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Cos’è l’ictus cerebrale

L’ictus ischemico consiste nella morte di una parte del tessuto cerebrale (infarto cerebrale) determinata da un insufficiente apporto di sangue e ossigeno al cervello, come conseguenza di una ostruzione di un’arteria.

In Italia, la mortalità a 30 giorni dovuta a ictus ischemico è di circa il 20% e del 30% a un anno. (Dati Rapporto Ictus 2018)

Differenza con ictus emorragico

L’ictus emorragico si verifica quando un’arteria cerebrale viene danneggiata o si rompe determinando una fuoriuscita di sangue che fa pressione all’interno della scatola cranica.

Sintomi dell’ictus

I sintomi si manifestano solitamente in maniera improvvisa e comprendono:

  • debolezza muscolare;
  • paralisi o sensazione anomala da un lato del corpo;
  • difficoltà di linguaggio;
  • stato confusionale;
  • problemi di vista e di equilibrio.

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Ictus sistemico

Ictus ischemico destro o sinistro

Il nostro cervello è diviso in due emisferi. L’emisfero sinistro controlla la parte destra del corpo, mentre l’emisfero destro controlla quella sinistra.

I sintomi che si manifestano dipendono dalla zona colpita dall’ictus ischemico: le paralisi o la sensazione di debolezza si presentano generalmente da un lato solo del corpo. Anche le difficoltà visive risentono dell’emisfero colpito, come la deviazione dello sguardo, che segue il lato della lesione.

I disturbi del linguaggio sono collegati, invece, all’emisfero sinistro, per quanto riguarda i in soggetti destrimani.

Cause

L’ictus ischemico si manifesta di solito in seguito a un coagulo di sangue o da una placca di grasso provocato dall’aterosclerosi.

Conseguenze e complicanze

L'ictus ischemico può determinare diverse complicanze, fra cui:

  • denutrizione e disidratazione, a causa di difficile deglutizione;
  • polmonite da aspirazione;
  • piaghe da decubito e perdita muscolare;
  • coaguli nelle vene profonde delle gambe e dell’inguine;
  • embolia polmonare, a causa del distacco dei coaguli;
  • disturbi del sonno;
  • depressione.

Trattamento dell’ictus ischemico

Il tempo di intervento è fondamentale per evitare le conseguenze più gravi a livello di danni cerebrali.

I trattamenti prevedono la trombolisi, ovvero somministrazione endovenosa di farmaci che puntano a disgregare il trombo, seguita da trombectomia meccanica, cioè la rimozione chirurgica per via endovascolare del trombo.

Guarigione e riabilitazione

Come conseguenza di un ictus ischemico, alcune cellule nervose muoiono, altre vengono danneggiate. Ne può derivare una disabilità, che varia a seconda della zona del cervello colpita, dalla gravità del danno, dalle condizioni generali del paziente e dalla sua età.

Le cellule cerebrali morte non possono rigenerarsi, ma quelle danneggiate hanno invece la possibilità di riprendere la loro attività, ma solo dopo che l’edema, ovvero il rigonfiamento, sarà guarito. Per questo motivo nelle prime settimane si verificano spesso significativi miglioramenti delle condizioni, mentre successivamente i progressi sono di solito più lenti e correlati all’attività riabilitativa.

Il recupero avviene soprattutto tra il primo e il terzo mese dopo che si è verificato l’ictus, ma può proseguire anche dopo, soprattutto per ciò che riguarda il linguaggio e la comunicazione. La riabilitazione consiste in un processo di apprendimento volto a recuperare le abilità necessarie per la vita quotidiana come camminare, lavarsi, vestirsi, deglutire, parlare.

Nei casi in cui il recupero completo non sia raggiungibile, la riabilitazione aiuta a convivere con gli esiti della disabilità permanente, fornendo nuovi modi per svolgere le attività di tutti i giorni.

Prevenzione primaria e secondaria dell’ictus

La prevenzione passa attraverso l’adozione di stili di vita salutari e di un controllo farmacologico nei soggetti ad elevato rischio cardiovascolare globale, ovvero correlato a più fattori di rischio.

A livello di prevenzione primaria, si può intervenire sui fattori di rischio modificabili.

La pressione arteriosa, il peso, la glicemia, la colesterolemia devono essere attentamente monitorati, mantenendo i valori entro i limiti raccomandati., anche attraverso il ricorso a terapie farmacologiche.

In questa prospettiva, il consumo di alcool e il fumo sono da limitare. Va favorita, invece, l’attività fisica e un’alimentazione povera di grassi e ricca di frutta e verdura.

La prevenzione secondaria, quindi indirizzata a pazienti che sono già stati colpiti da ictus ischemico o a soggetti a rischio, prevede l’eventuale ricorso a:

  • trattamento dell'ipercolesterolemia;
  • trattamento dell'ipertrigliceridemia;
  • terapia antitrombotica;
  • terapia antiaggregante.

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