutare i dati ottenuti tramite alcuni esami specifici, come:

  • misurazione della pressione sanguigna;
  • elettrocardiogramma (ECG)
  • ecocardiogramma;
  • test da sforzo;
  • risonanza magnetica cardiaca;
  • tomografia computerizzata a fascio di elettroni (EBCT);
  • angiografia con risonanza magnetica (angioRM);
  • angiografia;
  • ecografia intravascolare (IVUS);
  • radiografia
  • analisi del sangue;
  • angiografia con TC.

Cura e trattamenti della coronaropatia

In caso di coronaropatia, l’approccio terapeutico è volto a ridurre il carico di lavoro del cuore e a migliorare il flusso sanguigno nelle arterie coronariche.

Questi obiettivi sono perseguiti tenendo sotto controllo la pressione arteriosa e con l’assunzione di alcuni farmaci, come beta-bloccanti o calcio-antagonisti, che evitano che il cuore pompi il sangue con eccessiva forza.

Può essere indicato un intervento di bypass aorto-coronarico (CABG), che prevede di prelevare un’arteria o una vena da un’altra sede del corpo per collegare l’aorta a un’arteria oltre il punto di ostruzione, in modo da saltare la zona ostruita.

In caso di sindrome coronarica acuta, o di angina non sufficientemente controllata tramite trattamento farmacologico, può anche essere necessario un intervento coronarico percutaneo o intervento di IPC, che si effettua con l’inserimento di uno stent, cioè di un tubicino espandibile con una struttura a rete metallica, insieme a un palloncino.

Il palloncino, una volta raggiunta l'arteria malata viene gonfiato e sgonfiato più volte per comprimere l’ateroma e dilatare l’arteria. l palloncino viene quindi sgonfiato e rimosso, mentre lo stent viene lasciato in sede affinché il vaso rimanga aperto.

Controllo e prevenzione

Per tenere sotto controllo la salute delle coronarie, è utile prestare attenzione a eventuali sintomi come dolore al petto (angina), respiro corto o gravi aritmie, in presenza dei quali è bene sottoporsi ad una coronarografia.

Inoltre, anche in assenza di sintomi, si raccomanda di sottoporsi a visite mediche regolari e a misurazione della pressione ed esami del sangue volti a verificare i livelli di colesterolo e trigliceridi.

A livello preventivo, uno stile di vita sano ricopre un ruolo essenziale e comprende l’adozione di una dieta equilibrata, che favorisca il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e pesce e limiti quello di grassi e sale. Praticare attività fisica in maniera costante è un altro elemento importante di prevenzione della coronaropatia.

Sindrome coronarica cronica

La sindrome coronarica cronica, o angina stabile, si manifesta con dolori al petto causati dalla riduzione temporanea dell’afflusso di sangue al cuore. I dolori si presentano, però, solo sotto particolari condizioni, come durante una intensa attività fisica e migliorano con il riposo e l’assunzione di farmaci appositi.

Per una corretta gestione della patologia, è importante definire il profilo di rischio cardiovascolare del soggetto, raccogliendo informazioni su fattori di rischio principali, come fumo, diabete, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia. A seconda degli esiti degli esami, vengono stabiliti interventi e/o trattamenti farmacologici più adeguati.

Il paziente deve, inoltre, adottare uno stile di vita sano, assicurare una corretta aderenza terapeutica e sottoporsi a controlli periodici per monitorare la situazione.

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